Dalla giornata di studio dedicata alla memoria della dirigente scolastica è emersa tutta la modernità del pensiero e dell’azione di una donna impegnata nella non facile conquista dei diritti.
SASSARI. Paola Ruiu, una “forma di vita” più che mai attuale. Dalla giornata di studio svoltasi venerdì 6 maggio nell’Aula Magna dell’Ateneo turritano emerge la modernità della figura di una intellettuale, donna di scuola, scrittrice sassarese, protagonista di passaggi cruciali della seconda metà del ‘900. L’iniziativa ha voluto sottolineare il valore di un umanissimo lascito culturale capace, come ha detto la sorella Yerina, di “aprire altre strade segnate dalla ‘fatica’ del concetto e dalla sapienza del cuore”.
Nel rappresentare il saluto del sindaco di Sassari, Laura Useri, assessora alla Cultura, Politiche educative e Pari opportunità, ha espresso l’auspicio che nascano altre Paole Ruiu, donne capaci di percorrere il cammino dei diritti.
A raccogliere il testimone ideale della sua opera due dirigenti scolastici intervenuti a inizio delle attività moderate da Vittoria Casu, già direttrice dell’Ufficio di servizio sociale dei minorenni di Sassari del Ministero della Giustizia. Patrizia Mercuri, alla guida dell’Istituto di San Donato, ha accostato la figura di Paola Ruiu a quella di Maria Montessori, per essersi affermate, sia pure in momenti storici diversi, nello svolgimento di ruoli tradizionalmente riservati agli uomini. L’onere di apripista trova conferma nelle parole del Dirigente del liceo Margherita di Castelvì, Gianfranco Strinna, che ha sottolineato la grande attenzione di Paola Ruiu per gli ultimi in un periodo, gli anni ’80-90, in cui la normativa sull’inclusione degli studenti disabili muoveva appena i primi passi.
Pasquale Lubinu, sindaco di Ossi, ha rimarcato le singolari competenze di una donna che ha diretto Il Circolo Scolastico per oltre dieci anni e che ha saputo tessere relazioni positive con i soggetti istituzionali del territorio, testimoniando il senso di autentica appartenenza alla comunità.
A ripercorrere l’impegno militante di Paola Ruiu nel lungo e contrastato cammino dei diritti è stata la costituzionalista Carla Bassu, che ha evidenziato la sua forza nell’opporsi alla visione stereotipata e subalterna della donna nel secondo dopoguerra. Ha sottolineato il valore dell’impegno concreto di una giovanissima donna aderente all’UdS-Unione donne della Sardegna, che ha portato avanti nei primi anni cinquanta, insieme ad altre compagne di diversa appartenenza politica, l’inchiesta sulla miseria; un lavoro compiuto a stretto contatto con le persone che vivevano in condizioni di degrado, soprattutto donne e bambini.
Paola Pinna, già segretaria della Cgil Scuola, ha riannodato il filo rosso che collega queste esperienze al ruolo svolto da Paola Ruiu in qualità di prima Segretaria della CGIL Provinciale di Sassari nel 1971. Ne ha rievocato la cifra distintiva dell’impegno sindacale: l’autorevolezza orientata al rispetto per le istituzioni, accompagnato dalla ricerca della mediazione vissuta nel confronto di esperienze e saperi; Il tratto di una donna decisa con gli adulti ma “dolcissima coi bambini” al cui mondo faceva sempre riferimento.
Nel ricordare i saperi e le competenze esercitate negli spazi professionali e della formazione dalla compianta insegnante, il presidente della Casa Museo Gramsci di Ghilarza, Giorgio Macciotta, ha parlato dei meriti acquisiti grazie all’appartenenza a due “scuole”: quella del PCI e quella di Antonio Pigliaru nel gruppo multifunzionale di Ichnusa, dove lei apprese a tessere relazioni sociali e a combattere le battaglie del tempo, come quella per il Piano di rinascita negli anni ’60.
L’apprendistato con Pigliaru ritorna nel ricordo di Salvatore Tola, studioso della cultura sarda, che ha ripercorso l’esperienza del Centro Maestri di Ichnusa per ripensare l’impegno della maestra Paola Ruiu attenta alle urgenze culturali e sociali delle comunità, con particolare riguardo all’educazione degli adulti. Un’esperienza portata avanti insieme ad un gruppo attivo di insegnanti, sotto lo sguardo sapiente e lungimirante del filosofo Antonio Pigliaru, che ne incoraggiò la prosecuzione autonoma anche dopo la cessazione dell’attività della rivista, avvenuta nell’estate del 1965.
Il tratto di una donna capace di leggere le criticità del suo tempo si riconosce nella qualità antropologica della tesi di laurea riguardante “le trasformazioni culturali prodotte dal lavoro industriale tra i lavoratori del petrolchimico”. Una ricerca sul campo, analizzata dallo storico Sandro Ruju, che ha evidenziato il grande valore documentario delle interviste fatte a uomini e donne provenienti dall’agricoltura e dall’emigrazione, fotografia di un tempo spartiacque tra due mondi.
Nella sessione pomeridiana, la tavola rotonda moderata dall’accademico Alberto Merler ha posto in luce la singolarità di una cultura didattica capace di intrecciare diritti e immaginazione.
Della produzione poetica e di testi per il teatro di Paola Ruiu hanno dato un assaggio l’attore della compagnia “La botte e il cilindro” Giommaria Manunta e l’attrice Ica Sanna con la lettura della favola “La calamita attira matti” tratta dal libro “I bambini dei vicoli di Sassari”.
La presentazione di alcune scene dello spettacolo teatrale tratto dal libro “I bambini e il cappellaio” ha offerto l’opportunità di apprezzare un messaggio di denuncia di scelte economiche irresponsabili. Lo spettacolo ha preso le mosse da un laboratorio teatrale delle scuole elementari di Ossi ed è arrivato secondo nella Rassegna Nazionale del Teatro per l’infanzia di Serra San Quirico nelle Marche nel 1999.
La presentazione della favola “Mille nastri sull’Oceano”, tratto dal Dvd “Nastri di parole per girotondi di pace”, è il punto di approdo di un progetto sull’educazione ai diritti umani patrocinato dalla Sezione Italiana di Amnesty International, destinato alle bambine e ai bambini della scuola dell’infanzia e della scuola primaria.
Gian Mario Manca e Fabio Di Pietro ne hanno tratteggiato l’iter muovendo dai testi del libro di Paola Ruiu, “Fiabe e filastrocche sui diritti dei bambini”, mettendo in luce il coinvolgimento di bambine e bambini provenienti dalla scuola primaria, di giovani attivisti amnestiani e di studenti del Liceo Azuni di Sassari
La testimonianza coinvolgente delle maestre di Oschiri, Franca Deligios e Maria Pina Sini ha confermato il valore della rivoluzione pedagogica della “signora Paola” messa in atto con l’avvento del tempo pieno e dell’inclusione dei diversamente abili: un’opera che ha cambiato il tessuto sociale della comunità.
A conclusione della giornata di studio il canto del “Deus ti salve Maria”, nella versione di Fabrizio De Andrè, ha consegnato ai presenti l’emozione per l’infaticabile impegno di una Maestra che ha reso onore ai talenti e al coraggio delle donne e che, come ha detto la figlia Grazia Maddalon, ha reso possibile “l’invenzione di discorsi intessuti di poesia”.
Il convegno ha ricevuto il patrocinio dell’Università di Sassari, del Comune di Sassari, del Consiglio regionale della Sardegna, della Provincia di Sassari, dei Comuni di Ossi e Oschiri. Hanno collaborato la Cgil Sassari, l’Istituto Magistrale Margherita di Castelvì, Amnesty International, UDI-Unione Donne in Italia e IC Statale San Donato.