Pandemia e guerra in Ucraina non facciano dimenticare le vittime del terremoto che nella notte tra il 5 e il 6 Aprile colpì L’Aquila!
Due grandi ed importanti eventi: Martedì 5 Aprile – Ore 15 a L’Aquila – Nono Premio “Avus 2009″ Migliore Tesi per la Prevenzione Sismica – Aula Magna”Alessandro Clementi” – Dipartimento Scienze Umane – Viale Nizza 14.
Interverrà: Sergio Bianchi, Presidente “Avus 2009” con premiazione del vincitore e testimonianze!Venerdì – 8 Aprile – Nuova Aula dei Gruppi Parlamentari – Camera dei Deputati – Via di Campo Marzio – 78.
L’Esperienza “Avus 6 Aprile 2009” – Interverranno: Alessia Rotta, Presidente Commissione Ambiente Camera dei Deputati – Francesco Arcangelo Violo, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi – Sergio Bianchi, Presidente Associazione Vittime Universitarie Sisma – Avus 6 Aprile 2009; Michele Orifici, Vice Presidente Nazionale della SIGEA, Eugenio Di Loreto, Presidente della SIGEA – Lazio, Erasmo D’Angelis, Segretario Generale Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale, Gianluca Valensise, Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia.
“Nella tredicesima ricorrenza dell’evento sismico che ha colpito il territorio aquilano, le associazioni “AVUS 6 aprile 2009” e SIGEA-APS (Società Italiana di Geologia Ambientale) si ritrovano insieme in due importanti eventi che si svolgeranno rispettivamente il 5 aprile a l’Aquila, presso l’aula magna “Alessandro Celementi” del Dipartimento Scienze Umane, con la cerimonia di premiazione del IX premio AVUS sulla migliore tesi sulla prevenzione sismica e l’8 aprile, a Roma, presso la Sala “Nuova Aula dei Gruppi Parlamentari” della Camera dei Deputati, con la presentazione del volume “Considerazioni geologiche, economiche e sociali nella gestione e prevenzione del rischio sismico – L’ESPERIENZA “AVUS 6 APRILE 2009“, curato da Eugenio Di Loreto e Michele Orifici.
Al centro degli eventi il ricordo dei giovani ragazzi, studenti universitari, che in quella tragica notte hanno perso la vita e a cui è dedicato il “Premio di laurea” sulla prevenzione sismica istituito nell’anno 2014 dall’AVUS e dal Consiglio Nazionale dei Geologi. “Il volume, la cui prefazione è a firma di Erasmo d’Angelis, Segretario generale dell’Autorità di Bacino dell’Appennino centrale e autore, tra l’altro, di numerosi testi sui rischi geologici, raccoglie contributi scientifici sia di autorevoli rappresentanti del mondo dell’università e della ricerca sia di alcuni giovani che hanno concorso, distinguendosi, nelle varie edizioni del Premio.
Il “Premio di laurea” negli anni ha consentito di organizzare numerosi eventi presso le università italiane dedicate alla prevenzione sismica portando esperienze tecnico-scientifiche ed emotive rivolte a sensibilizzare, mediante gli interlocutori diretti, gli studenti universitari, l’opinione pubblica sui temi del rischio sismico. Il volume oggetto della presentazione sarà un ulteriore importante strumento di promozione del premio e di sensibilizzazione ai temi del rischio sismico.
Nella giornata dell’8 aprile, la cui apertura dei lavori sarà a cura della Presidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, on. Alessia Rotta, si parlerà dei ragazzi che non ci sono più, dell’iniziativa AVUS, dei giovani che hanno contribuito nel tempo a tenere viva questa esperienza di notevole valenza sociale, e si parlerà soprattutto di pericolosità e rischio sismico sotto il profilo tecnico-scientifico e sociale”. Lo ha annunciato Antonello Fiore, Presidente Nazionale della Società Italiana di Geologia Ambientale.
Furono proprio i genitori di Nicola Bianchi, Daniela Bartoletti, Martina Benedetta Di Battista, Gabriele Di Silvestre, Carmelina Iovine, Ivana Lannutti, Maurizio Natale, Sara Persichitti, Michele Strazzella, Enza Terzini, Maria Urbano, Roberta Zavarella, a costituire l'”AVUS 6 Aprile 2009″ e a promuovere nel loro ricordo e grazie all’impegno del giornalista RAI Umberto Braccili che pubblicò il libro “Macerie dentro e fuori”, iniziative volte all’importanza della prevenzione sismica.
“L’Italia ha circa 12 milioni di edifici residenziali per un totale di 29.074.722 abitazioni, di cui quasi il 40%, 10,6 milioni in area sismica: 1,4 milioni in zona 1 e 9,2 milioni in zona 2. In questo mosaico di debolezze strutturali vivono circa 21,8 milioni di persone, il 36% della popolazione italiana. Altri 19 milioni di italiani risiedono nella terza fascia di rischio
L’indagine che realizzò la struttura di missione “Casa Italia” di Palazzo Chigi, in pochi mesi, nel 2017, rilevò oltre 550.000 edifici residenziali non a norma nei 687 Comuni più sismici. Un elenco sterminato di case in muratura portante o calcestruzzo armato costruite prima del 1971, quando tutto era permesso nella totale assenza di minimi obblighi costruttivi in zone sismiche, facili ad essere danneggiate come hanno dimostrato anche gli ultimi crolli di Amatrice o Accumoli, Ischia o alle falde dell’Etna.
Tutto il costruito dopo il 2008 in area sismica – ha continuato Antonello Fiore, Presidente Nazionale della Società Italiana di Geologia Ambientale – teoricamente, non dovrebbe avere necessità di interventi. In realtà, abbiamo visto fin troppi casi di edifici recenti miseramente crollati.
Il trend edilizio nazionale considera spesso l’antisismica, oggi possibile anche con tecnologie innovative e non invasive, come un optional con il luogo comune: “Tanto cosa vuoi che succeda?”. Già, cosa pensiamo possa succedere in una Italia dove, se assumiamo come parametro l’impatto della scossa dell’Aquila 2009 catalogata “evento distruttivo medio”, la quota di immobili che non reggerebbe sarebbe di qualche milione di edifici? Gli stessi pericoli li corre anche una bella quota di edilizia produttiva come strutture e capannoni di aree industriali, centri commerciali, turistici e artigianali. Delle 325.427 strutture ad esclusivo o prevalente uso produttivo, 133.000 le hanno costruite tra il 1971 e il 1990, e quasi 3 su 10 a dopo il 1990, chiudendo un occhio sull’antisismica su tante delle 95.000 strutture nelle aree a più elevata sismicità. Nelle stesse condizioni ci sono poi 75.000 edifici pubblici “strategici”: 1.822 ospedali dei circa 5.700, caserme, municipi, prefetture. E il 41% dell’edilizia scolastica con un edificio su dieci realizzato in epoca anteriore al 1919 e il 43% pre-1971. Anche qui, quasi il 45% dell’intera rischiosità la troviamo al Sud, il 22% al Centro, il resto al Nord. Ecco a cosa servirebbe l’obbligo del “Fascicolo di Fabbricato” da sempre boicottato in parlamento e nel Paese. Farebbe uscire allo scoperto tanta edilizia spazzatura, e salverebbe la pelle a chi ci vive dentro in condizioni di pericolo. In un Paese serio, e nel tempo delle responsabilità, ogni abitazione dovrebbe avere per obbligo di legge la sua “Carta d’identità”, con informazioni dalla staticità alle manutenzioni e ristrutturazioni e ai materiali utilizzati. Basta con i segreti di condominio custoditi di generazione in generazione in nome del sacro valore non della vita umana ma quello acquisito dall’immobile sul mercato. Questo screening è necessario anche per valutare con precisione quanta edilizia e dove, durante un terremoto, potrebbe crollare o riportare danni a elementi portanti come pilastri, travi, setti murari, camini, cornicioni e tramezzi; quanta potrebbe solo essere danneggiata lievemente e quanti edifici, invece, sono in grado di reggere le spinte orizzontali e verticali di una scossa senza deformarsi e crollare. In un Paese come il nostro, la trasparenza non può continuare a rimanere ostaggio del lobbismo che fa muro contro ogni conoscenza delle caratteristiche geologiche, urbanistiche strutturali e manutentive, la forma primaria di prevenzione e consapevolezza”.