“Novità in proctologia” è il titolo del nuovo corso di aggiornamento organizzato dall’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri della provincia di Sassari, che si è svolto questa mattina, presso l’Hotel Grazia Deledda, e che ha visto in sala i migliori professionisti del settore.
Il corso di educazione continua in medicina (ECM) è stato aperto dai saluti del professor Alberto Porcu e del presidente dell’Ordine dei medici Nicola Addis che ha posto l’accento sull’importanza della presenza degli specializzandi ai corsi di aggiornamento gratuiti.
Ha poi riportato l’attenzione sui medici sospesi perché privi del green pass: un obbligo vaccinale che prosegue fino a dicembre e che non lascia spazio alla discrezionalità degli Ordini . Numerosi gli interventi che si sono susseguiti dopo le relazioni del professor Claudio Feo e del dottor Davide Turilli.
I processi infettivi del perineo e quelle emorroidario sono considerate le cenerentole delle patologie, ma colpiscono l’80 per cento della popolazione e sono spesso trascurate per pudore o negligenza, affidandosi a cure domestiche fino a quando non compromettono la qualità della vita e si aggravano fino a dover ricorrere alla chirurgia.
Un settore trascurato dalla sanità pubblica che deve fronteggiare emergenze tumorali e negli ultimi due anni una pandemia che ha stravolto tutta l’organizzazione sanitaria a discapito di malattie come quelle proctologiche che spesso trovano soluzioni dagli specialisti negli ambulatori privati. In particolare la relazione del professor Fabrizio Scognamillo, presente in aula con tutta l’equipe medica di patologia chirurgica, ha ricordato che il sanguinamento delle feci nei casi emorroidari può portare, in alcuni casi a sottovalutare quelli tumorali del colon. Il professor Scognamillo ha inoltre segnalato la cattiva abitudine, soprattutto tra i giovani, di un lungo stazionamento sul water che comporta il rafforzamento della rete sociale a discapito dei legamenti anatomici. Scognamillo ha anche ricordato che lo sviluppo tecnologico ha portato alla messa a punto di interventi chirurgici innovativi, a volte molto costosi, ma non per forza risolutiva.
“Il consiglio per i colleghi chirurghi – ha precisato Scognamillo – è quello di arrivare alla soluzione del problema, con qualsiasi tecnica, sia essa vecchia e nuova, ma che assicuri l’integrità sfinterale per garantire la continenza anale”.