La Libreria Azuni, grazie alla collaborazione con Il club letterario di Jane Austen Sardegna e alla Biblioteca Universitaria di Sassari, riprende regolarmente la propria attività di presentazione di libri dopo due anni di pausa causa pandemia. L’occasione è l‘uscita del nuovo romanzo di un autore amato e atteso come Cristian Mannu.
L’AUTORE
Cristian Mannu è nato e vive in Sardegna. La sua prima opera, Maria di Ísili (Giunti Editore, 2016), ha vinto la ventottesima edizione del Premio Italo Calvino e la prima edizione del Premio Fondazione Megamark, oltre a essere stata selezionata nella cinquina finalista del Premio Giuseppe Berto e nella terzina del Premio Giuseppe Dessì. Laureato in Lettere con una tesi in Filologia italiana, lavora da diciotto anni nel settore del credito. Dal 2017, in qualità di primo vincitore, fa parte della Giuria degli esperti del Premio Fondazione Megamark.
Ritratto di donna (Mondadori), il suo secondo romanzo, esce nell’aprile del 2022.
Cristian Mannu è nato e vive in Sardegna. La sua prima opera, Maria di Ísili (Giunti Editore, 2016), ha vinto la ventottesima edizione del Premio Italo Calvino e la prima edizione del Premio Fondazione Megamark, oltre a essere stata selezionata nella cinquina finalista del Premio Giuseppe Berto e nella terzina del Premio Giuseppe Dessì. Laureato in Lettere con una tesi in Filologia italiana, lavora da diciotto anni nel settore del credito. Dal 2017, in qualità di primo vincitore, fa parte della Giuria degli esperti del Premio Fondazione Megamark.
Ritratto di donna (Mondadori), il suo secondo romanzo, esce nell’aprile del 2022.
IL LIBRO
Due donne unite dal legame più intimo e complesso: quello tra madre e figlia. La figlia, ormai adulta e madre a sua volta, scrittrice affermata ma dalla vita personale irrisolta, cerca di ricostruire i frammenti del discorso amoroso che la lega alla madre anziana e alla Sardegna, la terra che ha lasciato anni prima e in cui ora è tornata. Come pezzi di conchiglie sparsi sul bagnasciuga i ricordi le pungono la pelle e le parlano di una remota bellezza, ma non riescono a unirsi in una forma dotata di senso.
Com’è successo – quando, e perché? – che la madre sia diventata qualcuno da cui difendersi e scappare? Eppure, nella distanza, tutto sembrava più nitido: il dolore, i silenzi, le incomprensioni. Più semplice attribuire ruoli e responsabilità. Ma le prospettive cambiano, man mano che si modifica la nostra esistenza. E quando la prospettiva del racconto si trasferisce alla madre, che nella seconda parte del romanzo diventa l’io narrante, ecco che il quadro si arricchisce di elementi: nuovi colori, profumi, forme. Finché l’incastro dei punti di vista e le rispettive rivelazioni sfociano in una visione dall’alto, che fotografa la nascita di un nuovo e inaspettato legame. In un alternarsi continuo tra passato e presente, cullati dalla scrittura dolce e musicale di Cristian Mannu, poco alla volta assistiamo alla definizione di un quadro sempre più completo, ricco di dettagli e sfumature. Come se avessimo il privilegio di assistere alla composizione, pennellata dopo pennellata, e poi compissimo qualche passo indietro per ammirarlo nel suo insieme.
Accolto con entusiasmo da critica e pubblico con la sua opera di esordio, Maria di Ísili, Cristian Mannu torna con un romanzo potente e delicato, che ci coinvolge fin dalle prime righe per la sua forza emotiva ed è costruito con stupefacente maestria ed equilibrio.
Due donne unite dal legame più intimo e complesso: quello tra madre e figlia. La figlia, ormai adulta e madre a sua volta, scrittrice affermata ma dalla vita personale irrisolta, cerca di ricostruire i frammenti del discorso amoroso che la lega alla madre anziana e alla Sardegna, la terra che ha lasciato anni prima e in cui ora è tornata. Come pezzi di conchiglie sparsi sul bagnasciuga i ricordi le pungono la pelle e le parlano di una remota bellezza, ma non riescono a unirsi in una forma dotata di senso.
Com’è successo – quando, e perché? – che la madre sia diventata qualcuno da cui difendersi e scappare? Eppure, nella distanza, tutto sembrava più nitido: il dolore, i silenzi, le incomprensioni. Più semplice attribuire ruoli e responsabilità. Ma le prospettive cambiano, man mano che si modifica la nostra esistenza. E quando la prospettiva del racconto si trasferisce alla madre, che nella seconda parte del romanzo diventa l’io narrante, ecco che il quadro si arricchisce di elementi: nuovi colori, profumi, forme. Finché l’incastro dei punti di vista e le rispettive rivelazioni sfociano in una visione dall’alto, che fotografa la nascita di un nuovo e inaspettato legame. In un alternarsi continuo tra passato e presente, cullati dalla scrittura dolce e musicale di Cristian Mannu, poco alla volta assistiamo alla definizione di un quadro sempre più completo, ricco di dettagli e sfumature. Come se avessimo il privilegio di assistere alla composizione, pennellata dopo pennellata, e poi compissimo qualche passo indietro per ammirarlo nel suo insieme.
Accolto con entusiasmo da critica e pubblico con la sua opera di esordio, Maria di Ísili, Cristian Mannu torna con un romanzo potente e delicato, che ci coinvolge fin dalle prime righe per la sua forza emotiva ed è costruito con stupefacente maestria ed equilibrio.