Eseguite ordinanze Compagnia Carabinieri Macomer.
Compagnia CC di MacomerIl 24 maggio i Carabinieri della Compagnia di Macomer, Nucleo Operativo e Radiomobile, insieme ai colleghi delle Stazioni di Suni, Bosa e Montresta, supportati pienamente da personale dello Squadrone CC Elip.
“Cacciatori Sardegna” di Abbasanta (OR), hanno eseguito una misura cautelare emessa dall’Ufficio GIP del Tribunale di Oristano su richiesta di quella Procura della Repubblica nei confronti di 5 soggetti dediti a vario titolo alla produzione, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti del tipo marijuana e hashish nell’ambito del territorio della “Planargia”.
In particolare le indagini condotte dai Carabinieri, antecedenti e successive al dicembre 2021, data in cui i militari avevano eseguito una perquisizione d’iniziativa ed operato il sequestro di:
- 689,552 kilogrammi di sostanza stupefacente tipo marijuana;
- 15,5 kg. di polline di cannabis;
- 400 piante essiccate di canapa;
- materiale per il confezionamento, produzione (stampi per hashish) e sviluppo di piantagione indoor (lampade e ventole),
hanno permesso di fissare gravi indizi di colpevolezza nei confronti dei soggetti destinatari delle misure cautelari personali (una o.c.c in carcere, due agli arresti domiciliari e due con obbligo di dimora).
Durante le indagini sono stati sequestrati anche due capannoni industriali di 2.200 mq utilizzati come raffineria.
Nella perquisizione, infatti, era stata scoperta, una intercapedine ricavata in una stanza il cui accesso era protetto da una botola ben celata, utilizzata per la coltivazione indoor dello stupefacente.
Inoltre, i silos della vecchia distilleria a cui era adibita quell’area industriale erano stati riutilizzati per stoccare e occultare le infiorescenze già lavorate e pronte alla commercializzazione.
L’attività, frutto di un costante controllo del territorio, ha confermato ancora una volta come dietro il “paravento” della canapa sativa spesso e volentieri si celino attività illegali.
Le analisi della cannabis hanno stabilito che in alcuni campioni la percentuale di thc è compresa tra l’11 e il 20 %, ben oltre quello il limite consentito per la produzione industriale (inferiore allo 0,2 %).
Si può calcolare che lo stupefacente sul mercato illegale avrebbe potuto fruttare circa 8 milioni di euro.