“Ma io ce l’ho fatta”: Storie di vita strappate alla violenza – Viaggio nella quotidianità della violenza domestica
“Ma io ce l’ho fatta”: Storie di vita strappate alla violenza – Viaggio nella quotidianità della violenza domestica | La mostra di Anastassìa Caterina Angioi svoltasi dal 14 al 29 Maggio al Lazzaretto di Cagliari.
Il Lazzaretto di Cagliari ha ospitato la mostra personale di Anastassìa Caterina Angioi:“Ma io ce l’ho fatta”: Storie di vita strappate alla violenza – Viaggio nella quotidianità della violenza domestica.
Dal grande progetto “Storie di Lana”, nasce il progetto che prende il titolo di “Ma io ce l’ho fatta”: Storie di vita strappate alla violenza, che racchiude al suo interno una mostra: “Ma io ce l’ho fatta”: Storie di vita strappate alla violenza – Viaggio nella quotidianità della violenza domestica e il primo libro di Anastassìa Caterina Angioi: “L’amore non cura, l’amore si cura”.
L’iniziativa rientra nell’ambito della programmazione dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Cagliari ed è stata curata dall’ATI Cooperativa Sant’Elia 2003, insieme all’ Accademia d’Arte di Cagliari Srl, da un progetto di “Storie di Lana”.
La mostra nasce da un’idea di Anastassìa Caterina Angioi, creatrice di “Storie di Lana”.
Un progetto che coniuga manualità e scrittura, sensorialità ed emozione, che racconta la vita, quella dimenticata, presa per scontata.
Un luogo che cerca di dar voce a chi voce non ha, a chi non ha mai avuto ascolto o non riesce ancora a trovare le parole da dire.
La mostra è un viaggio nella quotidianità della violenza domestica, attraverso il racconto delle piccole cose e dei metodi di sopravvivenza delle donne che hanno fatto esperienza di un abuso reiterato.
Amore, paura, vita in casa, il difficile rapporto con l’esterno, fino alla scelta della libertà, al racconto del modo in cui sono riuscite a dire e ad agire e mettere loro stesse per prime.
“Ma io ce l’ho fatta”: Storie di vita strappate alla violenza – Viaggio nella quotidianità della violenza domestica apre così la porta ad una quotidianità distorta, fatta di storie di vita strappate alla violenza.
Affronta un problema che esiste proprio in quei luoghi che dovrebbero custodire l’amore e il rispetto: casa e famiglia.
La mostra, attraverso alcune delle storie raccolte nell’omonimo progetto, ripercorre le tappe fondamentali di quei rapporti che fin troppe volte finiscono in maniera tragica.
Anastassìa Caterina Angioi, giovane e talentuosa artista sarda, lungo gli spazi della mostra non ha proposto solamente un viaggio simbolico tra le testimonianze preziose che ha potuto ricamare nel tempo, ma ha coinvolto la sensibilità e il punto di vista dei ragazzi e le ragazze del Liceo “Eleonora D’Arborea” e della “Cooperativa Carovana” del quartiere Sant’Elia.
Giovani e non, ragazzi e ragazze, con i loro racconti e i loro elaborati sviluppati durante un percorso laboratoriale, affiancato dalla Rete Dafne Sardegna, si sono fatti sentire.
La Rete Dafne Sardegna, si occupa della tutela delle vittime di ogni reato.
Il lavoro di questi laboratori, era parte integrante della mostra di Anastassìa.
Ognuno ha potuto dire la propria sulla vita, sul coraggio, sulla paura, e su un tema così delicato, relegato spesso a poche date l’anno obbligate a compiti prestazionali.
È nell’unione della pluralità di visioni unite dal desiderio di fare rete nel tessuto sociale che questa mostra getta le sue radici e apre le porte a sua volta.
Voci preziose, di ogni età ed estrazione sociale, intrecciano lana, stoffa, vita vissuta e sogni con colori di ogni genere, toccando nel vivo qualcosa che ci riguarda tutti e che possiamo cambiare a partire dalle scelte quotidiane.
“Ho raccolto storie e dato voce a donne, uomini, e bambini, che di voce non ne hanno mai avuta“.
La mostra è stata non solo un importante evento culturale, ma un vero e proprio dono che l’artista ha fatto a chiunque sia andato a vederla.
Il percorso che Anastassìa ha creato per raccontare queste storie, è un ideale percorso dentro una relazione.
La suddivisione è in 5 stanze che seguono l’emozioni e la fasi stesse della relazione.
Ogni storia pian piano diventa sempre più coinvolgente per raccontare, con lo stile di “Storie di Lana”, questo percorso.
La mostra, inoltre, ha dato l’opportunità anche agli stessi spettatori di lasciare un proprio pensiero o commento, tramite una grande lavagna, con pennarelli, colori, carte e adesivi.
Uno sfogo collettivo, che ha arricchito ancor di più un evento che arriva al momento giusto. La mostra ha avuto un grande successo e numerosi spettatori, da Cagliari e non.
Sono accorsi numerosi ad immergersi nel mondo creato da Anastassìa, uscendone molto più consapevoli e informati, su un tema che fin troppo spesso viene messo in disparte.
Nella giornata di Domenica 22 Maggio 2022, la mostra ha, inoltre, accolto il coro “Note in Toga”.
Il coro ha intrattenuto il numeroso pubblico con canzoni italiane e non, donando un’aura ancor più affascinante all’evento.
Il 29 Maggio 2022, dopo due settimane, la mostra chiude i battenti, lasciando un ricordo indelebile e facendo breccia nei cuori dei suoi spettatori, con la promessa di tornare e di raccontare ancora tanto, perchè c’è tanto ancora che non è stato detto.
La mostra inoltre, ha dato spazio ad un altro grande traguardo dell’artista: il suo primo libro, facente parte del progetto di “Ma io ce l’ho fatta”: Storie di vita strappate alla violenza.
Il titolo è “L’amore non cura, l’amore si cura”, (Edizioni Albatros) ed è acquistabile in Libreria e negli Store Online.
Molti spettatori, folgorati delle storie esposte nella mostra, ne hanno approfittato per acquistare il libro, e Anastassìa ha scritto per loro numerose dediche.
“Pesa 650 grammi, quando sono nata pesavo circa tre di questi libri. Se non vi piacerà, potrete sempre usarlo come paraspifferi”.
Dice del libro Anastassìa C. Angioi, che non vede l’ora di continuare i suoi progetti artistici.
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Articolo di Michael Bonannini