Giornata mondiale vittime dell’amianto. Legambiente: “In Italia si continua a morire, necessari provvedimenti incisivi a tutela della salute dei cittadini”
Legambiente: “A 30 anni dalla legge 257/1992 che l’ha messo al bando, in Italia si continua a morire di amianto.Ma questa fibra killer risulta essere la grande esclusa del PNRR.
Necessario un cambiamento di rotta con provvedimenti incisivi:
per la messa in sicurezza e la bonifica degli edifici e dei territori, mettendo al centro la salute dei cittadini”
A trent’anni dall’approvazione della legge che ha messo al bando l’estrazione, l’importazione, la produzione e commercializzazione di amianto e di prodotti che lo contengono;
in occasione della Giornata mondiale delle vittime del lavoro e dell’amianto:
Legambiente torna oggi a ribadire la necessità di agire nella lotta contro questa fibra killer, che tiene di fatto ancora sotto scacco il Paese, provocando gravi effetti sulla salute dei cittadini.
“A 30 anni dalla legge 257/1992, in Italia si continua a morire di amianto. — ha commentato Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente —
La situazione è sempre più drammatica e conferma la necessità di cambiare rotta, con provvedimenti incisivi, e non più prorogabili;
nella direzione della messa in sicurezza e la bonifica degli edifici e dei territori contaminati e della promozione di campagne di informazione e sensibilizzazione ad hoc rivolte ai cittadini.
Infatti, nonostante la sua forza distruttiva, l’argomento amianto, non sembra essere una priorità per il governo;
nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) trova accenno solo in riferimento agli investimenti nel parco agrisolare, bruciando ogni chance di destinare preziose risorse nella sua lotta e sancire così il primato della salute dei cittadini e della difesa dell’ambiente.”
All’emergenza amianto è dedicata l’inchiesta del mensile di Legambiente La Nuova ecologia (numero di aprile) che raccoglie i dati aggiornati del Rapporto del registro nazionale dei mesoteliomi (Renam), denunciando che:
degli oltre 31 mila i casi di mesotelioma pleurico registrati dal 1993 al 2018, l’80% è dovuto proprio all’esposizione alle fibre d’amianto.
Ma oggi appena il 25% della fibra killer è stato rimosso e, seguitando a questi ritmi, per liberarsene serviranno altri 75 anni, cui sommare ulteriori 40 anni di latenza del mesotelioma.
Da Nord a Sud, del resto, le bonifiche vanno a rilento sia per quanto riguarda i grandi siti industriali dell’amianto che per gli edifici pubblici e privati che espongono spesso inconsapevolmente le persone a questa pericolosa fibra.