Il Coordinamento Nazionale Docenti per la disciplina dei Diritti Umani, in occasione del 76° anniversario della Festa della Repubblica Italiana, che si celebra il 2 giugno, intende sottolineare il profondo valore di tale ricorrenza.
La Festa della Repubblica chiude il cerchio delle trasformazioni politiche portentose che hanno trainato un’Italia misera, devastata dal malgoverno e dalla guerra, ancora monarchica, in un’altra direzione, che le ha consentito di diventare una delle più giovani democrazie del pianeta, con la carta costituzionale più innovativa e moderna di sempre. Repubblica significa “res publica”; quindi tutto ciò che è politico diventa automaticamente un interesse collettivo. Infatti anche le donne poterono votare per la prima volta nel 1946, sancendo in maniera definitiva l’inizio di una nuova epoca di maggiore equità, diritti e consapevolezza per tutti.
“Lo Stato repubblicano, nato dall’epopea della Resistenza, dalle speranze, dalle attese, dal generoso sacrificio della parte migliore di noi, pone alla sua base il sistema democratico fondato sulla libertà, sulla giustizia sociale, sul progresso civile. Il ripudio della guerra come mezzo di offesa alle altrui libertà è conseguenziale a questi alti principi, così come il sacro dovere della difesa della Patria pone le Forze Armate (a) garanzia della sua integrità e della sua indipendenza.” (Sandro Pertini, 2 giugno 1981)
La nostra Repubblica ha conosciuto momenti di grande sviluppo, come quando l’Italia si collocò tra i primi sette paesi industrializzati del pianeta, alternati a fasi di grande drammaticità e conflitto: la stagione dei sequestri, degli anni di piombo, dello strapotere mafioso, di Tangentopoli, della crisi economica dal 2000 in poi, della pandemia. Eppure, nonostante gli scossoni e le avversità determinate da fattori anche internazionali, il nostro Paese, almeno fino ai nostri giorni, ha saputo mantenere un certo assetto, con tutte le criticità del caso o le contestazioni legittime sulle scelte governative del caso. Se comunque una certa organicità è stata mantenuta, è ascrivibile proprio agli indirizzi politici fissati attraverso le leggi che regolano la nostra realtà politica e governativa.
“La Repubblica – che oggi festeggiamo – non è una tappa casuale della nostra secolare vicenda collettiva né una formula inerte destinata a racchiudere senza anima simboli, leggi e istituti del nostro vivere quotidiano. Essa è frutto di una passione tenace, di una lotta eroica, del sacrificio di migliaia e migliaia di giovani vite. (Sandro Pertini, 2 giugno 1984)
La Repubblica anche oggi è messa a dura prova da tante sfide e incertezze che si delineano all’orizzonte o che incombono già; l’unica risposta possibile è non allontanarsi da quegli insegnamenti che animarono i nostri padri costituenti, i quali seppero porre le basi per uno stato efficiente e all’avanguardia, facendo del rispetto, della tolleranza, del diritto all’espressione i principi ispiratori del loro presente, del nostro presente e si spera del nostro futuro.
“Se dietro la Costituzione non ci fosse il sacrificio di migliaia di giovani – militari e civili – caduti sui fronti di guerra, nella clandestinità e nei campi di concentramento nazisti, se ciascuno dei suoi precetti non traesse alimento dalla fede di tutto un popolo essa non sarebbe – come è stata e rimane – la legge fondamentale degli italiani, il patto solenne che l’un l’altro li lega per virtù di una scelta sovrana e libera. (Sandro Pertini, 2 giugno 1985)
Il CNDDU invita le scuole in questi ultimi giorni di attività didattiche a riscoprire con gli studenti i valori, gli ideali e gli sforzi che hanno reso possibile l’attuale società, cercando di trasmettere curiosità e passione per il nostro passato, eredità importante per un futuro libero. Si potrebbe realizzare un’UDA incentrata sulle tematiche in oggetto, con particolare riferimento alle tappe più rappresentative della nostra storia. #InsiemeXlaRepubblica.
“Dobbiamo quindi credere nei giovani che sono l’avvenire della Patria e che con la loro passione e con il loro entusiasmo debbono adoperarsi perché diventi più umana e più forte.” (Sandro Pertini, 2 giugno 1979)
prof. Romano Pesavento
Presidente CNDDU