Invasione di cavallette in Sardegna
“Un’emergenza fuori controllo, frutto della mancanza di una concreta strategia, che sta devastando le campagne isolane nonostante l’allarme rivolto dal Centro Studi Agricoli alla Regione”.
L’invasione delle cavallette che per la terza stagione consecutiva hanno fatto irruzione in Sardegna è ora all’attenzione del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali grazie ad un ‘interrogazione della deputata Mara Lapia che, nel chiedere al ministro Stefano Patuanelli di accertare le responsabilità dei ritardi nel contrasto del fenomeno, chiede un ‘azione del Governo. “In particolare nelle zone centrali dell’isola, l’ invasione delle cavallette si sta allargando a macchia d’olio con agricoltori e allevatori disperati per la drammatica emergenza ” sottolinea la deputata nuorese nell’elencare i comuni interessati dal fenomeno.“Ad oggi se ne contano almeno 22 per un totale di oltre 30 mila ettari di campi: Ottana, Lei, Orotelli, Silanus, Dualchi, Sedilo, Bolotana, Orani, Sarule, Olzai, Sorradile, Nughedu Santa Vittoria, Noragugumese, Oniferi, Illorai, Esporlatu, Burgos, Bottida, Bono, Anela, Bultei e Benetutti” prosegue Lapia che ribadisce come , secondo le previsioni degli esperti, questi numeri sono destinati ad aumentare. “Il fenomeno, nei prossimi giorni continuerà ad interessare altre vaste porzioni di territorio in tutto il centro Sardegna, a causa della continua schiusa delle uova “. La parlamentare nuorese, riferendosi alla denuncia di Coldiretti, che di recenti ha evidenziato come il passaggio degli sciami di cavallette distrugga non solo il raccolto dei campi e il foraggio, mandando in fumo mesi di lavoro e di investimenti, ma anche orti e giardini, provocando una vera catastrofe biologica, delinea scenari futuri preoccupanti. ”
Centinaia di aziende agricole e allevamenti sono in ginocchio. Sollecito la Regione a dichiarare senza indugi lo stato di calamità naturale: se così non fosse le conseguenze per tutto il sistema produttivo del centro Sardegna rischiano di essere devastanti per l’intera economia dell’isola” è la sua conclusione.