Galline in fuga: non chiamatele polli!
Siamo nel 2000 e la Aardman Animation dà alla luce il suo primo lungometraggio animato, in collaborazione con la DreamWorks, dopo anni di eccezionali corti come nel caso del simpatico Wallace ed il suo cane Gromit.
Il film in questione è Galline in fuga (Chicken Run in lingua originale) ed ancora oggi, dopo più di 20 anni, risulta essere un magnifico inno alla libertà, al superare i propri limiti ed al credere che tutto è possibile, naturalmente mettendoci qualche risata in mezzo.Siamo in una triste e grigia cittadina inglese del dopoguerra, dimora e luogo di lavoro dei Tweedy. Una coppia sposata che ha un suo allevamento di galline, ma che, da qualche tempo, non è più così redditizio rispetto a qualche anno prima.
Al problema economico ne va poi aggiunto uno di natura più “sociale” visto che le galline, capitanate dall’intrepida Gaia, sono ben organizzate e vogliono fuggire da un mondo che si esaurisce nel giro di qualche baracca, nel conto delle uova al mattino e nella rete di metallo sorvegliata dai cani da guardia.
Gaia (praticamente il capo) cerca dunque di coinvolgere nei suoi piani di fuga tutte le sue compagne di prigionia come Tantona (una dura dal cuore d’oro), Von (una geniale scienziata), Baba (una con la testa sempre tra le nuvole) e persino Cedrone (l’anziano e burbero gallo che non manca mai di citare i tempi passati con la Royal Air Force).
Per provare a mettere in azione tutti questi intricati piani di fuga, si è passati dai tunnel fino ai travestimenti da Ms. Tweedy, ovviamente c’è bisogno di qualcuno che procuri loro i materiali dal mondo esterno. E chi meglio di due loschi topi di nome Frego e Piglio, autori anche di molte gag?
Questo apparente grigio mondo viene però turbato da una novità letteralmente piovuta dal cielo. Ovvero un gallo americano di nome Rocky Bulboa che sembra essere arrivato lì volando, ma che si è rotto un’ala atterrando e che promette loro di insegnare a tutte l’arte del volo in cambio di cibo e riparo.
Come rifiutare una proposta del genere? Non si può, neanche se puzza di imbroglio, ma bisogna sbrigarsi perché la signora Tweedy ha deciso di trasformare il suo allevamento in uno molto più tecnologico dove, al posto di uova, si occuperà di sfornare tortini di pollo. Ecco, ora sì che è arrivato il giusto stimolo!
Tra le citazioni che possiamo ritrovare in questo film, oltre a La fattoria degli animali di George Orwell per vie traverse, le più palesi sono due pellicole di stampo bellico.
La prima è La grande fuga visto che Gaia, come una novella Steve McQueen, fa rimbalzare una palla contro il muro ogni volta che viene messa in cella di isolamento dopo aver tentato la fuga per la millesima volta.
Si potrebbe poi citare anche Fuga per la vittoria dove, anche se lì non era certo possibile accettare quote scommesse calcio, il nostro manipolo di eroi le prova tutte per fuggire e poi perché, in quel film, recitava anche Sylvester Stallone che anni dopo sarebbe diventato famoso come Rocky Balboa (dove abbiamo già sentito questo nome?).