Medici del 118, Lapia: “Vanno valorizzati, ad oggi nessun medico ricollocato nel pronto soccorso del San Francesco di Nuoro”
NUORO, 07 marzo 2022 :
“Formati con un apposito corso e indispensabili per l’operatività del servizio di emergenza urgenza e di molti pronto soccorso della Sardegna.
E nonostante questo sottopagati rispetto ai colleghi strutturati, i medici del 118 devono essere valorizzati.
È necessario rendere nuovamente appetibile il ruolo del medico 118 che , checché ne dica la manager dell’Areus, è assolutamente bistrattato”.
Lo dichiara la deputata Mara Lapia che, replicando alle affermazioni della direttrice generale Cinzia Bettelin, si sofferma su un altro aspetto.
“In realtà nessun medico del 118 è stato ufficialmente ricollocato nel pronto soccorso del San Francesco di Nuoro, a parte un unico professionista che risulta ricollocato ma non ufficialmente”
sottolinea la componente della Commissione affari sociali e sanità della Camera dei deputati che, dopo aver denunciato la fuga, suggerisce la strada da seguire.
“Nel periodo Covid –
dichiara a riguardo la parlamentare – questi medici venivano pagati 14 euro l’ora, gli strutturati 60 euro mentre in molte regioni guadagnano il doppio.
Non è difficile immaginare dunque, perché solo 3 medici sui 90 che hanno fatto il corso abbiano deciso di rimanere nel 118.
Spetta dunque all’Areus, con accordi contrattuali che valorizzino questa importante figura professionale, evitare la diaspora dei medici.
E contribuire alla piena operatività dei servizi di emergenza urgenza ospedalieri.
Presto, in mancanza di un intervento efficace, il pronto soccorso del San Francesco rimarrà senza queste figure e alla stessa maniera la postazione 118 di Siniscola non potrà più fare affidamento sulle ambulanze medicalizzate per mancanza di medici.
Prima che fuggano tutti , ci si sieda al tavolo delle trattative e si facciano partecipare i sindacati che rappresentano il maggior numero di iscritti”
prosegue la parlamentare che chiede l’apertura immediata di un tavolo tecnico.
“Ribadisco –
è la sua conclusione – , sono lavoratori fantasma, non certo per le competenze e la professionalità messa in campo quotidianamente sulle ambulanze e negli ospedali, ma per il trattamento che, da troppo tempo viene loro riservato”.