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Questo importante investimento pubblicitario, motivato dalla forte domanda individuale riferita al meraviglioso mare sardo, si concentra solo nei mesi più caldi dell’anno. Di conseguenza si determina un black out commerciale di otto – nove mesi. La Sardegna gode di ottime condizioni climatiche e dispone di risorse ambientali di grande valore, di siti archeologici unici e di un settore alimentare riconosciuto come tipico.
Le iniziative di bassa stagione in Sardegna
Questa lacuna pone l’isola nella condizione di vivere il suo maggior business più come uno sfruttamento esterno delle risorse che come un suo strategico sviluppo economico. Si può affermare che la crescita dell’isola attraverso i tour operator non è e non sarà in grado di modificare l’attuale tendenza.
È anche vero che, nei periodi “fuori stagione”, il turismo itinerante e congressuale non disdegna la Sardegna. Ma è purtroppo anche vero che la loro tipologia e le quantità numeriche non riescono a soddisfare le economie di gestione.
Negli ultimi anni queste iniziative di bassa stagione sono state supportate da forti campagne di promozione e marketing finanziate dalla Regione Sardegna. Senza una strategia precisa nei confronti del mercato, ha partorito una campagna di comunicazione che è stata di supporto al mercato estivo.
Nei mesi primaverili e autunnali la Sardegna riesce a movimentare un buon traffico di gruppi con tour itineranti. Questo turismo utilizza strutture commerciali ubicate nei maggiori centri urbani e raramente strutture di tipo balneare. La maggior parte delle strutture, in prevalenza hotel club di medie-grandi dimensioni, non sono aperti o il loro funzionamento è parziale.
“Destagionalizzazione”, un processo difficoltoso in Sardegna
L’animazione, funzionante nel periodo estivo, svolge servizi che vanno oltre il puro compito ricreativo. Fornisce anche servizi di primaria importanza come la gestione della spiaggia, piscina ed altre attività informative e di ricezione delle esigenze del cliente. Nel periodo di bassa stagione, il ruolo dell’animazione diventa molto importante perché “interpreta” le esigenze della clientela. Ciò permette di offrire proposte alternative adeguate.
Queste situazioni in Sardegna esistono. Sono vissute, indipendentemente dalla competitività del prezzo, come un disinteresse degli albergatori nei confronti del turismo sociale. Pertanto, lo sforzo economico dei fornitori stessi, teso ad avvicinare i livelli di offerta del bacino mediterraneo, non viene premiato dalle presenze.
Per comprendere quali sono le carenze della Sardegna che non permettono un progetto di “destagionalizzazione” bisogna affrontare il problema scindendo le varie componenti strutturali ed infrastrutturali. Bisogna partire dai limiti oggettivi, modificandoli in proposte migliorative. C’è una mancanza di offerta alberghiera adeguata e di comunicazione rivolta al target di maggior importanza e cioè il turismo sociale di gruppo.
Alcune gestioni alberghiere più evolute hanno dimostrato che, aprendosi ai mercati europei, sono riuscite ad iniziare il percorso per destagionalizzare l’offerta. Con l’avvento della concorrenza nel settore aereo, il limite spesso pretestuoso dei costi non concorrenziali con i mercati del bacino del Mediterraneo si è molto assottigliato.
I limiti legati alla scarsa funzionalità della macchina turistica
Creare una bassa stagione più “viva” pone molti ostacoli. Un progetto fattibile di allargamento della stagione turistica in Sardegna deve principalmente coinvolgere il turismo sociale e le strutture del tipo hotel club o villaggi.
Quando parliamo di turismo sociale s’intendono delle realtà che gravitano attorno alle associazioni culturali, ai dopolavoro, alle parrocchie e ai servizi sociali comunali. Organizzano turismo di gruppo per soggiorni climatici, non disdegnando proposte culturali di varia natura. Questa realtà di turismo sociale sviluppa tour itineranti, mentre quasi la totalità della domanda è di soggiorni che possono già includere delle escursioni.
Questo tipo di turismo è in grande espansione sia per motivi anagrafici dovuti alla costante crescita della fascia della terza età, che per la forte attenzione che il settore dei tour operator pone a questo segmento. Le destinazioni mediterranee, hanno sviluppato il numero delle presenze dilatando la stagionalità alberghiera e di conseguenza l’attività economica dell’indotto. Ciò ha trasformato le aree turistiche in vitali località attive tutto l’anno.
Il turismo sociale si apre a fasce più ampie
Negli ultimi anni il prodotto Sardegna, grazie ad alcune agenzie di viaggio particolarmente intraprendenti e a nuove situazioni concorrenziali nel trasporto aereo, sta sperimentando nuove forme di programmazione su alcune strutture previste di animazione tipo gli hotel club e i villaggi. Alcune aree turistiche, attraverso incentivazioni istituzionali, offrono, ai gruppi di quaranta o cinquanta persone, escursioni gratuite legate ai giorni di permanenza nella struttura.
La sua capacità di crescita della Sardegna passa attraverso il confronto con i mercati concorrenti del medio e corto raggio. È opportuno attrezzarsi in tempo se si vuole competere con destinazioni più evolute.
L’economia della Sardegna deve investire nei mesi di aprile, maggio, giugno, settembre ed ottobre cercando di sviluppare maggiormente le risorse. Bisogna puntare con convinzione verso le potenzialità e capacità decisionali in grado di cogliere opportunità in breve tempo. Essere consapevoli del fatto che lo sviluppo del turismo sociale è condizionato ed è frutto della crescita e della qualità dell’offerta turistica e in generale dell’economia dell’isola.
Ecco alcune delle spiagge più belle in Sardegna: https://www.skyscanner.it/notizie/le-15-spiagge-piu-belle-della-sardegna