“Alle ore 19 sarò su Radio Due Rai. Ora mi trovo a Trieste ed ho avuto modo di visitare il Castello di Miramare, ma anche il Museo dell’Antichità con mostra dedicata all’Egitto, la Chiesa di S. Giusto e Santa Apollinare. Trieste è città che la storia dice di sofferenza e di pace. Vorrei ricordare il sacrificio dei profughi italiani e di tutti coloro i quali hanno perso la vita nelle foibe. Domani lascerò l’Italia e molto probabilmente andrò per il Valico Fernetti ed entrerò in Slovenia verso le ore 9, ma sto effettuando ancora ulteriori valutazioni. Sono a circa 100 chilometri da Lubiana dove penso di arrivare non prima di Mercoledì 4 Maggio. Ho iniziato a filmare con la Go – pro e appena possibile cercherò di scaricare le immagini video. Ho letto della lotta che stanno facendo a Venezia per evitare il passaggio delle Navi da Crociera a Piazza San Marco ed è una battaglia che condivido pienamente perché dobbiamo tutelare il patrimonio ambientale e culturale italiano”.
Trieste è la città multiculturale dove la Geologia italiana si incrocia con il patrimonio culturale e storico del territorio ed eccone la narrazione: “Trieste è nella parte più settentrionale dell’Alto Adriatico, fra la penisola italiana e l’Istria, a qualche chilometro dal confine con la Slovenia nella regione storica della Venezia Giulia. Rappresenta da secoli un ponte tra l’Europa Centrale e quella Meridionale
La Venezia Giulia è una regione storico – geografica italiana, posta all’estremo nord-est della penisola italiana, tra le Alpi Giulie e il mare Adriatico, comprendendo le terre poste fra golfo di Trieste, il golfo di Fiume e il Carso, altopiano roccioso calcareo appartenente alle Alpi Dinariche – ha affermato Rosario Santanastasio, geologo e Presidente Nazionale di Archeoclub D’Italia – che si estende a cavallo tra il nord-est dell’Italia, la Slovenia e la Croazia.
Molteplici sono i corsi d’acqua presenti come ad esempio: il Timavo, il torrente Rosandra, il rio Ospo ed altri meno noti ma non per questo meno rilevanti dal punto di vista idrogeologico, storico e naturalistico. Molti di essi scorrono nel sottosuolo della città giuliana coperti dal manto stradale.
A sud della città scorre il Rio Ospo, che segna il confine geografico con l’Istria. Inoltre la moderna zona cittadina compresa tra la stazione ferroviaria, il mare, via Carducci e Piazza Borsa, il Borgo Teresiano, venne edificata nel XVIII secolo dopo l’interramento delle precedenti saline per ordine dell’imperatrice Maria Teresa D’Austria. Trieste è conosciuta per la storia ma anche per la Bora vento catabatico di provenienza est/nord-est, che soffia con particolare intensità specialmente verso l’Alto e Medio Adriatico che a Trieste si incunea dal retroterra incanalandosi lungo i bassi valichi che si aprono tra i monti alle spalle della città, per scendere sul centro abitato e sull’omonimo golfo”.
A Trieste c’è l’OGS
“A Trieste ha sede l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale. Si tratta di un Istituto di Ricerca conosciuto nel Mondo, una grande eccellenza dell’Italia! Ed è un Ente pubblico di ricerca a vocazione internazionale che opera e sviluppa la propria missione nell’Area Europea della Ricerca – ha proseguito Santanastasio – ed in ambito internazionale con prioritario riferimento ai settori della ricerca di base ed applicata in: Oceanografia (fisica, chimica e biologica), Geofisica e Geologia marina, Geofisica sperimentale e di esplorazione. Istituto dunque di livello internazionale che utilizza le proprie competenze nel campo delle Scienze della Terra, del Mare e delle aree polari per contribuire non solo all’aumento ed alla diffusione della conoscenza ma anche alla risoluzione pratica di problematiche ambientali.
Avvalendosi della propria nave di ricerca OGS Explora , l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale di Trieste opera per salvaguardare e valorizzare le risorse naturali e l’ambiente, per valutare e prevenire i rischi geologici, ambientali e climatici, per diffondere le conoscenze e la cultura scientifica, anche in collaborazione con analoghi Istituti europei ed internazionali, con industrie high tech e con imprese qualificate”.
Trieste e la sua grande cultura scientifica e storica
“Trieste fu uno dei maggiori centri dell’irredentismo italiano. Come conseguenza della terza guerra d’indipendenza italiana, che portò all’annessione delVeneto al Regno d’Italia, l’amministrazione imperiale austriaca, per tutta la seconda metà del XIX secolo, aumentò le ingerenze sulla gestione politica del territorio per attenuare l’influenza del gruppo etnico italiano temendone le già citate correnti irredentiste, arrivando anche ascontri. In particolare, durante la riunione del Consiglio dei ministri del 12 novembre 1866, l’imperatoreFrancesco Giuseppe I d’Austri,tracciò un progetto di ampio respiro mirante allagermanizzazione o alla slavizzazionedelle aree dell’Impero con l’obiettivo di eradicare l’etnia italiana. |
Nel 1909 venne proibito l’uso della lingua italiana in tutti gli edifici pubblici ed estromessi tutti gli italiani dalle amministrazioni comunali e dalle aziende municipalizzate. Trieste fu coinvolta nel processo di croatizzazione della Venezia Giulia
Il 4 novembre del 1918, al termine della Prima Guerra Mondiale , che vide l’Italia vittoriosa, il Regio Esercito italiano entrò a Trieste al comando del generale Carlo Petitti di Roreto, acclamato da quella parte della popolazione che era di sentimenti italiani, il quale dichiarò lo stato di occupazione ed il coprifuoco.
Dopo la prima guerra mondiale le truppe italiane occuparono militarmente la parte della Dalmazia promessa all’Italia dal Patto di Londra – ha concluso Santanastasio – accordo segreto firmato il 26 aprile 1915, stipulato tra il governo italiano e i rappresentanti della Triplice Intesa, con cui l’Italia si era impegnata a scendere in guerra contro gli Imperi centrali in cambio di cospicui compensi territoriali poi non completamente riconosciuti nel successivo trattato di Versailles del 1919, che fu invece firmato alla fine del conflitto.
Lo sviluppo del fascismo a Trieste fu precoce e rapido.
Con la firma del trattato di Rapallo del novembre 1920, Trieste passò definitivamente all’Italia, inglobando nel proprio territorio provinciale zone dell’ex Contea Principesca di Gorizia e Gradisca, dell’Istria e della Carniola.
L’entrata in guerra dell’Italia al fianco della Germania nazista, nel giugno 1940, comportò per Trieste, come per il resto d’Italia, lutti e disagi di ogni tipo, che si acuirono negli anni successivi, con il protrarsi del conflitto. L’invasione della Jugoslavia, nella primavera del 1941, riaccese la resistenza slovena e croata nella Venezia Giulia, soprattutto a partire dal 1942. Venne assalita e danneggiata la sinagoga di Trieste. Gli eventi bellici e, in taluni casi, una deliberata politica terroristica delle truppe di occupazione tedesche e italiane nei confronti delle popolazioni slovene e croate soggette al loro dominio con villaggi bruciati, decimazioni, uccisioni indiscriminate di civili, unitamente all’apertura di campi di concentramento per slavi sul territorio italiano dove persero la vita migliaia di innocenti, alimentarono odio con tutte le drammatiche conseguenze vissute dalla città di Trieste e dall’intera Venezia Giulia durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale. Dunque Trieste è patrimonio nazionale, anzi europeo”.