L’oleastro millenario di Sa Tanca Manna è vivo
Dopo il terribile rogo che lo aveva avvolto lo scorso luglio, divorandone le chiome e incuneandosi nel sottosuolo lungo le radici, tre bellissimi polloni sono spuntati nei giorni scorsi dall’apparato radicale del Patriarca.
Sembrava un’impresa disperata la salvezza dell’oleastro di Sa Tanca Manna, quasi impossibile: in tanti avevano perso le speranze, ma non i volontari dell’Associazione Montiferru che hanno curato e accudito l’oleastro per 11 lunghissimi mesi, guidati dalle straordinarie competenze scientifiche del prof. Gianluigi Bacchetta, direttore dell’Orto Botanico dell’università di Cagliari, componente del comitato scientifico dell’Associazione e responsabile scientifico per il Comune di Cuglieri dell’oleastro millenario.Un lungo lavoro. Subito dopo i lavori di spegnimento ad opera dei Vigili del fuoco, prima ancora che venisse costituita l’Associazione Montiferru, un gruppo di volontari aveva garantito – con una cisterna da mille litri – l’irrigazione del terreno circostante, per mantenere adeguatamente bagnati i substrati del terreno e il fusto della pianta. Ciò ha consentito di abbattere drasticamente le alte temperature rilevate al suolo (oltre 90°C) e all’interno dell’albero (costantemente oltre i 40°-45°C). Per sopperire alla mancanza della chioma, andata interamente bruciata, erano stati posti dei teli di juta che hanno assicurato il giusto ombreggiamento al tronco e alle radici; d’inverno, la copertura ha protetto l’olivastro da gelate e nevicate. Lo stesso è stato garantito poi con una struttura ombreggiante realizzata con tubi innocenti e teli a ombreggio variabile. Confrontandosi con la comunità scientifica nazionale e internazionale (tra cui la Società di Arboricoltura, i tecnici che si dedicano al patrimonio arboreo monumentale e gli esperti dell’Università di Valencia) è stata definita una strategia d’azione nel breve e medio periodo. Eliminate le parti pericolanti del Patriarca, è stato realizzato un impianto d’irrigazione a cerchi concentrici per fornire un apporto d’acqua alle porzioni radicali ancora vitali. Importante si è rivelata anche la fertirrigazione a cadenza quindicinale nel periodo agosto-settembre 2021, con l’impiego di amminoacidi levogiri che tendono a favorire la resilienza degli apparati radicali e l’attività vegetativa.
Bacchetta. “L’oleastro di Sa Tanca Manna nei suoi millenni di vita ha subito tanti incendi, sperimentato annate siccitose, potature eccessive e abbandono, ma non si è mai arreso! Ha fatto tesoro di tutto questo e ha deciso di rinascere per l’ennesima volta quando ha visto che le condizioni erano favorevoli e quando dei piccoli uomini se ne sono presi cura. Il Venerdì Santo scorso, quando mi trovavo a Cuglieri, dissi ad alcuni amici dell’Associazione che era vivo e si sarebbe ripreso; dissi di mantenere il riserbo che l’oleastro pretendeva e oggi questa scelta ci ha premiati”. Così il prof. Bacchetta, che ha aggiunto: “La sua resilienza diventa simbolo della rinascita di una comunità, monito per il futuro ed esempio da seguire con fierezza e unione d’intenti. Un buon augurio per tutti i patriarchi, gli animali che li popolano e gli umani che se ne preoccupano”.
L’Associazione. Il presidente Pier Paolo Arca ha commentato così la bella notizia: “Abbiamo lavorato sin dalle prime ore seguenti il rogo del 24 luglio per assicurare una ripresa vegetativa della pianta che non è un simbolo solo per Cuglieri, bensì per tutti coloro che hanno a cuore la tutela e la conservazione dei beni ambientali. Le fiamme hanno cancellato secoli di storia agricola, e se avessimo perso anche il Patriarca di Cuglieri, sarebbe stata una ferita lacerante difficile da rimarginare. Per tutte le attività di recupero – ha proseguito Arca – dobbiamo ringraziare i numerosi volontari e la compagnia barracellare di Cuglieri, che per mesi hanno assicurato tutta la disponibilità necessaria per garantire gli interventi a Sa Tanca Manna e in tanti altri luoghi del territorio”.
Il sindaco. Il primo cittadino di Cuglieri, Andrea Loche, ha parlato di “grande soddisfazione per questi polloni che rappresentano un primo momento di rinascita, anche perché non ci credeva quasi più nessuno che il Patriarca potesse riprendersi. Non sarà certo la stessa pianta, non riavremo più quell’oleastro millenario, ma ciò che crescerà rappresenterà la rinascita dalle ceneri, un simbolo a cui tutti i cuglieritani guarderanno con grande attenzione”.
Il sito. I volontari dell’Associazione hanno ripulito l’area dell’Oleastro dalle sterpaglie e l’hanno poi chiusa con un cancello. Per assicurare la massima tutela del Patriarca, l’ingresso è vietato a tutti i curiosi e nei prossimi giorni saranno migliorate la recinzione e la videosorveglianza già presente.