Una norma illegittima, l’articolo 262 del Codice Civile
Si tratta di un grande passo in avanti d’importanza storica per le donne, che finalmente hanno conquistato un diritto storico, negato fino a questo momento. Secondo l’articolo 262 del Codice Civile, “il figlio [naturale] assume il cognome del genitore che per primo lo ha riconosciuto. Se il riconoscimento è stato effettuato contemporaneamente da entrambi i genitori il figlio [naturale] assume il cognome del padre”.
L’entrata in vigore della nuova norma
Con l’entrata in vigore della nuova norma Costituzionale, il figlio assumerà il cognome di entrambi i genitori, a meno che, essi decidano di comune accordo di attribuire al proprio figlio soltanto il cognome di uno dei due. Secondo il principio di eguaglianza della prole, i genitori devono entrambi poter condividere la scelta del cognome, fondamentale dell’identità personale. Nelle prossime settimane avverrà il deposito della sentenza.
In paesi come la Spagna si tratta di una situazione del tutto normale. I bambini acquisiscono infatti in maniera automatica il cognome di entrambi i genitori. Il fatto di attribuire in automatico il cognome del padre costituisce un atto discriminatorio che trova le sue radici in una società patriarcale, tutt’oggi silenziosamente insita nelle abitudini culturali della vita quotidiana.
Un passo avanti verso l’abbandono del patriarcato
Il Ministro della Giustizia Marta Cartabia ha commentato la sentenza della Corte Costituzionale enfatizzando l’importanza del decreto: “Grazie alla Corte Costituzionale, un altro passo in avanti verso l’effettiva uguaglianza di genere nell’ambito della famiglia.”
Anche Elena Bonetti, politica e matematica italiana, ha espresso il suo dissenso per quanto riguarda la norma illegittima:
“La Corte Costituzionale ha giudicato illegittime le norme che prevedono l’automatica attribuzione del cognome paterno ai figli. Già in passato la Consulta aveva acceso un faro sul carattere discriminatorio di un simile automatismo, sia verso i figli che verso le madri. Oggi torna a ricordarci che è arrivato il tempo di cambiare: abbiamo bisogno di dare corpo, anche nell’attribuzione del cognome, a quella pari responsabilità tra madri e padri che è insita nella scelta genitoriale, ed è compito alto e urgente della politica farlo”.
La ministra per le Pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti ha continuato sulla sua pagina Facebook: “Andiamo avanti presto e insieme su questa strada, che più volte ho sollecitato a percorrere: da Ministra garantisco all`iter parlamentare tutto il sostegno del Governo per fare un altro passo fondamentale nel realizzare l`uguaglianza di diritti tra le donne e gli uomini del nostro Paese.”
Ma i promotori di questa importante innovazione a livello storico e sociale sono una coppia della Basilicata. “Una grande soddisfazione. La coppia che ha intrapreso questo complesso e faticoso iter giudiziario mi ha chiamato poco fa: ci hanno sempre creduto”, hanno dichiarato i legali della coppia.
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