Condizioni di allevamento critiche, operazioni di trasporto problematiche e metodi di uccisione dolorosi: le lacune della legislazione comunitaria sul benessere dei pesci esposte in una nuova sconcertante indagine negli allevamenti ittici in Europa.
Bologna, 28 giugno – Una nuova inchiesta dell’associazione Essere Animali e rilasciata in collaborazione con Compassion in World Farming svela le carenze dell’attuale normativa dell’Unione Europea (UE) sul benessere degli animali, palesemente inadeguata a garantire la tutela dei pesci d’allevamento. Le sconvolgenti immagini dell’indagine – condotta all’interno di diversi allevamenti di trote e, in numero minore, di spigole e orate – rivelano pratiche di allevamento, trasporto e abbattimento che causano enorme sofferenza agli animali, poiché scarsamente regolate da norme specifiche a livello comunitario.In Europa, i pesci sono tra gli animali allevati in maggior numero: solo nel 2017 si stima che 1,3 miliardi di pesci siano stati macellati per il consumo umano nei confini dell’UE. Tuttavia, a differenza di quanto predisposto per gli animali terrestri, per i pesci in allevamento la legislazione comunitaria attuale stabilisce solo alcuni requisiti generici e formulati in maniera tale da rendere le poche disposizioni sul benessere animale difficilmente applicabili nelle diverse fasi di allevamento (Direttiva 98/58/CE), durante il trasporto (Regolamento (CE) n. 1/2005) e al momento dell’abbattimento (Regolamento (CE) n. 1099/2009).
L’indagine di Essere Animali rivela le condizioni critiche in cui versano i pesci negli allevamenti intensivi europei. Animali stipati in vasche di cemento all’aperto e al chiuso, dove le alte densità possono compromettere la qualità dell’acqua, favorendo la proliferazione di agenti patogeni e la conseguente diffusione di malattie, e provocare un aumento dei livelli di stress e dell’aggressività tra conspecifici. Le immagini mostrano pesci morti che galleggiano sulla superficie dell’acqua, rappresentative dell’elevato tasso di mortalità in allevamento. E ancora: pesci ammassati in strutture spoglie e sprovviste di arricchimenti ambientali dove, in assenza di stimoli, gli animali non riescono a soddisfare la maggior parte dei propri bisogni comportamentali e possono solo nuotare in cerchio in una spirale di apatia.
Inoltre, l’inchiesta testimonia come il trasporto costituisca una delle fasi più critiche in cui il benessere dei pesci allevati è messo gravemente a rischio. Prima di essere sottoposti alle principali operazioni di trasporto, i pesci sono comunemente soggetti a prolungati periodi di digiuno che possono durare anche diversi giorni, causando stress agli animali. Il carico dei pesci avviene spesso in maniera noncurante e senza l’impiego di attrezzature idonee: questo può provocare ferite e uno stato di sofferenza acuta, specialmente quando gli animali sono prelevati e lasciati fuori dall’acqua anche per diversi minuti. Similmente, lo scarico degli animali può aumentare in maniera significativa i livelli di stress e causare lesioni, sempre riconducibili al contatto con pompe e reti mal progettate, e alla scarsa accuratezza con cui viene effettuata l’operazione.
Le immagini che documentano l’uccisione degli animali sono una chiara attestazione non solo della mancata attuazione della normativa comunitaria, ma anche delle sue evidenti lacune in termini di requisiti specifici che tutelino il benessere dei pesci al momento dell’abbattimento. Il Regolamento (CE) n. 1099/2009 dispone che, al momento dell’uccisione, agli animali devono essere risparmiati ‘dolori, ansia o sofferenze evitabili’ (art. 3, par. 1). Tuttavia, l’assenza di ulteriori norme specifiche circa i metodi di stordimento e abbattimento più appropriati per le diverse specie di pesci si traduce nell’utilizzo diffuso di pratiche cruenti e dolorose. L’indagine mostra pesci agonizzanti a cui viene applicato uno stordimento elettrico inadeguato, in miscele di acqua e ghiaccio o a secco in vasche di legno o di marmo: la perdita di coscienza non è immediata, come dimostrano i vigorosi tentativi di fuga effettuati dagli animali. L’inefficacia di questi metodi di stordimento e abbattimento è ulteriormente comprovata dalla presenza di pesci vivi quando vengono confezionati nell’impianto di trasformazione.
“Le gravissime problematiche di benessere animale documentate in questa indagine mostrano l’imprescindibile urgenza di una maggiore protezione dei pesci d’allevamento in tutta Europa,” afferma il dottor Krzysztof Wojtas, Head of Fish Policy di Compassion in World Farming. “I pesci sono tra gli animali più allevati, ma anche i più trascurati dalla normativa comunitaria. Ora abbiamo un’occasione unica: chiedere alla Commissione europea di porre fine alla sofferenza e di difendere la vita di oltre un miliardo di pesci ogni anno, attraverso un miglioramento significativo della legislazione dell’UE che garantisca una tutela adeguata del loro benessere in ogni fase d’allevamento.”
La Commissione europea, infatti, è impegnata nel processo di revisione della normativa comunitaria sul benessere degli animali, in linea con quanto predisposto all’interno della strategia Farm to Fork, che concluderà con la presentazione di una nuova proposta legislativa nell’autunno del 2023. La necessità di includere il benessere dei pesci nella revisione è resa ancora più impellente dal fatto che raccomandazioni specifiche sia sulle pratiche di allevamento (qualità dell’acqua e maneggiamento) che su quelle del trasporto sono già state elaborate e pubblicate, rispettivamente, dalla piattaforma UE sul benessere degli animali e da un team di ricercatori su richiesta della Commissione d’inchiesta sulla protezione degli animali durante il trasporto (ANIT).
Con il rilascio di questa nuova indagine, Essere Animali partecipa e rilancia la campagna di Compassion in World Farming, volta a chiedere alla Commissione europea, nello specifico alla Direzione generale della Salute e della sicurezza alimentare (DG SANTE), di includere la tutela del benessere dei pesci tra gli obiettivi prioritari della revisione della normativa UE sul benessere degli animali. L’iniziativa è accompagnata da una petizione, il cui obiettivo è quello di mostrare ai funzionari della Commissione europea quanto i cittadini abbiano a cuore i pesci e il loro benessere in allevamento.
“I pesci sono esseri senzienti e dalle incredibili capacità cognitive, in grado di provare non solo emozioni negative come il dolore, la paura e la sofferenza, ma anche emozioni positive come la gioia ed il piacere derivanti da interazioni positive tra conspecifici e con l’ambiente circostante”, dichiara Simone Montuschi, Presidente di Essere Animali. “La Commissione europea ha l’importante opportunità di garantire una migliore tutela normativa, grazie anche alle numerose evidenze fornite dalla ricerca scientifica, che ha consentito l’individuazione di pratiche d’allevamento più rispettose del benessere animale. È arrivato il momento di ascoltare la voce dei cittadini sensibili che chiedono a gran voce di eliminare la sofferenza silenziosa dei pesci negli allevamenti ittici d’Europa”.
APPROFONDIMENTI
Autori e luogo dell’indagine
L’indagine è stata realizzata dai fotoreporter Linas Korta e Aitor Garmendia per l’associazione Essere Animali. In tutto, sono stati visitati 7 allevamenti ittici in Spagna, situati nelle regioni della Cantabria, della Galizia e delle Asturie.
Dati sull’acquacoltura in UE
A differenza di quanto avviene per gli animali terrestri, i dati forniti dalle fonti ufficiali sulla produzione ittica vengono abitualmente indicati in tonnellate di animali allevati. Sulla base dei dati dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), l’associazione Fishcount ha calcolato una stima del numero di singoli pesci macellati per il consumo umano nell’UE sulla base del peso medio di ciascuna specie, che per il 2017 si attesta a circa 1,3 miliardi di individui. In realtà, poiché si tratta di una stima parziale, il numero di pesci allevati è persino superiore alla cifra indicata.
Il concetto di senzienza
I pesci sono animali senzienti, ossia hanno la capacità di provare emozioni (sia positive che negative) in modo soggettivo e attraverso processi cognitivi. In particolare, la loro capacità di provare dolore e paura è stata dimostrata in base a considerazioni evolutive (e.g. l’esperienza di emozioni negative in una determinata situazione aiuta ad evitare situazioni simili in futuro) e a misurazioni indirette – fisiologiche, neurologiche, comportamentali e cognitive –, che ad oggi hanno dimostrato che i pesci posseggono nocicettori che funzionano in modo simile a quelli dei mammiferi, che le loro reazioni fisiologiche e comportamentali in risposta a stimoli dolorosi sono attenuate da farmaci antidolorifici, che l’attività del loro cervello aumenta in risposta a stimoli dolorosi, e che stimoli dolorosi a loro somministrati sopprimono l’espressione di comportamenti primari come la fuga da potenziali predatori. In base all’evidenza scientifica disponibile, già dal 2009 l’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ritiene che vi sia senzienza nei pesci. Pertanto, se i pesci sono da ritenersi esseri senzienti, il loro allevamento deve necessariamente rispettare considerazioni etiche che ne tutelino il benessere.
Il benessere dei pesci in allevamento
Legislazione UE
Il benessere dei pesci in allevamento è regolato dalla Direttiva 98/58/CE del Consiglio del 20 luglio 1998, riguardante la protezione degli animali negli allevamenti. Tuttavia, ai pesci sono applicabili solo le disposizioni generiche contenute nell’art. 3, mentre sono espressamente esclusi dalle disposizioni specifiche delineate nell’art. 4. Questo significa che nonostante la Direttiva affidi ai singoli Stati Membri il compito di provvedere ‘affinché i proprietari e i custodi adottino le misure adeguate per garantire il benessere dei propri animali’, al contempo li esonera dall’elaborazione di requisiti specifici per i pesci.
Pratiche non rispettose del benessere animale
Nelle varie fasi di allevamento dei pesci vengono adottate diverse pratiche che possono compromettere il benessere degli animali. La stabulazione ad elevate densità e la scarsa qualità dell’acqua insieme contribuiscono alla diffusione di malattie, all’aumento dell’aggressività tra conspecifici e a un incremento del tasso di mortalità.
La completa assenza di arricchimenti ambientali nelle vasche o gabbie può provocare un aumento dei livelli di stress, episodi di aggressività e di cannibalismo, e ferimenti. Tra le pratiche comuni in allevamento vi è la selezione dei pesci in base alla taglia, funzionale alle operazioni di smistamento. Come documentato in questa indagine, tale procedura causa una prolungata sofferenza psicofisica agli animali, schiacciati tra i rulli di macchinari non adeguatamente predisposti per l’attività.
Il benessere dei pesci durante il trasporto
Legislazione UE
Il benessere dei pesci durante il trasporto è tutelato dal Regolamento (CE) n. 1/2005 del Consiglio, del 22 dicembre 2004, sulla protezione degli animali durante il trasporto e le operazioni correlate. Poiché il Regolamento si riferisce agli ‘animali”, definiti come animali vertebrati vivi (art. 2, lettera a), di conseguenza è applicabile anche ai pesci. Tuttavia, le disposizioni contenute al suo interno sono così generiche che, quando applicate al trasporto dei pesci, rendono la tutela del loro benessere di difficile implementazione. Inoltre, il modo in cui alcuni requisiti sono formulati alcuni requisiti non solo pregiudica gravemente la protezione del benessere dei pesci, ma rende tali requisiti di fatto inapplicabili alle condizioni di trasporto di questi animali.
Pratiche non rispettose del benessere animale
Le fasi di preparazione al trasporto dei pesci, oltre ad includere una fase di digiuno che può durare diversi giorni, prevedono le operazioni di contenimento e sovraffollamento, in cui i pesci vengono ammassati in uno spazio ristretto delle vasche/gabbie con l’utilizzo di reti. Tali operazioni, se non svolte in modo appropriato da personale qualificato, possono essere fonte di rapido deterioramento della qualità dell’acqua, di stress acuto e di un eccessivo affaticamento dovuto ai tentativi di fuga dei pesci. L’utilizzo di reti per il carico e lo scarico dei pesci può provocare lo schiacciamento dei pesci che si trovano nella parte sottostante, e abrasioni e lesioni causate dallo sfregamento con la rete e/o dagli urti con gli altri pesci. La rimozione dei pesci dall’acqua e la loro esposizione all’aria per più di pochi secondi provoca soffocamento e sofferenza acuta. Quando invece vengono utilizzati sistemi di pompaggio, la presenza di giunzioni, piegature e/o bordi spigolosi o taglienti, insieme ad una velocità di pompaggio eccessiva, possono causare lesioni ai pesci.
Il benessere dei pesci durante il trasporto
Legislazione UE
Il benessere dei pesci al momento dell’abbattimento è tutelato dal Regolamento 1099/2009 del Consiglio, del 24 settembre 2009, relativo alla protezione degli animali durante l’abbattimento. Tuttavia, per quanto concerne i pesci d’allevamento, il Regolamento prevede un ambito di applicazione estremamente circoscritto, oltre a non fornire indicazioni precise sui metodi di stordimento e abbattimento che risparmino agli animali ‘dolori, ansia o sofferenze evitabili’. Le raccomandazioni contenute nel Codice sanitario per gli animali acquatici redatto dall’OIE consentirebbero agli Stati Membri di attuare le disposizioni del Regolamento, ma un recente rapporto della Commissione Europea ha messo in luce come la normativa comunitaria sull’abbattimento è largamente disattesa negli allevamenti ittici dei principali paesi europei.
Pratiche non rispettose del benessere animale
Diversi metodi di abbattimento dei pesci ad oggi utilizzati, come ad esempio l’immersione in una sospensione di ghiaccio in acqua che causa morte per asfissia, non prevedono alcun tipo di stordimento e provocano stress e sofferenza acuta per un periodo di tempo prolungato. Lo stordimento elettrico prima dell’abbattimento è considerato uno dei metodi più rispettosi del benessere dei pesci dalla comunità scientifica. Tuttavia, questa indagine dimostra come un’applicazione inadeguata di tale stordimento puo’ provocare sofferenza acuta e prolungata, in quanto gli animali non storditi in modo efficace rimangono coscienti mentre ricevono la scarica elettrica e poi muoiono lentamente di asfissia per esposizione all’aria durante le fasi di trasporto e trasformazione. Nel caso dello stordimento elettrico in acqua e ghiaccio, le immagini mostrano come lo strumento utilizzato per applicare la scossa elettrica sia inadeguato in quanto non permette di stordire tutti gli animali in modo uniforme e rapido. Anche il metodo utilizzato per effettuare lo stordimento elettrico applicato a secco è inefficace. Infatti, la mancanza dell’acqua, unita all’assenza di contatto diretto tra i due elettrodi e ogni pesce, non consente una trasmissione uniforme della corrente elettrica attraverso i pesci.
L’ASSOCIAZIONE
Essere Animali esiste per costruire una società che riconosca diritti agli animali, lasciandoli liberi di soddisfare i propri interessi. Lavoriamo per porre fine agli allevamenti intensivi e promuovere il passaggio a un sistema alimentare che non preveda il consumo di prodotti animali.