Reperti al Lazzaretto Nuovo
Camminerà per la storia! Attraverserà anche parte del territorio russo!.Ben 22.000 km a piedi in 1460 giorni dal Lazzaretto Nuovo di Venezia a Pechino, uno zaino dal peso di 20 kg e foto – cartoline inedite sui luoghi da lei attraversati in Italia.
Il luogo di partenza sarà il Lazzaretto Nuovo di Venezia dove arrivavano le navi dall’Oriente.
Claudia Buccellato Vozza (fondatrice, vice Presidente e portavoce di “Ambasciatori di Culturali lungo la Via della Seta” – ETS ) :
” Vienna Cammarota, testimonial anche di Ambasciatori di Cultura lungo la Via della Seta, porterà il nostro messaggio: fare della Cultura lo strumento per costruire ponti di Pace tra i Popoli”
Vienna Cammarota, anni 72, Ambasciatrice Archeoclub D’Italia, storica camminatrice campana, sarà la prima donna al Mondo a raccontare la Via della Seta in epoca contemporanea attraversandola a piedi. Partenza il 26 Aprile dal Lazzaretto Nuovo di Venezia.
Gerolamo Fazzini (Presidente Archeoclub D’Italia sede di Venezia) :
“Il Lazzaretto Nuovo di Venezia è uno scrigno prezioso.
Edifici storici e monumentali, documenti e reperti provenienti da ricerche tuttora in corso, testimoniano le varie funzioni svolte nei secoli.
Le indagini archeologiche, hanno confermato la destinazione dell’intera superficie dell’isola a “lazzaretto” e la presenza di aree cimiteriali, riportando in luce le strutture della piccola chiesa di San Bartolomeo e restituendo la documentazione materiale riferibile alla curiosa vita umana che ha avuto luogo sull’isola.
Tantissimi reperti archeologici ed ancora antichi graffiti, le tecniche di sanificazione degli ambienti, i malati dei quali sono stati rinvenuti i resti, ma anche il “Sentiero delle barene” che consente, a pochi chilometri dal centro storico di Venezia, di ammirare flora e fauna tipiche nell’ambiente lagunare “originario. Vienna e la stampa vedranno tutto questo!”.
Arrivo per la stampa alle ore 9 e 45 sul Lazzaretto Nuovo.
Arrivo Vienna Cammarota alle ore 10, subito briefing al Tezon Grande sull’isola, poi visita ai numerosi reperti, camminata sul Sentiero delle Barene. Alle ore 11 e 30, Vienna Cammarota lascerà l’Isola del Lazzaretto.
Rosario Santanastasio (Presidente Nazionale Archeoclub D’Italia) : “E’ un cammino che non nasconde la drammaticità della guerra perché quello di Vienna sarà un cammino di pace in un contesto attuale che è purtroppo di guerra!”.
Nel link immagini LAZZARETTO NUOVO https://wetransfer.com/downloads/e73b442813679f2cc756aa2ec5657cce20220421123733/acdb8ea79e2f5579067eb606a94f335d20220421123820/518e8b
“Vienna Cammarota, testimonial anche di Ambasciatori di Cultura lungo la Via della Seta, porterà il nostro messaggio: *fare della Cultura lo strumento per costruire ponti di Pace tra i Popoli*.
Siamo sicuri che Vienna sarà la perfetta portavoce.
Solo partendo dal rispetto, l’ascolto e la conoscenza reciproca si potrà condividere in modo sostenibile il nostro Pianeta e potremo assicurare un futuro di cooperazione e Pace alle nuove generazioni.
Vienna, in qualità di grande sportiva mamma e nonna, sarà per noi “Ambasciatori di Cultura lungo la Via della Seta” l’esempio di come, anche in tempi difficili come quelli che stiamo vivendo, si possa continuare a condividere ciò in cui si crede.
Via via che procederà nella sua impresa raccoglierà immagini e filmati di luoghi ed incontri che saranno comunicati in tempo reale e poi montati in un docufilm. Noi saremo tramite per favorire incontri con coloro che con noi condividono il desiderio di mantenere un costante scambio culturale tra i Popoli.
Referente del Team di “Ambasciatori di Cultura” per lo sport è Luciano Tellaroli: responsabile degli eventi culturali del Circolo Filologico Milanese, la più antica realtà culturale in città, per cui dal 2010 organizza eventi prestigiosi.
Tellaroli ha preso parte alla spedizione italiana dell’Everest ’80 nel 1980, sublimando la sua passione per l’alpinismo.
Del team è parte anche Marco Ceresa, Professore ordinario di Letteratura cinese e Direttore del Dipartimento di Studi sull’Asia e il Mediterraneo presso l’Università Cà Foscari di Venezia.
Dal 2008 al 2018 è stato direttore della sezione italiana dell’Istituto Confucio, ricevendo il 12 dicembre 2017 da Liu Yandong (Vice Primo Ministro della Repubblica Popolare Cinese) il Premio per Eccellenza alla 12a Conferenza Mondiale degli Istituti Confucio a Xi’An.
Del Team fanno parte molti altri autorevoli “Ambasciatori di Cultura”, ciascuno responsabile per un diverso ambito.
Dunque seguiremo il cammino di Vienna, Ambasciatrice di Archeoclub D’Italia, con particolare attenzione”. Lo ha annunciato Claudia Buccellato Vozza, fondatrice vice Presidente e portavoce di “Ambasciatori di Culturali lungo la Via della Seta”.
Vienna Cammarota, anni 72, Ambasciatrice di Archeoclub D’Italia, storica camminatrice, sarà la prima donna nella storia a percorrere a piedi la Via della Seta, partendo dal Lazzaretto Nuovo di Venezia, territorio di notevole importanza storica ed ambientale e arrivando a Pechino dopo avere attraversato :
Slovenia, Croazia, Serbia, Bulgaria, Turchia, Georgia, Iran. Turkimenistan, Azerbaigian, Uzbekistan, Kirghizistan, Kazakistan, Mongolia ed entrerà in Cina. Arrivo previsto a fine 2025!
“Il Lazzaretto Nuovo di Venezia è uno scrigno prezioso. Negli anni l’isola ha manifestato tutta la sua importanza storica e culturale. Edifici storici e monumentali, documenti e reperti provenienti da ricerche tuttora in corso, testimoniano le varie funzioni svolte nei secoli. Vienna Cammarota, inizierà il suo cammino verso Pechino – ha dichiarato Gerolamo Fazzini, Presidente Archeoclub D’Italia sede di Venezia – da un luogo molto importante per la storia di Venezia e non solo.
Superate le quarantene del Covid 2019 torna ad essere aperta ai visitatori l’isola della “quarantena”, il Lazzaretto Nuovo, che è, tra i lazzaretti veneziani, l’unico ad essere stato pienamente recuperato in questi ultimi decenni. Oggi, dopo i molti restauri realizzati, oltre agli aspetti storico-archeologici e monumentali, è usufruibile anche come area naturalistica e ambientale: un ecomuseo, collegato anche con altre realtà e istituzioni del territorio.
A Venezia dopo il “Lazzaretto vecchio” (1423), primo lazzaretto della storia, dove erano isolati i casi manifesti di peste, nel 1468 venne istituita una seconda struttura sanitaria che aveva il compito di isolare i sospetti, detto “lazzareto novo” per distinguerlo dall’altro già esistente, Lazzaretto Vecchio.
Le indagini archeologiche, hanno confermato la destinazione dell’intera superficie dell’isola a “lazzaretto” e la presenza di aree cimiteriali, riportando in luce le strutture della piccola chiesa di San Bartolomeo e restituendo la documentazione materiale riferibile alla curiosa vita umana che ha avuto luogo sull’isola.
I resti in situ sono oggi sono documentati con pannelli didattici che illustrano nel dettaglio l’articolazione delle varie aree di riserva sanitaria, all’interno del percorso di visita allestito nell’isola.
Dal 1987 vengono organizzati i campi archeologici estivi, articolati in una serie di attività che fanno dell’isola un laboratorio sede di molte iniziative scientifiche, didattiche e di ricerca”.
UN ECOMUSEO con il Sentiero delle Barene che Vienna visiterà
“Il Sentiero delle barene”. Intorno all’isola, lungo il “giro di ronda” dei militari sui bastioni e terrapieni esterni, si snoda una passeggiata naturalistica, allestita con il Museo di Storia naturale di Venezia, il “Sentiero delle barene” – ha continuato Fazzini – che consente, a pochi chilometri dal centro storico di Venezia, di ammirare flora e fauna tipiche nell’ambiente lagunare “originario”.
Il Lazzaretto nuovo conosce anche un uso governativo, ospitando il Deposito per materiali archeologici di provenienza lagunare della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per Venezia e Laguna – MIC. Attualmente i lavori al Lazzaretto Nuovo sono in buona parte realizzati.
Nel prossimo futuro l’isola è destinata a diventare, assieme al Lazzaretto Vecchio, il nuovo Museo Archeologico Nazionale della Città e Laguna di Venezia”.
E numerosi saranno i reperti, i monumenti, gli ambienti, che la stampa potrà vedere venendo al Lazzaretto Nuovo, nel giorno della partenza di Vienna Cammarota.
“I resti in situ sono oggi idoneamente protetti e ricoperti, e sono documentati con pannelli didattici che illustrano nel dettaglio l’articolazione delle varie zone, lungo il percorso di visita allestito all’interno dell’isola tra il “priorado”, le “camere di contumacia” (casette), i “forni da pane”, i pozzi “alla veneziana”, l’area cimiteriale.
Negli ultimi anni le ricerche si sono concentrate nell’area di nord-est dell’isola dove doveva trovarsi l’abitazione del Priore – ha proseguito Fazzini – e nella vicina area dei forni da pane; e inoltre nell’area meridionale esterna alle mura del Camposanto con un saggio antropologico.
Aldilà dei ritrovamenti veri e propri effettuati, queste esperienze concrete di lavoro sul campo hanno offerto a studenti e docenti occasioni uniche di crescita personale e professionale; un’esperienza completa di studio archeologico: dalle fonti alla preparazione dell’area d’indagine, allo svolgimento dello scavo stratigrafico, fino alla classificazione e al restauro dei reperti.
Tra il 2015 e il 2019 sono state effettuate alcune indagini archeo-antropologiche, condotte dall’Università dell’Australia Occidentale di Perth (UWA) – Centre for Forensic Science, nell’area del cimitero cristiano o Campo Santo del Lazzaretto Nuovo.
Questo cimitero murato sorse probabilmente già durante la presenza religiosa medioevale nell’isola; fu usato durante i periodi più severi della peste tra il XVI e il XVII secolo come fossa comune e poi fino all’epoca napoleonica. Fu quindi inglobato nel terrapieno del bastione militare austriaco, dove si trova in ottime condizioni di conservazione.
Occupa un’area esterna alle mura, di circa 25 m x 25 m, sul lato meridionale dell’isola. Dal numero di scheletri, anche se assai frammentati, che sono stati finora individuati, si presume che si trovino depositati in questa struttura almeno 2.500 individui.
Inoltre non si sa se ci siano nei terrapieni e zone circostanti altre aree cimiteriali; ad esempio non è stato ancora individuato il limite con il vicino “Campo dei Tripolini” (cimitero musulmano) che da documenti d’archivio sappiamo essere stato vicino e confinante.
Gli studi attualmente in corso, che comprendono analisi di laboratorio, istologiche e del DNA particolarmente avanzate, si presentano come una opportunità di grande interesse per capire (da una prospettiva scientifica) un periodo storico ben documentato della storia europea e in particolare di quella veneziana.
I risultati del lavoro ci diranno come vivevano i “Veneziani Antichi”, quali erano le loro condizioni di vita e il loro ambiente”.
Interessanti gli studi effettuati sugli individui ritrovati in posizione supina.
“Finora gli individui studiati sono stati ritrovati in posizione supina, con la testa orientata verso nord o verso ovest, disposti singolarmente uno accanto all’altro, con pietas cristiana (mani giunte sulla cintura pelvica), in alcuni casi con doppie sepolture (sepolti nello stesso momento). Due terzi sono maschi, per lo più giovani, in buo – na salute al momento della morte, testimoni di una popolazione sana – ha continuato Fazzini – ben nutrita.
Molti sembrano sottoposti a lavori pesanti (schiacciamento delle vertebre, ernie a disco anche nei giovani), con denti privi da carie, però spesso usurati forse dall’uso di farine non raffinate. Sono presenti alcuni casi di fratture a seguito di traumi subìti, poi guarite con callo osseo.
Le popolazione presenta caratteristiche orientaleggianti, meno europee di quelle odierne. Le condizioni dei resti ossei e dei pochi manufatti (rosari, medagliette devozionali, piccoli oggetti di uso personale) sono in buono stato di conservazione.
In queste sepolture multiple non si usava la calce, contrariamente a quanto creduto precedentemente. Vincolata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, l’isola del Lazzaretto Nuovo è stata oggetto negli ultimi decenni di importanti restauri.
All’interno del progetto generale “Per la rinascita di un’isola”, la presenza e l’azione delle associazioni Ekos Club e Archeoclub Venezia hanno reperito e stimolato ingenti investimenti pubblici e privati, con importanti interventi compiuti alle strutture e agli edifici soprattutto da parte del Ministero Beni Culturali e del Magistrato alle Acque.
Con i suoi monumenti e testimonianze il Lazza retto Nuovo partecipa oggi al racconto di Venezia, della sua storia, della Laguna e delle isole e svolge anche un importante uso governativo, ospitando un deposito per materiali archeologici di provenienza lagunare della Soprintendenza ministeriale”.
Al Tezon Grande i reperti archeologici più belli emersi come ceramiche, oggetti in osso e bronzo!
“L’esposizione museale in Tezon Grande presenta non soltanto i reperti più belli emersi dalle ricerche archeologiche in isola (ceramiche, vetri, monete, sigilli in piombo, oggetti in osso e in bronzo), ma ripercorre anche la vita millenaria che si è svolta in Laguna a partire dai ritrovamenti di anfore di epoca romana in Laguna Nord, illustrando le piccole grandi invenzioni adottate dai veneziani per vivere in un ambiente particolare come quello lagunare;
esplora le tradizioni del territorio con imbarcazioni da pesca e strumenti artigiani; racconta com’è fatta Venezia grazie alle collezioni di marmi e oggetti in ferro, frutto di donazioni di alcune botteghe artigiane, e com’erano fatti e vivevano i Veneziani nella sezione antropologica.
Il museo ospita inoltre mostre temporanee e prosegue il suo percorso all’aperto, snodandosi fra alberi maestosi, pozzi alla veneziana e cinta muraria ottocentesca. La Laguna di Venezia è la zona umida più importante d’Italia – ha concluso Gerolamo Fazzini – Presidente di Archeoclub d’Italia sede di Venezia – per la fauna acquatica.
Al centro della zona più conservata, ricca di biodiversità e attività di pesca e agricoltura, il Lazzaretto Nuovo è ormai diventato oggi un centro propulsore e un avamposto sul campo per istituzioni scientifiche, scuole e realtà del territorio.
Entro il recinto storico, il giardino dell’isola ha gelsi secolari posti lungo i viali a raggiera di impianto austriaco, frassini e pioppi, alberi da frutto rinselvatichiti. Il “Sentiero delle Barene” è la passeggiata naturalistica esterna alle mura, che valorizza la dimensione paesaggistica dell’isola.
Lungo circa un chilometro, ricalca l’antico “giro di ronda” dei militari. È allestito con il Museo di Storia Naturale di Venezia e dedicato alle “barene”, l’ambiente più particolare dell’ecosistema lagunare oggi a rischio di scomparsa.
Fra “ghebi”, piante alofile, boschetti di allori, biancospino, pruni, ligustro, caprifoglio, cannuccia palustre, offre una visuale a 360 gradi di fronte a Venezia”.
Partenza il 26 Aprile dal Lazzaretto Nuovo di Venezia, dove nacque la prima Quarantena del Mondo Occidentale.
Il cammino di Vienna non nasconde la sua drammaticità!
“Il cammino di Vienna Cammarota nostra Ambasciatrice, non nasconde la sua drammaticità perché sarà un Cammino di Pace in epoca di Guerra – ha affermato Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale di Archeoclub D’Italia – e dunque un cammino coraggioso con le bandiere della pace e dell’Italia”.
E non è escluso che la Cammarota possa collegarsi con le chiese italiane, l’8Maggio, in occasione della Giornata Nazionale “Chiese Aperte” organizzata da Archeoclub D’Italia per promuovere il Patrimonio Culturale.
Di recente Vienna Cammarota, appena il 2 Aprile, ha terminato il cammino sulla Via Regia delle Calabrie, 182 km, 22 borghi, per riscoprire le taverne, le osterie dell’ ‘800 sulla Napoli – Reggio Calabria dell’ ‘800, grazie allo studio dello storico della Cartografia del Regno di Napoli, Luca Esposito.