Rubrica “Abbiamo bisogno di Eroi” | Episodio 3 – “Rocky” (1976): il film che ci ha insegnato a vivere e lottare
Rocky Balboa non è solo un personaggio, ma un vero eroe. Non porta un mantello, ma con la forza dei suoi pugni ha insegnato a lottare a generazioni intere.
Chiudete gli occhi e pensate al film che più vi ha emozionato nella vostra vita. Molti avranno pensato a “Guerre Stellari”, o “Il Padrino”, o “2001: Odissea nello Spazio”, ma molti di voi hanno pensato al più famoso film di Sylvester Stallone: “Rocky”, uscito nel 1976.
La regia del film era di John G. Avildsen, mentre la sceneggiatura era dello stesso Stallone. Il film vinse tre premi Oscar: il miglior film, miglior regia e miglior montaggio.
Fu realizzato in soli 28 giorni con un budget di circa 1,1 milioni di dollari, irrisorio persino per l’epoca, e riuscì ad incassare circa 225 milioni, diventando un successo di pubblico e di critica senza precedenti.
“Rocky” ebbe cinque fortunati seguiti: “Rocky II”, “Rocky III”, “Rocky IV”, “Rocky V”, “Rocky Balboa” e due altrettanto fortunati spin-off: “Creed – Nato per combattere” e “Creed II”.
Nell’agosto del 2015, Rolling Stone lo mette al secondo posto della classifica dei migliori film sportivi della storia del cinema, dietro a “Toro Scatenato”, di Scorsese. I pareri su questa scelta sono parecchio discordanti tra i critici.
La trama del film rispetta alla perfezione lo spirito della redenzione.
Rocky è un pugile fallito, ormai 30enne, che vive alla giornata. La sua vita sembra essere ormai alla deriva, ma un giorno gli viene offerta l’occasione della sua vita: combattere per il titolo mondiale dei pesi massimi contro il campione in carica Apollo Creed. Rocky è inizialmente riluttante, non si sente all’altezza, ma poi si convince a combattere.
Viene affiancato da un manager, che diverrà poi il suo mentore: Mickey, un ex puglie burbero. I due si allenano duramente, e nel mentre Rocky riesce finalmente a conquistare la ragazza dei suoi sogni, Adriana, la timida sorella del suo migliore amico: Paulie. Adriana dà così la forza a Rocky di allenarsi duramente.
Rocky ha un obiettivo: andare fino in fondo. Rocky non vuole vincere, sa che non può, ma vuole e deve dimostrare a sè stesso e alla sua città che non è solo un bullo di periferia, ma che è un vero campione, un vero uomo capace di resistere anche ad Apollo Creed e non perdere per KO.
Una volta che i due pugili si scontrano, Apollo crede che per lui sarà una passeggiata, e invece non è così: Rocky è inarrestabile. Rocky resiste fino alla fine, senza mai cedere, cade, si rialza e continua a colpire con tutta la forza che ha.
Nel corso del match Apollo si troverà ad affrontare uno sfidante con lo sguardo della tigre, con la fame di vincere e di lottare.
Rocky è sul punto di mettere KO Apollo, ma la campanella dell’ultima ripresa lo salva. Rocky ha dimostrato quello che voleva dimostrare, è felice, e può godersi la gloria della notte più grandiosa della sua vita con Adriana.
Stallone scrisse così la sceneggiatura di Rocky in soli tre giorni, dopo aver assistito, il 24 marzo 1975, all’incontro di boxe tra il campione del mondo in carica, Muhammad Ali, e un pugile semisconosciuto, Chuck Wepner.
E’ proprio la storia di Wepner ad aver ispirato la storia di Rocky, ma non solo: Rocky e Stallone sono la stessa persona. O meglio, Stallone ha scritto il personaggio di Rocky ispirandosi alla sua stessa vita.
Ma quindi perchè considerare Rocky un eroe?
Rocky è la metafora perfetta della vita. Rocky è un uomo umile che ha un sogno, e tutta la sua carriera da pugile è segnata dalle sue immense emozioni. La sua grinta, la sua forza, la sua fame, la sua resistenza, la sua voglia di sopravvivere, lo forgiano.
Rocky ha un arco evolutivo che lo porta ad essere non solo un avversario per i suoi sfidanti, ma anche una guida. Sfidando un pugile come Rocky, i suoi sfidanti si scontrano con loro stessi, imparando il coraggio e la forza. Ha letteralmente insegnato a tutti a lottare, incassare, per trovare la forza di rialzarsi.
La bellezza di Rocky sta nel suo essere umano: è fragile, spesso ha paura, va al tappeto, perde. Ma Rocky si rialza sempre, e continua a lottare, fino all’ultimo round. E non è la metafora perfetta di ciò che ogni uomo dovrebbe fare nella sua vita?
Rocky è un viaggio nella vita di tutti noi: il riscatto, la redenzione, la voglia di inseguire un sogno, un ideale, la vittoria, la caduta, la perdita e la rivincita.
Il potersi guardare allo specchio con la consapevolezza che anche se perdiamo, se cadiamo, abbiamo lottato con tutta la nostra forza, e saremo pronti a risollevarci, per continuare a lottare e scoraggiare i nostri avversari.
Rocky è questo: una lotta continua per riuscire a vincere, perchè vincere è combattere ogni giorno, senza mai arrendersi.
Ecco cosa rende un eroe: gli insegnamenti che dà.
Articolo di Michael Bonannini