di Salvatore Battaglia, Presidente Accademia delle Prefi
A.A.A. Cercasi bagnini in Versilia: «Lavoro troppo duro». La notizia, che stavolta non fa ridere affatto, l’hanno pubblicato parecchi organi di stampa facendo fare un balzo sulla sedia a tutti vacanzieri abituati a fare il bagno nei lidi versiliesi e ad avere a disposizione gli angeli custodi del salvamento ma anche del decoro della spiaggia. Come ha raccontato il presidente dei balneari, Luca Lippi, il numero dei bagnini è diminuito negli ultimi anni e quest’anno ce ne sono ancora meno. Ma soprattutto mancano le nuove leve perché questo mestiere non s’inventa ed è necessario fare corsi e prendere anche un brevetto.Eppure, una volta, soprattutto in Versilia, il bagnino era un mito. Non solo perché raccontato nei film della commedia all’italiana come uno sciupafemmine, ma perché era realmente il principe della spiaggia. Osannato anche dallo scrittore-psichiatra Mario Tobino. Ecco che cosa scriveva: «Il bagnino è cotto dal sole, robusto, calmo sotto i raggi, abile nel nuoto e sui remi. Di solito inoltre è aitante, trionfa di salute; facilmente le ragazze lo contemplano, le signore in molti modi lo lusingano. I fidanzati e i mariti sono lontani, le abitudini, le differenze sociali sono ottuse, quasi cancellate. Il bagnino è servizievole, di una sua ruvida gentilezza».