Antonio Ribezzo (Coordinatore Archeoclub D’Italia del Lazio): “Nel Lazio il modello di chiesa viva del Santuario del Sorbo a Formello ma anche Santa Scolastica del Riparo a Cassino la cui storia è molto legata ai frati di Montecassino e soprattutto alla Seconda Guerra Mondiale. A Terracina, invece visiteremo la chiesa di S. Maria dell’Orazione e Morte con importanti tele del XVIII secolo”.
“Ci crediamo da sempre! Da 28 anni ed ogni anno con “Chiese Aperte” cerchiamo di promuovere e valorizzare anche il patrimonio artistico.
La nostra “storica” manifestazione nazionale delle “Chiese Aperte” è giunta quest’anno alla sua XXVIII edizione. Domenica 8 Maggio ben 60 chiese apriranno il loro patrimonio artistico alla visione di tutti in Italia. Importanti gli eventi nel Lazio. Ad esempio a Cassino vedremo il patrimonio artistico della chiesa extraurbana Santa Scolastica del Riparo.
La prima costruzione risaliva all’VIII sec. e fu distrutta completamente dal terremoto del 1349 e ricostruita più volte successivamente. Distrutta un’ultima volta nella seconda guerra mondiale, come per Montecassino. E’ stata ricostruita dall’Abate di Montecassino Ildefonso Rea negli anni 1970/71 su progetto del monaco ingegnere Don Angelo Pantoni O.S.B.
E’ chiamata “del colloquio” per gli incontri di S. Benedetto con la sorella gemella S.Scolastica, che risiedeva nel vicino convento di clausura di Piumarola”. Lo ha annunciato Antonio Ribezzo, Coordinatore Archeoclub D’Italia del Lazio.
A Terracina una chiesa di fine ‘700
“A Terracina sarà possibile ammirare il patrimonio artistico di S. Maria dell’Orazione e Morte, detta del Purgatorio. La chiesa fu inaugurata nel 1787; essa sorge sui resti della chiesa medievale di S. Nicola, risalente al XII sec. e già parrocchia del borgo suburbano di Cipollata. La costruzione dell’edificio fu promossa e realizzata dalla Confraternita dell’Orazione e Morte di Terracina, che nel 1733 acquistò l’ormai diruto edificio di S. Nicola ed avviò, con autorizzazione vescovile ed utilizzando i lasciti e le “elemosine dei fedeli”, la costruzione della nuova chiesa “dei Suffragi”, come si sarebbe dovuta chiamare all’inizio. I lavori per il nuovo edificio, interrotti nel 1735, ripresero nel 1760, continuando fino al compimento dell’opera, nel 1787, come riportato nel cartiglio inserito nella parte superiore del timpano di facciata; altri interventi si ebbero nel corso dell’800.
E’ un edificio in stile tardo barocco.
L’edificio sacro, realizzato in stile tardo-barocco con innesti rococò, costituisce l’unico esempio cittadino di architettura a pianta centrale con copertura a cupola e sagrato esterno. La grande facciata, caratterizzata da quattro paraste giganti con capitelli compositi e da un timpano superiore con profilo di linee concave e convesse, presenta aperture ellittiche verticali e un’accentuata decorazione in stucco, su cui domina la cornice quadrilobata del timpano contenente l’imponente figure della “Morte Trionfante”, simbolo della Confraternita che realizzò la chiesa raffigurante uno scheletro eretto munito dei suoi tradizionali attributi. L’interno dell’edificio è costituito da un’aula unica a pianta circolare – ha concluso Ribezzo – su cui si aprono quattro nicchioni posti sugli assi ortogonali; essa è divisa da otto paraste con capitelli ionici ed è sovrastata da un cornicione anulare da cui si innalza la grande cupola semisferica. Le superfici sono completamente decorate con stucchi e dipinti murali in trompe-l’oeil, entro cui prevale il tema della morte in forma di figure di scheletri e teschi. Il pavimento, che conserva l’originario rivestimento in maioliche policrome, è collegato all’ambiente sottostante, un tempo adibito a fossa comune per i “poveri morti” tramite due lastre tombali. Sull’altare maggiore, in marmo, si trova una tela del XVIII sec. raffigurante la Madonna che intercede per le anime del Purgatorio presso la Trinità, mentre sull’altare laterale di sinistra, in stucco, è presente una tela dedicata a Tobia con l’arcangelo Raffaele; un’altra tela, purtroppo trafugata alcuni decenni or sono e mai più ritrovata, si trovava sull’altare di destra e rappresentava la Visione di S. Francesco di Paola.
A Formello la straordinaria storia di chiesa viva del Santuario di Santa Maria del Sorbo. In tutti i siti saranno presenti i volontari dell’Archeoclub D’Italia. Le visite saranno possibili dalle ore 9 alle ore 13 e 30 e dalle ore 16 e 30 alle 19″.