DAL REGIME DI SEMILIBERTÀ AL PALCOSCENICO_IL NUOVO PROGETTO SOCIALE DEL CADA DIE TEATRO IN SCENA GIOVEDÌ A CAGLIARI
PERSONE IN REGIME DI SEMILIBERTÀ ALLA PROVA DEL TEATROGIOVEDÌ IN SCENA ALLA SCUOLA GIUSY DEVINU DI VIA MEILOGU
“IL FALLIMENTARE PIANO DI RINASCITA DEL ’62”
TRATTO DAL TESTO INEDITO DI MARIA GIACOBBE “IL PARTO DELLA MONTAGNA”
UN NUOVO PROGETTO SOCIALE DEL CADA DIE TEATRO
CHE STIMOLA UNA RIFLESSIONE AL CONFRONTO
TRA I FATTI DEGLI ANNI SESSANTA E L’ATTUAZIONE DEL PNRR
L’arte è funzione sociale per il Cada Die Teatro, lo è sempre stata sin da quando 40 anni fa la compagnia muoveva i primi passi.
Ecco perché, in particolare due dei fondatori Alessandro Mascia e Pierpaolo Piludu, continuano ostinatamente a voler portare avanti progetti con coloro che da molti sono considerati “scarti della società”.
Alcune persone in affidamento ai servizi sociali hanno scelto di percorrere la strada del teatro per cercare un punto da cui far ripartire la propria vita.
Gli attori, che sul palco recitano assieme ad altri appassionati di teatro si sono confrontati con un testo inedito della scrittrice Maria Giacobbe “Il parto della montagna”, critica feroce al Piano di Rinascita del 1962 voluto dal Parlamento che finanziò la creazione delle due maggiori industrie isolane:
i poli petrolchimici di Porto Torres e Sarroch.
Industrie che, nelle intenzioni del legislatore, avrebbero dovuto soppiantare un sistema economico fondato sulle attività agropastorali, considerato però antiquato e antieconomico.
«La storia di come andò è sotto gli occhi di tutti e Maria Giacobbe lo capì molto presto – racconta Mascia.
La sua opera svela come le promesse di una qualità della vita migliore furono tradite da una politica grottesca, corrotta e disonesta.
E così dalla Sardegna contadini e pastori, privati di terreni e lavoro, partirono per trovare fortuna altrove avviando un triste processo di spopolamento che è tuttora in corso».
Giovedì 23 giugno alle 19, nel teatro della scuola Giusy Devinu di via Meilogu a Cagliari (ingresso gratuito), andrà in scena il primo esito scenico di questo progetto che riprenderà in autunno con un tour tra istituti penitenziari e comunità di recupero.
«L’importanza di questo lavoro –
spiega Piludu – non sta tanto nelle qualità attoriali dei nostri allievi, per quanto ce la stiano davvero mettendo tutta.
La cosa fondamentale è il percorso di costruzione e la nascita di una nuova consapevolezza.
I ragazzi sono chiamati a mettersi alla prova con tanto impegno e una disciplina che dovevano ritrovare».
La scelta del testo non è casuale, ma anzi di estrema attualità:
«Vorremmo stimolare un confronto: con il PNRR ci troviamo in una situazione analoga a quella degli anni Sessanta:
un piano di rinascita che prevede lo stanziamento di moltissimi soldi, ma che cela il rischio che la sua attuazione, se non correttamente eseguita, finisca in un nuovo terribile fallimento» conclude Piludu.
Il progetto è finanziato dalla Fondazione di Sardegna e sostenuto dal CPIA 1 Karalis e UEPE.