L’eccellenza sanitaria sassarese dal locale all’internazionale
L’eccellenza sanitaria sassarese dal locale all’internazionale: un progetto di cooperazione allo sviluppo per ridurre la mortalità infantile in Senegal e Burkina Faso.
L’eccellenza sanitaria sassarese dal locale all’internazionale – L’associazione “AICEM”, in collaborazione con le Associazioni “Generazione Europa” e “Life – Centro studi sulle politiche della salute” e le organizzazioni del Burkina Faso “ALCP – Associazione per la Lotta Contro la Povertà” e del Senegal “ECAF – Spazi per le Capacità e l’Accompagnamento delle Donne”, a Sassari per presentare i risultati del progetto “S.O.I.N. – Santé et pratique d’Obstétrique qui Intéresse les Nouveau-nés (pratiche sanitarie e ostetriche riguardanti i neonati ndr).Cofinanziato dall’8 per mille della Chiesa Valdese e dalla Fondazione di Sardegna, il progetto ha riguardato la formazione di 25 operatori sanitari, tra ostetriche, infermieri e medici del Burkina Faso e del Senegal per aiutare più di 200 donne incinte e nuove madri ad adottare migliori stili di cura verso i loro bambini in materia di igiene, salute e alimentazione.
Il progetto è nato dall’esigenza di diminuire la mortalità infantile dovuta alla malnutrizione, favorire l’accesso ad un’adeguata assistenza sanitaria e far fronte alla scarsità di risorse che medici e infermieri incontrano quotidianamente nella regione centrale di Ouagadougou, in Burkina Faso e a Ziguinchor, in Senegal, entrambi paesi in via di sviluppo con un basso reddito, risorse naturali limitate e un elevato tasso di mortalità infantile.
In queste giornate finali, i tre medici provenienti dal Burkina Faso e due del Senegal hanno mostrato i risultati finali delle azioni locali effettuate nei loro territori a seguito della formazione operata dalla dott.ssa Marilena Ferrarini, il dott. Mounir Rachef e la dott.ssa Angela Giusti, con azioni di accompagnamento delle donne, di formazione degli operatori sanitari, con decaloghi di buone pratiche in materia di nutrizione e di cura dei neonati.
Durante queste giornate sono state mostrate agli ospiti internazionali le buone pratiche sanitarie presenti sul territorio di Sassari per rafforzare le competenze e le opportunità di ulteriore sviluppo dei presidi medico- sanitari rappresentati dai medici di Senegal e Burkina Faso.
Tra queste, il reparto di neonatologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Sassari, con la presenza del primario del reparto prof. Olzai e il prof. Salvatore Rubino dell’Istituto di microbiologia di Sassari, il quale ha dato un grande contributo nel contenimento della diffusione del rischio da Covid-19 offrendo ulteriori spunti di apprendimento per gli ospiti internazionali.
Da ultimo, l’ostetrica Veronica Lai e la sua associazione “Germogli”, impegnata nella formazione nelle scuole e nel seguire donne nel periodo prenatale e post partum adottando metodiche che permettono tanto alle madri quanto ai padri di seguire la prole in modo attento e responsabile.
La presenza dei medici e la collaborazione con le ONG del Burkina Faso e del Senegal testimoniano le forti connessioni che le associazioni del territorio riescono a mantenere a livello internazionale e dimostrano l’importanza della cooperazione e della condivisione di informazioni.
Il progetto ha inoltre mostrato l’importanza della conoscenza di pratiche di base di prevenzione in un ambito cruciale come quello dell’ostetricia che, davvero, possono fare la differenza tra la vita e la morte.
E consentire ai nuovi nati e alle nuove nate di avere la possibilità di crescere e di avere un futuro.