“Attraverserò il territorio russo e sarà una parte importante del percorso. Partirò dunque dal Lazzaretto Nuovo di Venezia perché un luogo davvero importante, un’isola prima abbandonata ed oggi museo ambientale, storico ed archeologico. Al Lazzaretto è possibile trovare addirittura i disegni sui quali si notano i segni delle pinze che venivano bruciate per sanificare gli ambienti. E’ un sito davvero unico che consente anche turismo, immergendosi nella storia. E la stampa che verrà il 26 Aprile avrà modo di vedere e filmare le casette dove venivano isolati i malati di peste ma anche i numerosissimi ed importanti reperti archeologici venuti alla luce durante gli scavi e risalenti a molteplici epoche ed ancora antichi graffiti, i resti umani di giovani che persero la vita colpiti dalle epidemie. Io partirò dunque da un luogo forte che rappresenta anche un messaggio sul tema dei cambiamenti climatici in quanto l’isola del Lazzaretto Nuovo è una fotografia del sistema ecosostenibile della Laguna di Venezia, la più importante d’Europa e non solo. Dunque attraverserò i Balcani e lungo il cammino anche altri territori complessi ma belli come ad esempio la Georgia. Con ogni probabilità i chilometri da percorrere saranno circa 22.000 ma non escludo deviazioni per attenermi ai cambiamenti che magari potrebbero esserci stati sulla Via della Seta”. Lo ha affermato Vienna Cammarota, Ambasciatrice Archeoclub D’Italia di anni 72, camminatrice di lunga tradizione che sarà la prima donna al mondo a partire da Venezia per raggiungere a piedi Pechino percorrendo la Via della Seta in epoca contemporanea.
Vienna Cammarota arriverà in Cina non prima del Dicembre del 2025, a 75 anni compiuti, dopo 22.000 km percorsi, e ad avere attraversato: Slovenia, Croazia, Serbia, Bulgaria, poi scenderò verso la Turchia, Georgia, Iran. Turkimenistan, Azerbaigian, Uzbekistan, Kirghizistan, Kazakistan, Mongolia, poi Cina.
Vienna partirà dal Lazzaretto Nuovo di Venezia, Martedì 26 Aprile. Alle ore 11 la camminatrice visiterà l’Isola del Lazzaretto Nuovo, accompagnata da Gerolamo Fazzini, Presidente di Archeoclub D’Italia sede di Venezia, da Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale di Archeoclub D’Italia, dal Comune di Venezia, dalla Presidente della Fondazione Donà Dalle Rose, Contessa Chiara Modica Donà Dalle Rose, dalla fondatrice e Vice Presidente Nazionale dell’Associazione “Ambasciatori di Cultura lungo la Via della Seta”, Claudia Buccellato Vozza ed ancora da Giuseppe ZHU, Presidente dell’Associazione Italia – Cina di Shangai. Non è esclusa la presenza degli Studenti del Dipartimento di Lingue Orientale dell’Università Cà Foscari di Venezia.
Vienna parte in quanto innamorata della storia e sarà testimonial del Made in Italy nel Mondo.
“L’idea nasce dalla curiosità e dalla storia, perché personalmente sono molto legata alla storia e terminato il Viaggio in Italia dello scrittore tedesco Wolfgang Goethe che ho compiuto dal 2017 al 2018, mi sono innamorata di Marco Polo ed ho capito che non è molto conosciuto dai veneziani e da tutti gli italiani. Su Marco Polo sto imparando tante cose, lo sto studiando ed ho visto che è stato davvero un grande osservatore. Io porterò l’Italia perché racconterò Marco Polo ma avrò con me anche delle foto – cartoline del nostro Paese, realizzate appositamente da un fotografo. Io dico sempre che la storia – ha continuato la Cammarota – la cultura ma nello specifico l’archeologia mi hanno fatto scoprire tante cose che non sapevo ed durante il cammino andrò alla scoperta proprio di siti culturali, già nella parte del Nord dell’Italia.
Sarà anche un percorso di integrazione culturale tra popoli diversi, Italia inclusa. Ho un fisioterapista che mi sta seguendo a distanza ma sto affrontando anche una preparazione psicologica. Con me avrò una telecamera Go – pro che mi consentirà di registrare tutto che vedrò, un telefono satellitare, una app attraverso la quale il team di medici potrà controllare a distanza il mio stato di salute. So che ci saranno momenti davvero impegnativi come ad esempio nell’affrontare il freddo della Mongolia, ma sono pronta. La paura c’è ed è parte di qualsiasi essere umano, ma inferiore alla voglia di vedere, raccontare, incontrare”.
Dunque il cammino della rinascenza, della speranza.
“Vienna Cammarota, inizierà il suo cammino verso Pechino, da un luogo molto importante per la storia di Venezia e dell’Europa. Il Lazzaretto Nuovo è tra i lazzaretti veneziani, l’unico ad essere stato pienamente recuperato in questi ultimi decenni. Oggi, dopo i molti restauri realizzati – ha affermato Gerolamo Fazzini, archeologo e Presidente di Archeoclub D’Italia sede di Venezia, alla vigilia della partenza di Vienna Cammarota – oltre agli aspetti storico-archeologici e monumentali, è usufruibile anche come area naturalistica e ambientale: un ecomuseo. A Venezia dopo il “Lazzaretto vecchio” (1423), primo lazzaretto della storia, dove erano isolati i casi manifesti di peste, nel 1468 venne istituita una seconda struttura sanitaria che aveva il compito di isolare i sospetti, detto “lazzareto novo” per distinguerlo dall’altro già esistente, Lazzaretto Vecchio. Dunque è qui che è nata la prima quarantena, vedremo il green pass, con l’uso delle tecniche di sanificazione. Interessanti sono l’area archeologica, il Tezon Grande oggi museo con numerosi reperti, poi la Cinta Muraria con il belvedere, il Sentiero delle Barene in grado di mostrarci la Laguna nel suo stato d’origine”.
I grandi reperti archeologici e storici al Lazzaretto Nuovo.
“Riportate alla luce strutture e pavimentazioni delle contumacie, i resti della piccola chiesa di San Bartolomeo con fondazioni medioevali, confermando la presenza di vaste aree cimiteriali interne ed esterne al circuito murario – ha proseguito Fazzini – e restituendo la documentazione materiale riferibile alla curiosa vita umana che ha avuto luogo sull’isola, anche con l’acquisizione di nuovi dati paleo-antropologici e paleo-patologici. I resti in situ sono oggi idoneamente protetti e ricoperti, e sono documentati con pannelli didattici che illustrano nel dettaglio l’articolazione delle varie zone, lungo il percorso di visita allestito all’interno dell’isola tra il “priorado”, le “camere di contumacia” (casette), i “forni da pane”, i pozzi “alla veneziana”, l’area cimiteriale. Negli ultimi anni le ricerche si sono concentrate nell’area di nord-est dell’isola dove doveva trovarsi l’abitazione del Priore e nella vicina area dei forni da pane; e inoltre nell’area meridionale esterna alle mura del Camposanto con un saggio antropologico. Importanti anche le indagini archeo-antropologiche, condotte dall’Università dell’Australia Occidentale di Perth (UWA) – Centre for Forensic Science, nell’area del cimitero cristiano o Campo Santo del Lazzaretto Nuovo. Questo cimitero murato sorse probabilmente già durante la presenza religiosa medioevale nell’isola; fu usato durante i periodi più severi della peste tra il XVI e il XVII secolo come fossa comune e poi fino all’epoca napoleonica. Fu quindi inglobato nel terrapieno del bastione militare austriaco, dove si trova in ottime condizioni di conservazione. Occupa un’area esterna alle mura, di circa 25 m x 25 m, sul lato meridionale dell’isola. Dal numero di scheletri, anche se assai frammentati, che sono stati finora individuati, si presume che si trovino depositati in questa struttura almeno 2.500 individui. Inoltre non si sa se ci siano nei terrapieni e zone circostanti altre aree cimiteriali; ad esempio non è stato ancora individuato il limite con il vicino “Campo dei Tripolini” (cimitero musulmano) che da documenti d’archivio sappiamo essere stato vicino e confinante. Gli studi attualmente in corso, che comprendono analisi di laboratorio, istologiche e del DNA particolarmente avanzate, si presentano come una opportunità di grande interesse per capire (da una prospettiva scientifica) un periodo storico ben documentato della storia europea e in particolare di quella veneziana. I risultati del lavoro ci diranno come vivevano i “Veneziani Antichi”, quali erano le loro condizioni di vita e il loro ambiente”.