MESSAGGIO DEL VESCOVO BATURI PER LA SANTA PASQUA 2022
Messaggio del Vescovo Baturi per la Santa Pasqua: in occasione delle festività pasquali l’arcivescovo di Cagliari monsignor Giuseppe Baturi, esprime i propri auguri attraverso un messaggio.
«Auguro a tutti la gioia di accogliere il dono pasquale della pace – afferma il vescovo -;
il gusto di custodirla con cura e la passione di promuoverne l’instaurazione in noi, nei nostri ambienti, nel mondo intero».
Sarà la terza Pasqua vissuta nel contesto pandemico, quest’anno aggravato dalla tragicità della guerra in Ucraina.
«Non possiamo voltarci dall’altra parte – prosegue monsignor Baturi nel suo messaggio – non vedere e udire».
E quest’anno, per rafforzare e celebrare il legame fraterno con i fedeli, come già accaduto per Natale, sabato 16 aprile 2022, a partire dalle ore 10.30 e per tutta la mattinata, presso la sede istituzionale dell’Episcopio (piazza Palazzo 4, Cagliari), il vescovo monsignor Giuseppe Baturi apre le porte della sua dimora a coloro che vorranno partecipare ad uno scambio fraterno di saluti e auguri in occasione del Sabato santo.
Questa sera, giovedì 14 aprile, alle ore 17, il vescovo presiede la Santa Messa nella Cena del Signore presso l’Istituto penale per i minorenni a Quartucciu.Domani, venerdì 15 aprile, alle ore 10, monsignor Baturi si recherà invece presso la Casa circondariale di Uta dove è prevista la Via Crucis con i carcerati, ed alle ore 19 presiederà la celebrazione della Passione del Signore in Cattedrale.
In occasione del sabato santo, alle ore 21, è in programma la celebrazione della Veglia pasquale in Cattedrale ed infine la domenica di Pasqua alle ore 8.30 celebrazione della Santa messa presso la Casa circondariale di Uta, mentre alle ore 19, sempre l’arcivescovo presiederà la Santa Messa nella Risurrezione del Signore.
«Pace a voi!». Sono le prime parole del Risorto ai discepoli (Lc 24,36; Gv 20,29).
La Pasqua di quest’anno è segnata dall’orrore per le notizie che giungono dall’Ucraina.
In Europa, a due ore di aereo da noi, si rivedono esplosioni causate dai bombardamenti, segni di torture, fosse comuni, sofferenze che non risparmiano donne e bambini.
Non abituiamoci al male.
Quei corpi martoriati sono di uomini come noi, sono di nostri figli, fratelli, padri e madri.
È Gesù che continua a soffrire in loro, a sudare gocce di sangue che cadono a terra (Lc 22,44).
Questa guerra ci riguarda e fa paura, anche perché mobilita forze che attraversano tutto il mondo e cercano l’egemonia sui popoli, minacciando di mettere in campo la capacità distruttiva degli attuali arsenali militari.
Non possiamo voltarci dall’altra parte, non vedere e udire.
Lo sguardo dei bambini che con le loro mamme lasciano il confine , con pochi bagagli, in cerca di un rifugio, chiedono il nostro impegno a favore del bene prezioso della vita e dell’inviolabile dignità dell’uomo.
La volontà di morte che si scatena con la guerra è radicata in uno squilibrio radicale che avvelena il cuore dell’uomo, abitando anche le nostre società e le nostre case.
Sentiamo nostre le parole di un grande Padre della Chiesa, Giovanni Crisostomo:
«Noi chiediamo la pace in ogni momento: niente infatti sta alla pari di essa… perché la pace è la madre di tutti i beni, ed è proprio questo il fondamento della gioia».
Chiediamo la pace come fondamento della gioia.
Il Signore è salito sulla croce ed è risalito dagli inferi per salvare tutto l’uomo e tutti gli uomini da questa debolezza mortale.
«Pace a voi!».
La pace del Risorto dona la bellezza e la pienezza della vita, la riconciliazione e il perdono.
Gesù Cristo è la nostra pace perché ha vinto la morte, perdonato il male, abbattuto il muro di separazione che ci separa, l’inimicizia» (Ef 2,14).
Questa pace è un dono, che non ci stanchiamo di invocare dalla misericordia di Dio ed è affidata alla nostra responsabilità, perché vive della testimonianza della verità, è opera della giustizia, frutto dell’amore e del perdono.
Per tale ragione, Gesù invia i suoi discepoli per far scendere la pace in ogni casa (Lc 10,5) e chiama beati gli operatori di pace (Mt 5,9).
«Pace a voi!»
Auguro a tutti la gioia di accogliere il dono pasquale della pace, il gusto di custodirla con cura e la passione di promuoverne l’instaurazione in noi, nei nostri ambienti, nel mondo intero.
«Oh, pace amata, dolce realtà e dolce nome» (Gregorio di Nazianzio).