Vienna è in Friuli!
E’ a Latisana!!Ora Vienna Cammarota è entrata in Friuli Venezia – Giulia e domani sarà a Palmanova!
Vienna Cammarota, anni 72, Ambasciatrice dell’Associazione Culturale italiana, Archeoclub D’Italia, è partita dall’Isola del Lazzaretto Nuovo di Venezia, destinazione Pechino!
L’Associazione Italia – Cina le ha donato il cappello della Ferrari con il quale Vienna camminerà attraversando 15 Paesi.
Ma soprattutto l’Ambasciatrice di Archeoclub D’Italia porterà all’estero il Gonfalone di Venezia con la scritta “pace”.
Vienna Cammarota (Ambasciatrice Archeoclub D’Italia, camminatrice di lunga tradizione): “Nel pomeriggio sono arrivata a Latisana e qui c’è una meravigliosa pista ciclabile che collega Latisana a Lignano, dunque una cultura molto green. Credo che varcherò il confine con la Slovenia tra il 2 – 3 Maggio, sono a circa 100 km dalla Slovenia”.
Luca Zaia (Presidente della Regione Veneto ) : “Vienna Cammarota, per portare un messaggio di pace lungo tutta la Via della Seta, seguendo il Milione di Marco Polo, arrivando a Pechino. Un messaggio di pace che la bandiera di Venezia reca in sé, essendo il vessillo con il Leone di San Marco l’unico al Mondo ad avere proprio la parola “Pace”.
Rosario Santanastasio (Presidente Nazionale Archeoclub D’Italia) : “Al centro c’è un concetto fondamentale: con la cultura possiamo migliorare la società. Oggi i giovani sono quasi tutti incollati a smartphone o dinanzi ai computer ed invece Vienna che di anni ne ha 72 ci trasmette un messaggio diverso. Lei il cellulare lo usa solo per comunicare l’essenziale e condividere il bello”.
Ecco le immagini
“Nel pomeriggio sono arrivata a Latisana e qui c’è una meravigliosa pista ciclabile che collega Latisana a Lignano, dunque una cultura molto green.
Credo che varcherò il confine con la Slovenia tra il 2 – 3 Maggio, sono a circa 100 km dalla Slovenia, a 140 Km da Lubiana. E’ stato un percorso pianeggiante, privo di difficoltà.
L’idea di questo cammino era già stata programmata nel 2000 ma nel tempo, questo cammino è diventato il cammino della pace.
All’inizio era mosso solo dalla voglia di scoprire, di conoscere, dalla curiosità di abbracciare altri popoli, ora invece è un cammino di pace. Domani arriverò a Palmanova dopo avere percorso circa 38 Km a piedi!”.
Lo ha affermato Vienna Cammarota, anni 72, camminatrice di lunga tradizione che sarà la prima donna al mondo a partire da Venezia per raggiungere a piedi Pechino percorrendo la Via della Seta in epoca contemporanea.
Un cammino di pace iniziato ieri dal Lazzaretto Nuovo di Venezia, un’oasi naturalistica, importante museo archeologico, storico ed ambientale, grazie al quale è possibile conoscere la storia di Venezia.
E in tutto il Mondo si parla della grande impresa della donna cilentana, Ambasciatrice di Archeoclub D’Italia. “Italian Grandmother sets off on 22.000 km hike in footsteps of Marco Polo”, titola The Independent, “Auf Marco Polos Spuren: Italienerin wandert von Venedig bis Peking” titola il tedesco Der Standard, “Italian woman, 72, to walk Marco Polo’s path from Venice to Beijng” titola il The Guardian, ed ancora 72 – letnia Wloszka wyruszyla w piesza…” titola TVN24 in Polonia, e numerosissime le agenzie di stampa internazionali che stanno battendo dichiarazioni di Vienna riportando in modo ampio la storia dell’Ambasciatrice Archeoclub D’Italia dall’austriaca APA, alla russa TASS, dalla spagnola EFE, alla polacca PAP, alla tedesca DPA.
Dunque è Vienna Cammarota patrimonio anche del Mondo con la sua storia di condivisione.
E domani Vienna, partirà alle 6, questo è l’orario solito in cui la Cammarota inizia il cammino.
“Al centro c’è un concetto fondamentale: con la cultura possiamo migliorare la società. Oggi i giovani sono quasi tutti incollati a smartphone o dinanzi ai computer ed invece Vienna che di anni ne ha 72 ci trasmette un messaggio diverso.
Lei il cellulare lo usa solo per comunicare l’essenziale e condividere il bello. Ad esempio Vienna – ha affermato Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale di Archeoclub D’Italia – oggi è arrivata a Latisana.
Si tratta di un borgo della bassa pianura veneto – friulana, sulla sponda sinistra del basso corso del fiume Tagliamento e fa parte della regione storico-geografica della Bassa Friuliana. E’ un paesino che ha poco più di 13.000 abitanti.
Il territorio, interamente pianeggiante è oggi prevalentemente adibito a usi agricoli. Nelle aree golenali del fiume Tagliamento (ossia nella striscia di terreno compresa tra il fiume e gli argini e soggetta a periodici allagamenti) sopravvivono aree boschive di modesta entità. Fino ai primi decenni del ‘900, una parte consistente del territorio era occupata da paludi e foreste. Anche Latisana ha una grande storia.
Si tratta, infatti di un territorio abitato dall’epoca preistorica, come testimonia il ritrovamento di resti umani neolitici (VI-V millennio a.C.) in località Piancada, nel vicino comune di Palazzolo dello Stella.
Non ci sono dati certi sull’origine romana di Latisana, ma solo ipotesi basate su un diario del 333, redatto da un pellegrino d’Aquitania.
L’origine romana di Latisana è inoltre attestata dal suo nome prediale, ossia derivato da quello del colono romano che si chiamava Atisius o Tisius, probabilmente un ex legionario di rango, al quale fu assegnato un fondo durante il periodo della centuriazione dell’agro aquileiese.
Anche Latisana è ricca di chiese che conservano un notevole patrimonio storico. Non mancano tracce della Serenissima alla quale Latisana appartenne fino al trattato di Campoformio del 1797. Questo territorio è stato importante anche per le sorti della Seconda Guerra Mondiale.
L’11 novembre 1873 fu inaugurato il primo ponte sul Tagliamento che univa stabilmente Latisana al resto d’Italia: era costituito da 13 campate in legno, era lungo 170 metri e alto 10 metri sul livello del fiume e sostituiva il transito pericoloso di uomini e carri fra le due sponde tramite un passo a barca ancorata ad un verricello.
Le due Grandi Guerre del novecento videro Latisana protagonista data la sua posizione geografica e strategica. Nel 1917, a seguito della rotta di Caporetto, Latisana, come tutto il Friuli, venne occupata dall’esercito austro-ungarico.
Nel corso della ritirata la cittadina fu pesantemente bombardata: oltre 100 case, le sue chiese e i due ponti, stradale e ferroviario, furono distrutti. Oltre 160 latisanesi morirono complessivamente nel corso della Grande Guerra.
La Seconda guerra mondiale coinvolse la cittadina friulana in modo ancora più disastroso. A partire dal 10 settembre 1943, in seguito all’ armistizio di Cassibile, fu inclusa insieme al resto del Friuli e alla Venezia Giulia nella Zona di Operazioni del Litorale Adriatico, posta sotto il diretto controllo del Terzo Reich.
Il 19 maggio 1944, il bombardamento degli Alleati (che ebbe come obiettivo i due ponti stradale e ferroviario sul fiume Tagliamento) provocò 88 morti e la distruzione completa del centro di Latisana. Latisana fu liberata dalle truppe alleate il 1º maggio 1945.
Come non citare il Premio Nobel per la letteratura Ernest Hemingway che di passaggio a Latisana incontrò per la prima volta la sua futura amante Adriana Ivancich.
Questo evento è stato narrato nel romanzo Di là del fiume e tra gli alberi, pubblicato nel 1950. Il luogo dell’incontro è oggi segnalato da una targa commemorativa, installata in occasione del 70º anniversario dell’evento. Hemingway fece ritorno a Latisana il 15 aprile 1954 in occasione di un suo viaggio in Italia.
Nel 1959 la frazione di Lignano Sabbiadoro, nel frattempo affermatasi come località balneare di fama internazionale, diventò comune autonomo. Ci sono chiese importanti come il Duomo di San Giovanni Battista, la Chiesa di Sant’Antonio, la Chiesa della Beata Vergine delle Grazie, la Chiesa di Santa Maria del Mare, la Chiesa di Sant’Anna, la Cappella dell’ospedale, la Chiesa della Madonna della Strada, la Chiesa di Santa Maria Maddalena, la Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo Apostoli, la Chiesa dello Spirito Santo, la Chiesa di San Giuseppe Sposo della Beata Vergine Maria. Domani Vienna arriverà a Palmanova, non prima delle ore 14!”.
Cappello della Ferrari ma anche la Bandiera di Venezia!
Alla partenza dal Lazzaretto Nuovo anche i saluti del Comune di Venezia!
“Partire dal Lazzaretto Nuovo, simbolo della lungimiranza di Venezia – ha dichiarato Deborah Onisto, Vice Presidente della Commissione Cultura del Comune di Venezia – e riprendere il percorso di Marco Polo, ha una valenza di condivisione e di arricchimento con gli altri popoli. Venezia è sempre stata città del Mondo, città della pace. Qui a Venezia ogni popolo ha potuto trovare non solo il florido commercio ma anche attività culturali, sociali. Venezia rappresenta il simbolo del percorso di pace e di condivisione”.
Ed in Cina Vienna porterà il cappellino della Ferrari, consegnatole da Giuseppe Zhu, Presidente dell’Associazione Italia – Cina. Per l’Ambasciatrice di Archeoclub D’Italia si preannuncia una grande accoglienza a Pechino.
Vienna è stata accolta da Gerolamo Fazzini, Presidente Archeoclub D’Italia sede di Venezia che le ha donato il gonfalone di Venezia con la parola “pace”.
Ed anche il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha voluto salutarla.
“Era il 1423 quando la Repubblica di Venezia aprì il primo lazzaretto della storia. Si trovava su un’isola nella laguna centrale della città – ha affermato Luca Zaia, Presidente della Regione Veneto – vicina al Lido e di fronte al bacino di San Marco. Fu poi nel Lazzaretto Nuovo, per distinguerlo da quello vecchio, che venne inventata la “quarantena”, cioè quaranta giorni di isolamento, per le navi chje arrivavano a Venezia da molti luoghi del Mediterraneo.
Ed è proprio dal Lazzaretto Nuovo che parte Vienna Cammarota, per portare un messaggio di pace lungo tutta la Via della Seta, seguendo il Milione di Marco Polo, arrivando a Pechino. Un messaggio di pace che la bandiera di Venezia reca in sé, essendo il vessillo con il Leone di San Marco l’unico al Mondo ad avere proprio la parola “Pace”.
Quella che mi auguro possa essere raggiunta al più presto in Ucraina, non con le armi ma con il linguaggio della diplomazia, affinché non perdano la vita altre persone. Ben vengano, dunque, iniziative come questa che sono promotrici del valore universale della pace e del rispetto attraverso il dialogo in ogni aspetto della vita sociale e civile.
Colgo, inoltre, l’occasione per ringraziare la sede di Venezia dell’Archeoclub D’Italia per l’impegno nel valorizzare questo luogo tutelando la nostra memoria storica”.
Vienna Cammarota arriverà in Cina non prima del Dicembre del 2025, a 75 anni compiuti, dopo 22.000 km percorsi, e ad avere attraversato: Slovenia, Croazia, Serbia, Bulgaria, poi scenderò verso la Turchia, Georgia, Iran. Turkimenistan, Azerbaigian, Uzbekistan, Kirghizistan, Kazakistan, Mongolia, poi Cina.
Ma ecco perché Vienna Cammarota è partita dall’Isola del Lazzaretto Nuovo di Venezia!
“Vienna Cammarota, ha iniziato il suo cammino verso Pechino, da un luogo molto importante per la storia di Venezia e dell’Europa. Il Lazzaretto Nuovo è tra i lazzaretti veneziani, l’unico ad essere stato pienamente recuperato in questi ultimi decenni.
Oggi, dopo i molti restauri realizzati – ha affermato Gerolamo Fazzini, archeologo e Presidente di Archeoclub D’Italia sede di Venezia, alla vigilia della partenza di Vienna Cammarota – oltre agli aspetti storico-archeologici e monumentali, è usufruibile anche come area naturalistica e ambientale: un ecomuseo.
A Venezia dopo il “Lazzaretto vecchio” (1423), primo lazzaretto della storia, dove erano isolati i casi manifesti di peste, nel 1468 venne istituita una seconda struttura sanitaria che aveva il compito di isolare i sospetti, detto “lazzareto novo” per distinguerlo dall’altro già esistente, Lazzaretto Vecchio. Dunque è qui che è nata la prima quarantena, vedremo il green pass, con l’uso delle tecniche di sanificazione. Interessanti sono l’area archeologica, il Tezon Grande oggi museo con numerosi reperti, poi la Cinta Muraria con il belvedere, il Sentiero delle Barene in grado di mostrarci la Laguna nel suo stato d’origine”.