A vita è Suonno (Life is a Dream).Paʃqà realizza il progetto di un album sulla ricerca del Sé Attraverso l’indagine dell’alterità.Il 26 maggio la presentazione dal vivo a Beirut, Libano. Il 9 giugno a Napoli.
Il progetto
Paʃqà è Pasquale Porciello, musicista, ma anche un giornalista, da quasi dieci anni in Libano come corrispondente per l’Italia. In Libano ha trovato non solo una casa, dopo esser andato via dalla sua
Napoli, ma anche un mondo di influenze, di cultura e di suoni, che emergono con forza nel suo primo album.
“‘A vita è Suonno” è un concept album scritto in lingua napoletana e registrato a Beirut dall’artista Paʃqà, punto di contatto tra le sue due vite e le sue identità, umane ed artistiche.
“A vita è Suonno” prende ispirazione dal titolo e dalla ricerca tematica di Pedro Calderòn de La Barca, l’ultimo grande autore spagnolo del Siglo de Oro, autore dell’opera “La vida es sueño”, ulteriore punto di incontro tra culture e influenze, che rende il progetto di Paʃqà un melting pot suggestivo e affascinante.
Il progetto vede il coinvolgimento di musicisti, artisti, video-maker, tecnici del suono, giornalisti, documentaristi italiani, libanesi, armeni, siriani e iraniani, i cui punti di incontro sono il Libano e Beirut.
Il concept album
L’idea intorno a cui ruota il tema dell’album è la ricerca e il raggiungimento del Sé, attraverso lo scardinamento del positivismo dogmatico, nonché del dilagante culto della tecnica.
Questo concept album trova le sue peculiarità nel voler raccontare in modo autentico questioni esistenziali, da sempre al centro della ricerca e dell’attenzione di filosofi, pensatori, mistici e di ognuno di noi.
Otto canzoni e una composizione strumentale raccontano questo viaggio alla ricerca di sé e alla scoperta del mondo, trattano dei sentimenti e dei rapporti fondamentali dell’esistenza: la paura di sbagliare strada, la frammentazione, l’amicizia falsa, l’amore incompreso, la separazione, il perdono profondo di sé e dell’altro. E poi ancora: la notte e la rinascita e finalmente l’incontro con l’anima. Non solo: il concept album è un vero percorso da esperire, poiché culmina con il ricongiungimento tanto anelato con la propria anima.
Questo concept album è un viaggio che trascende dalla dimensione prettamente utilitaristica e auto-referenziale, permettere quindi all’ascoltatore di incontrare una parte di Sé inedita.
A conferire ulteriore autenticità al progetto ci sono le registrazioni effettuate dal vivo, in presa diretta, di ciascun musicista coinvolto, ad assecondare una certa esigenza artistica di riportare la naturalezza e la bellezza del poter suonare insieme.
Napoli e il Libano
Il napoletano è la lingua madre dell’artista che ha voluto sperimentare con le sonorità contaminandole con un approccio internazionale e trasversale: l’ascolto risulta pertanto stratificato e avvincente, nonché legato a melodie che strizzano l’occhio alla grande tradizione autoriale napoletana.
Il linguaggio è stratificato, ma aspira a rimanere semplice e mai sofisticato nell’intento di arrivare a tutti e a ciascuno. La scelta del napoletano non è unicamente stilistica, per quanto la sua ricchezza si presti perfettamente alla creazione artistica. Scrivere, cantare in napoletano, permette di
saltare l’ostacolo del significato per provare ad arrivare direttamente al cuore anche di chi del napoletano non ha mai sentito parlare attraverso quella funzione archetipica della lingua madre fatta di suoni, frequenze, vibrazioni prima ancora che di parole.
La scelta di registrare e proporre un progetto artistico in questo preciso momento storico in un Libano che versa in condizioni drammatiche di crisi da oltre due anni è la dimostrazione che l’arte sublima la vita, ne è il senso primo e ultimo, punto di partenza, direzione e méta. Mai come in un momento del genere di buio totale, di mancanza di punti di riferimento, l’arte vive e fa vivere.
Beirut e il Libano simboleggiano la difficoltà di capire e raccontare la complessità senza banalizzarla, la frammentazione dell’uomo, lo sforzo di chi prova a cercarsi e a fare senso di sé, tutti i giri a vuoto. Beirut catalizza mondi lontani, in conflitto, confusi, scontri e discorsi su identità vere, verosimili e presunte e li restituisce talvolta con grazia e talvolta con violenza al mondo. Beirut è qui il pretesto per raccontare l’uomo con le mille parti di sé e il viaggio che compie per ricomporsi. “‘A vita è suonno” è questo viaggio tra il sonno e la veglia, tra sopra e sotto, dentro e fuori.
Napoli vissuta, respinta, amata, idealizzata, odiata, sognata è il punto di partenza e di arrivo. È il sé lasciato e il Sé trovato. È la zona di conforto, la casa da distruggere, il vecchio da lasciar andare per fare posto al nuovo. E il nuovo è sempre Napoli, ma come una scelta. Napoli è un’Itaca, il viaggio inevitabile da intraprendere controvoglia, la separazione senza la quale il ritorno non avrebbe senso.
Città così diverse e così simili, incroci di lingue e civiltà, di stili e culture, assediate, conquistate, abusate, paradossali, contraddittorie eppure sempre identiche a sé stesse, mai scontate e sempre miracolosamente vive.
Il concerto
Proprio Beirut e Napoli diventano il luogo da dove partire e ripartire: l’anima “viva” del progetto trova espressione in due date-concerto importanti e significative.
Il 26 maggio Paʃqà porterà “‘A vita è suonno” dal vivo a Beirut, al Metro Al Madina, dove presenterà per la prima volta dal vivo i nuovi brani in full band.
Il 9 giugno sarà invece la volta dell’Italia, a Napoli, punto di contatto tra il concept e la realtà, Paʃqà suonerà dal vivo con i musicisti provenienti dal Libano per uno show di presentazione suggestivo e affascinante.
Il crowdfunding e il documentario
È possibile supportare il progetto tramite un crowdfunding, che permetterebbe di coprire le spese di post-produzione, l’incisione di un’edizione limitata di vinili, la realizzazione di materiale di album e del supporto grafico.
Il progetto prevede inoltre la realizzazione di un documentario in collaborazione con la giornalista e videoreporter Sonia Grieco e il filmmaker siriano Qais Al Hamoud Al Trad e di nove tavole, una per ogni brano, dipinte dall’artista iraniana Negin Fallah.
Chi è Paʃqà?
Paʃqà è una sgrammaticatura, un’eccezione alla regola. La «ʃ» presa in prestito dall’alfabeto fonetico indica la pronuncia napoletana della «s» del nome Pasquale.
Pasquale Porciello è un cantante, chitarrista, compositore, arrangiatore e paroliere. Vive da quasi dieci anni a Beirut dove lavora come analista politico esperto di Libano e Medioriente, giornalista (corrispondente dal Libano per Il Manifesto), docente di italiano all’Università Antonina e all’Istituto Italiano di Cultura. Ha studiato cultura, storia, politica e lingue dell’area mediorientale tra Italia, Regno Unito, Siria e Libano. Parla correntemente arabo, inglese, francese, spagnolo, portoghese e italiano, oltre ovviamente al napoletano.
Ha frequentato le classi di Violoncello e Composizione al Conservatorio Cimarosa di Avellino e poi al Regio Conservatorio san Pietro a Majella di Napoli. In Libano si esibisce come cantante, chitarrista e band leader di varie formazioni di musica jazz e popolare brasiliana o come solista ospite di varie formazioni nei jazz club e nei teatri più importanti libanesi. Ha una profonda passione per la canzone classica napoletana che da anni studio. Nel 2021 compaiono i suoi primi lavori come autore, con i primi due singoli: Héloïse e Assafà. ‘A vita è suonno è il suo primo album.
Credits del progetto e strumentisti
Partner e sponsor
Il progetto “‘A vita è suonno” è realizzato con la collaborazione e il sostegno dell’Istituto Italiano di Cultura di Beirut
Link utili e contatti
● Il crowdfunding, dove trovare l’album e contribuire alla campagna
https://www.produzionidalbasso.com/project/a-vita-e-suonno-life-is-a-dream/
● L’evento a Beirut, Libano, 26 maggio
https://www.antoineticketing.com/index.php?event_id=10760
https://www.instagram.com/pasqa_music_official/
https://www.facebook.com/pasqamusicofficial
● Spotify
https://open.spotify.com/artist/7dgKEIpSm4feZXWE33a5zR?si=Utch1AhDRp65C-O05oThfA