“Il Lazzaretto Nuovo di Venezia ha un’importanza storica perché è un’isola che garantisce il rispetto della memoria, delle tradizioni lagunari, della storia ricchissima di Venezia dei suoi commerci con l’Oriente e tutto questo è documentato dagli scavi e questo territorio può dire ancora tanto”, ha dichiarato Gerolamo Fazzini, Presidente Archeoclub D’Italia della sede di Venezia.
Per Vienna si stanno mobilitando le scuole, in particolare a Napoli, dove l’Ambasciatrice di Archeoclub D’Italia ed il Presidente Nazionale, Rosario Santanastasio, parleranno ai ragazzi del patrimonio culturale con lezioni innovative all’aria aperta, nel cuore del patrimonio ambientale di Napoli.
Il Lazzaretto Nuovo sta riscontrando in questi tempi davvero un grande successo internazionale. “Il Lazzaretto Nuovo di Venezia ha tre importanze. Un’importanza storica in quanto luogo dove è stata messa a sistema la quarantena – ha affermato Giorgia Fazzini, di Archeoclub D’Italia di Venezia Responsabile Comunicazione dei Lazzaretti Veneziani – e dunque quest’isola del Lazzaretto Nuovo è stata la soglia di Venezia per tre secoli e quindi una porta cruciale, una sorta di quello che oggi noi potremmo definire un hub internazionale, una cerniera fra Oriente ed Occidente; ha un’importanza ambientale perché con il Sentiero delle Barene che, è un percorso naturalistico, racconta l’ambiente più particolare della Laguna di Venezia e quindi quel rapporto molto delicato fra uomo ed ambiente al tempo dei cambiamenti climatici. La scomparsa delle Barene testimonia uno squilibrio rispetto alla grande attenzione che la Repubblica di Venezia per secoli ha posto nei confronti del suo immediato territorio e nei confronti del suo arcipelago domestico. Inoltre il Lazzaretto Nuovo è un’isola che ha la sua importanza anche come progetto di recupero. Infatti è l’unica isola recuperata con un progetto non profit ed è una rigenerazione urbana partecipata da migliaia di persone che sono i volontari di Archeoclub D’Italia sede di Venezia e l’Ekos Club, da centinaia di studenti di ogni ordine e grado che tutti gli anni vengono non solo a studiare il territorio, a studiare la storia, l’ambiente, la città, la società veneziana ma anche ad applicare ciò che studiano perché è un vero e proprio laboratorio sul campo che unisce la teoria alla pratica. Sono le persone, insieme alle istituzioni, che se ne sono presi cura”.
Da territorio abbandonato a territorio recuperato. “Il Lazzaretto Nuovo è un luogo di cui la gente si è preso cura e che allo stesso tempo ha curato le persone. Un progetto no profit che è riuscito a fare di quest’isola una sede museale – ha concluso Giorgia Fazzini – e questo perché promuove un progetto veneziano che si chiama “lazzaretti veneziani” che sostiene il recupero museale del quale si parla da 20 anni e riguardante il Lazzaretto Vecchio, altra isola e che è stato il primo ospedale pubblico nella storia occidentale per malattie contagiose. Il Lazzaretto Nuovo è un luogo partecipato anche in termini di collaborazioni perché non è soltanto la partecipazione diretta delle persone ma anche di moltissime realtà del Terzo Settore, delle istituzioni, del Comune di Venezia, della Regione, della Provincia, di molte Università e del mondo delle imprese. E’ un luogo in cui l’Agenda 2030 trova 11 obiettivi su 17 realizzati”.
Vienna Cammarota inizierà il cammino dal luogo della Rinascenza, un tempo territorio abbandonato, ora meraviglioso eco – museo dove è possibile vedere come era la Laguna allo stato d’origine, la sua evoluzione, conoscerne la storia. Lì dove nacque la prima quarantena del Mondo Occidentale.
Per lei le scuole stanno organizzando iniziative particolari, come ad esempio a Napoli, dove prima della partenza Vienna Cammarota incontrerà studenti per lezioni all’aperto.
Attraverserà la Slovenia, la Croazia, la Serbia, arriverò in Bulgaria, poi scenderà verso la Turchia, la Georgia, Iran, Turkimenistan, Azerbaigian, Uzbekistan, Kyrgyzstan, Kazakistan, Mongolia ed entrerà in Cina concludendo a Pechino non prima di 4 anni di cammino.
“Non si può non visitare il Lazzaretto Nuovo. E’ luogo della rinascenza perché è al Lazzaretto Nuovo che è possibile ammirare un patrimonio ambientale unico, laboratorio anche sul fronte dei cambiamenti climatici ma allo stesso tempo vedere documenti particolari della storia della Repubblica di Venezia – ha dichiarato Vienna Cammarota, Ambasciatrice di Archeoclub D’Italia nel Mondo – dell’Italia e dell’Europa. Numerosissimi sono i reperti rinvenuti e ben conservati all’interno di un museo ben curato ed il tutto in un contesto ambientale lagunare che oramai è laboratorio anche di conoscenza sui cambiamenti climatici soprattutto dopo gli eventi del 2019″.
Compagno di cammino sarà il libro di Marco Polo: Il Milione.
“C’è una pace piena grazie ad un patrimonio ambientale, archeologico e dunque storico molto ben gestito e conservato. Al Lazzaretto Nuovo convivono archeologia, antropologia e ambiente. Archeologia perché c’è un museo al cui interno è possibile ammirare oggetti – ha concluso Cammarota – numerosissimi reperti rinvenuti durante le campagne di scavo. Antropologia in quanto lo stesso museo conserva documenti inediti riguardanti l’esistenza della vita umana in Laguna ma non è secondario il patrimonio ambientale di fondamentale importanza. Al Lazzaretto si può fare trekking ma conoscere anche il patrimonio archeologico, dunque davvero un museo della memoria storica! La storia io la prendo dall’Archeologia. Ad esempio quando entro in un parco archeologico io mi immergo in quei tempi e nella storia nella nostra identità perché noi veniamo da quella storia. Ogni popolo è figlio della sua storia. L’Italia ha una sua storia davvero ricca di eventi e che oggi si traduce nei meravigliosi monumenti, beni culturali che ha. Io dunque porterò le bellezze italiane nel mondo e dunque lo splendore dell’Archeologia italiana e lo farò con la bandiera, con materiale informativo, immagini ma cercherò di scoprire anche in quei luoghi la bellezza dell’archeologia incontrando per strada costruzioni romane ma anche testimonianze risalenti all’epoca di Marco Polo ed io raccoglierò in un mio diario tutto questo”