Rubrica “Abbiamo bisogno di Eroi” | Episodio 4 – La Silver Age: il grande rilancio del supereroe
Supereroe con superproblemi, ecco la svolta. Imperfetto, errante, vessato: il supereroe ora è umano come noi, o forse di più.
Siamo negli anni 50′. La Guerra del Vietnam è appena iniziata e in Italia sfreccia la Alfa Romeo Giulietta.![](https://www.sardegnareporter.it/wp-content/uploads/2022/04/martin-goodman-publisher-414338a4-c3e9-4878-8758-093626b14fd-resize-750-300x225.webp)
I supereroi per alcuni anni hanno perso pubblico, ma le cose stanno cambiando.
Si sente nuovamente il bisogno dei mantelli nel cielo, ma gli eroi che stanno arrivando, per la maggior parte non indossano mantelli, e per la prima volta, sono più “sfigati” di noi.
“Il supereroe con super problemi”, questa è la rivoluzione con il quale verrà sempre ricordata la Silver Age. Stan Lee e Jack Kirby, ci avevano visto lungo in quel lontano Novembre del 61′, quando donarono al mondo la squadra di supereroi più importante della Marvel: i Fantastici 4.
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La Silver Age è durata dal 1956, con l’esordio di Barry Allen, al triennio 1969-1971.
Questo periodo è caratterizzato da nuovi approcci: sul piano commerciale, il mercato è di nuovo aperto al genere dei supereroi, dopo il violento collasso di vendite che aveva caratterizzato i primi anni 50′.
Finalmente, autori e artisti riescono a trovare nuove idee per proporre le storie di supereroi alle nuove generazioni di lettori che si affacciano a questo mondo.
La Silver Age inizia quando Julius Schwartz, (DC Comics), decide di riproporre alcuni supereroi che avevano avuto grande successo negli anni della Golden Age, per poterli adattare al nuovo pubblico, però, ne modifica le origini e narrazione.
Dopo varie modifiche, eccolo, il primo supereroe della Silver Age: è Flash. Si chiama Barry Allen e debutta su Showcase n.4, nell’Ottobre 1956. Dopo il successo del nuovo Flash, sul n.22, nel Novembre-Dicembre 1958 viene presentato il nuovo Lanterna Verde, dal nome Hal Jordan.
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Ci si rende finalmente conto che si ha di fronte un mercato editoriale nuovo e forte. L’occasione, così, viene subito sfruttata dall’editore Martin Goodman, proprietario dell’Atlas Comics, dalla quale nasce la nuova linea editoriale: Marvel Comics.
Visto il successo ottenuto dalla DC Comics, Martin Goodman decide di far creare a Stan Lee una nuova linea di fumetti di supereroi denominata Marvel Comics, che in seguito darà il nome all’intera casa editrice.
Dal punto di vista della Marvel, la vera rinascita dei supereroi, dopo il periodo Golden Age, avviene nel 61′.
La prima serie fu Fantastic Four, realizzata da Stan Lee e Jack Kirby. L’esordio è Novembre 1961. L’anno successivo debuttano l’Uomo Ragno, destinato a diventare il volto della Marvel, Hulk, Thor, X-Men, Ant-Man e molti altri meravigliosi personaggi.
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Si nota immediatamente il diverso approccio della Marvel: la maggior parte dei personaggi proposti sono inediti, e non semplici riproposte o nuove versioni di personaggi della Golden Age.
Possiamo comunque assistere al ripescaggio di molti personaggi, come Capitan America o Namor. Con Peter Parker, alias l’Uomo Ragno, Stan Lee introduce il concetto di “supereroi con super problemi”.
Per la prima volta, vengono raccontate storie di supereroi che devono affrontare i propri problemi personali e relazionali, le loro ansie, le paure, le difficoltà della società.
Non sono perfetti, sono persone come noi, soffrono e gioiscono, proprio come noi. Peter Parker è l’esempio perfetto: secchione malvisto dai compagni di scuola, vessato dalla mancanza di denaro, che deve prendersi cura della zia rimasta vedova, e molto, molto, molto altro!
Ancora oggi, Spider-Man possiede un elemento che lo rende unico. Nessun eroe lo ha mai avuto, solo lui riesce ad incarnarlo: chiunque può essere Spider-Man. Chiunque. Questo lo ha reso così importante. L’unico personaggio che può vantare un concetto così bello legato al suo alter ego è Superman, della DC Comics.
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Questa nuova prospettiva contribuisce a differenziare nettamente i supereroi Marvel da quella DC. La Silver Age sarà quindi caratterizzato da un approccio diverso al supereroe e al suo alter ego.
Si cercherà di dare più spazio all’uomo e alle sue vicissitudini quotidiane, e questo li renderà ancora più interessanti e proficui.
La rinascita dei supereroi influenza anche l’Italia. La creazione di Paperinik, nel 1969, ad opera di Guido Martina e Giovan Battista Carpi ne è l’esempio.
Questo personaggio risulta essere quasi una versione più infantile e allegrona di alcuni personaggi americani, come per esempio Batman, della DC Comics.
Arriviamo al triennio 69′-71′, la fine della Silver Age. L’editoria di fumetti di supereroi si trova ad affrontare ora un periodo di svolta. Tra la fine degli anni sessanta e l’inizio degli anni settanta il mercato non sembra più essere in grado di sostenere la grandezza delle proposte di nuovi fumetti.
Inoltre, abbiamo problemi interni: Jack Kirby lascia Marvel Comics nel 1970 per passare alla DC Comics. Il suo ultimo numero di Fantastic Four è il n.102, Settembre 1970. Stan Lee, successivamente, lascia il ruolo di Editor-in-Chief Marvel nel 1972.
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Nonostante l’indubbio ruolo nel creare la Silver Age, Julius Schwartz è autore, anche, dell’inizio della fine creativa. Il lavoro da lui creato non permette di fatto nessun tipo di interazione tra scrittore e disegnatore.
Si crea un “Sistema Editoriale” di creazione dei fumetti rapido, ma deleterio alla creatività.
Infatti, è sempre Schwartz e il suo gruppo di redattori e collaboratori che hanno le redini di ogni singolo fumetto.
Con questo modo, si arriva presto ad una eccessiva ripetitività delle storie ed una conseguente perdita di lettori. Con questi eventi si arriva quindi alla fine della Silver Age, che sarà sostituita dal “Pre-Crisis” a casa DC, e dalla “Age of Marvels” o anche “Marvel Age” a casa Marvel.
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Questi due grandiosi periodi definiranno ancora di più i concetti della Silver Age e saranno il periodo di trasformazione più forte. Soprattutto in Marvel, poichè si inizieranno ad affrontare temi sociali, crudi e attuali, e quindi creati personaggi che incarneranno questi grandi cambiamenti storici e sociali: alcuni esempi sono i supereroi neri come Black Panther, Falcon o Luke Cage. Daredevil è il primo supereroe della storia ad avere un handicap: la cecità.
E ancora, i grandi X-Men: personaggi che rappresentano i popoli emarginati, esclusi e temuti. La Marvel quindi, sceglie di mostrare il mondo per quello che è, e di far muovere i suoi personaggi dentro la storia vissuta.
Articolo di Michael Bonannini