“Confedercontribuenti è pronta a denunciare banche, Poste italiane e altri responsabili per induzione all’usura e al rischio di fallimento alle imprese che stanno lavorando con il bonus 110%“.
A renderlo noto oggi è Carmelo Finocchiaro, presidente nazionale di Confedercontribuenti.
Finocchiaro sottolinea: “continua purtroppo il tentativo di far fallire le piccole medie imprese, visto che la cessione del credito resta bloccata per precisa volontà delle banche e per il tentativo da parte organi di governo di bloccare un fondamentale elemento di sviluppo dell’impresa edile.Sono quasi 11mila le imprese che in questo momento vivono la sofferenza di non vedersi pagare le realizzazioni che hanno effettuato sul bonus 110 o su altri bonus. E siccome riteniamo che questo non sia possibile –aggiunge il presidente Finocchiaro-, noi di Confedercontribuenti ci faremo subito promotori di presentare presso il Tribunale penale di Roma questa denuncia circostanziata, ovvero che si stanno inducendo tante imprese a rivolgersi al mondo dell’usura criminale, pur di evitare il fallimento. E dunque questo non è assolutamente possibile. Si intervenga subito”.
“Abbiamo notizie -prosegue il presidente nazionale di Confedercontribuenti-, che di fronte a queste difficoltà, dei pseudo fondi stanno tentando di contattare le imprese e acquisire il credito di imposta con un abbattimento dell’importo nominale del 25/30 per cento. In questo caso –afferma Finocchiaro– la Guardia di Finanza deve identificare chi sono questi personaggi e a chi fanno capo questi fondi ed intervenire immediatamente. Perché qui veramente parliamo di usura. Le imprese disperate spesso cadono in questo sporco gioco ed il rischio è appunto quello di vedersi defraudare di quegli importi che sono il frutto del lavoro quotidiano e onesto di migliaia di imprese italiane”.
“Una delle responsabilità principali -sostiene il presidente nazionale di Confedercontribuenti– è da imputare a Poste Italiane che improvvisamente ha bloccato i crediti (già maturati nei cassetti fiscali) di migliaia e migliaia di piccole e medie imprese. La gravità della situazione –spiega Finocchiaro– è data dal fatto che Poste Italiane è una società sostanzialmente partecipata dal Governo italiano che peraltro ha bloccato pure la funzionalità della stessa Cassa Depositi e Prestiti che viene sempre invocata come l’ente che risolve i problemi delle imprese, ma che invece in questo momento (non scontando il credito d’imposta) è complice di questo gioco di massacrare le imprese italiane. Allora chiediamo alla magistratura competente di intervenire ed individuare le precise responsabilità di tali deprecabili situazioni che oggi rendono creditori di svariati miliardi le piccole e medie imprese, conseguenzialmente lavoro -conclude il presidente nazionale di Confedercontribuenti– con il rischio di perdere anche migliaia di posti di lavoro”.