Il Decreto firmato dal Ministro Patuanelli nel mese di marzo, ha apportato sostanziali modifiche al primo bando, oltre alla riduzione della percentuale del contributo a fondo perduto (era dal 65 al 90%), ha stabilito che un’azienda primaria agricola, non potrà installare impianti sui tetti oltre la potenza media consumata dall’azienda stessa nei tre anni precedenti. Si potranno installare pannelli fotovoltaici limitatamente a soddisfare il fabbisogno energetico dell’azienda.
Oggi è ancora in discussione la percentuale del contributo a fondo perduto, che varierà dal 50 sino al 70% (giovani agricoltori). Il bando in Sardegna e in Italia, essendo una misura nazionale, ha una dotazione di 1.500 milioni di euro a valere su fondi PNRR. Beneficiari: imprenditori agricoli professionali IAP, Coltivatori diretti, imprese agroindustriali. Sono escluse le aziende esonerate dalla tenuta della contabilità IVA (cioè quelle con volume affari annuo inferiore a 7 mila euro). Spesa massima ammissibile: 700 mila euro Iva esclusa. Potenza minima ammissibile: 6 KWP, spesa massima riconosciuta pari a €. 1.500,00 /KWP.
L’intervento è mirato al raggiungimento dell’autonomia energetica dell’azienda agricola, calcolata sul consumo medio della stessa, la parte eccedente verrà immessa in rete e venduta al GSE Spa, secondo il prezzo indicato nel bando. Le spese ammesse includono i seguenti costi: progettazione, asseverazioni ed altre spese professionali comunque richieste dal tipo di lavori, comprese quelle relative all’elaborazione e presentazione dell’istanza. Spese di rimozione e smaltimento dell’amianto, ove presente. Fornitura e messa in opera dei materiali necessari alla realizzazione degli interventi. Demolizione e ricostruzione delle coperture. Installazione dei moduli fotovoltaici, inverter, sofware di gestione, sistemi di accumulo, colonnine di ricarica elettrica per le macchine agricole. Direzione lavori. Costi connessione alla rete. L’incentivo è cumulabile con altri incentivi in conto capitale o conto energia, nei limiti previsti dagli aiuti di stato.
L’erogazione del contributo avverrà in due trance: anticipazione fino a un 30% con apposita fidejussione e saldo. Gli interventi ammessi all’agevolazione, da realizzare sui tetti dei fabbricati strumentali dell’attività agricola, zootecnica e agroindustriale, accatastati nel catasto dei fabbricati, prevedono: Acquisto e posa in opera di pannelli fotovoltaici, unicamente all’esecuzione di una o più dei seguenti interventi: rimozione e smaltimento dell’amianto dai tetti. Realizzazione dell’isolamento termico dei tetti. Realizzazione di un sistema di aerazione connesso alla sostituzione del tetto (intercapedine d’aria).
“Come Centro Studi Agricoli”, dichiara Tore Piana, “stiamo chiedendo al Ministro dell’Agricoltura Patuanelli, preso atto del cambiamento della situazione mondiale a causa del conflitto in Ucraina, una modifica al decreto e d’inserire nel futuro bando l’indicazione di non dover limitare la potenza dei KW da installarsi sui tetti delle aziende agricole, ma di poter installare il massimo consentito per un’azienda agricola, che è di 200/Kw. Considerando che 1 Kw corrisponde a circa 6 Mq di pannelli”. Concludendo Tore Piana, precisa che questa misura è diversa da quella sull’agrivoltaico, il cui bando dovrà essere pubblicato presumibilmente tra settembre e ottobre, bando che prevede un contributo per installazione di pannelli ad altezza di 3 o 4 metri da terra, posti sopra strutture in metallo, con obbligo di coltivazione di colture agricole in ombra (vite, piante a frutti rossi etc).