Politica: Brambilla, Unione Cattolica: “Il voto è un diritto, ma è anche un dovere!”
Brambilla, Unione Cattolica: “Il voto è un diritto, ma è anche un dovere!”
Roma, 13 giugno 2022 – “L’esito del referendum ha detto che 3 italiani su quattro non sono andati a votare. Nemmeno le amministrative sono andate molto bene: il 50% circa degli elettori non è andato a votare.
Si parla di disaffezione dalla politica, di quesiti posti in maniera contorta, di Consulta che, opportunamente, ha impedito i referendum su quesiti più vicini alla gente” ha dichiarato Erminio Brambilla, Presidente del Partito politico Unione Cattolica, il quale ha aggiunto: “Dobbiamo dire che chi non va a votare ha sempre torto!
Il voto è un diritto, ma anche un dovere e che ormai la maggioranza degli italiani capisce solo i diritti, ma l’impegno e il dovere sono parole scomode. La politica ha fatto la sua parte cullando le persone a diventare bambini RIOTTOSI, promettendo facili miti senza pensare che solo le difficoltà e l’impegno prima o poi pagano.
Abbiamo un Paese di adolescenti che non riescono a pensare con la propria testa o credono che tutto è dovuto, nel mito di una bellezza effimera da conquistare a tutti i costi, lasciando sul campo solo macerie, psicologiche e umane.
Per tornare al referendum bisognerebbe riferirsi ad esempio alla Svizzera per cui vale qualsiasi percentuale per l’approvazione o meno: chi va a votare ha sempre ragione; questa è la democrazia!
Se non sei interessato a questo esercizio ma ti fai i fatti tuoi e non ti vuoi occupare del tuo paese, se ne occupino gli altri, non ti lamentare se le cose non vanno bene!
La crisi dell’Italia è dovuta, non solo alla politica di questi partiti, inconcludente e indigesta alla popolazione, ma anche alla disaffezione della gran parte degli elettori, che non hanno visto in questi ultimi anni un governo eletto, ma solo miasmi di una partita politica conclusa nelle segrete stanze.
Prima giustificata dalla pandemia, poi dalla guerra e dalla crisi economica, ma senza avere una direzione se non aumentando le spese correnti e il debito pubblico.
Se sei uno statale forse te la cavi se no sei in “braghe di tela”.
Il culto della decrescita felice ha fatto scuola. Il peggio deve ancora venire?”