La pandemia da Covid-19 ha fatto emergere una serie di criticità del sistema scolastico italiano, in parte già note, in parte latenti, e ha posto sotto i riflettori l’interrelazione esistente tra l’istituzione scolastica nel suo complesso e gli altri livelli del sistema.
Il passaggio, improvviso e obbligato, dal tradizionale modo di fare scuola alla Didattica a distanza, resosi necessario per dare continuità educativa e formativa ai bambini e ai ragazzi che hanno vissuto la terribile esperienza di veder le loro vite stravolte in un tempo brevissimo, ha esacerbato numerose fragilità e disuguaglianze già presenti nella nostra organizzazione scolastica.
Il passaggio, improvviso e obbligato, dal tradizionale modo di fare scuola alla Didattica a distanza, resosi necessario per dare continuità educativa e formativa ai bambini e ai ragazzi che hanno vissuto la terribile esperienza di veder le loro vite stravolte in un tempo brevissimo, ha esacerbato numerose fragilità e disuguaglianze già presenti nella nostra organizzazione scolastica.
I problemi di equità, di accesso ineguale alle risorse materiali ed educative che ostacolano la partecipazione, quelli legati ad una imperfetta e incompleta formazione del corpo docente, i problemi strutturali che storicamente impediscono un reale progresso della scuola italiana, hanno messo in luce in tutta la sua drammatica portata ed attualità una forte fragilità educativa, resa ancora più acuta dalla crisi sanitaria.
Nonostante tutti gli ostacoli, la scuola è stata capace di reagire con grande prontezza, rivoluzionando in breve tempo – pur con molti limiti ed ampi margini di perfettibilità – un sistema didattico che appariva cristallizzato nella sua inamovibilità da diversi decenni.