Nel Golfo di Oristano arriva la soluzione “smart”
Nel Golfo di Oristano allo studio soluzioni per mitigare i danni delle emergenze climatiche.
Dal 22 al 24 giugno si parla per delle soluzioni smart, una quarantina di esperti internazionali si sono incontrati a Oristano per discutere di adattamento ai cambiamenti climatici nel progetto TransformAr. La visita al sito pilota nella Laguna di Marceddì che disporrà di sistemi intelligenti di prevenzione del rischio di inondazioni.Oristano, 24/06/2022 – Il Golfo di Oristano in Sardegna è caratterizzato da un complesso sistema di fiumi e zone umide che rappresenta un hotspot mediterraneo di biodiversità in termini di specie e habitat. Tra queste, la laguna di Marceddì (SIC San Giovanni, stagno di Corru S’Ittiri e Marceddì), un profondo golfo marino, all’interno di un’area di rilevanza internazionale RAMSAR, inserito tra la pianura agricola Arborea – Terralba e il promontorio di Capo Frasca. Una zona soggetta a frequenti eventi estremi legati ai cambiamenti climatici, tra grave siccità e piogge intense.
Proprio in questa zona il gruppo di lavoro coordinato dalla Fondazione MEDSEA interverrà nei prossimi 4 anni, all’interno del progetto TransformAr. Finanziato dall’Unione Europea (progetto Horizon – H2020), TransformAr ha come obiettivo quello di sviluppare e dimostrare percorsi, prodotti e servizi per avviare e accelerare processi su larga scala per l’adattamento ai cambiamenti climatici nelle aree e comunità vulnerabili in tutta Europa. Tra queste il Golfo di Oristano, unico sito in Italia del progetto, tra le zone in Sardegna più esposte agli eventi estremi, legati proprio al clima. Qui, proprio sullo stagno di Marceddì e San Giovanni verranno testate delle soluzioni intelligenti di monitoraggio, controllo e gestione del flusso delle acque (SMART opening, sensori e idrometri, stazione meteorologica…) per la prevenzione del rischio climatico e conseguenti emergenze, come le inondazioni.
In questi giorni, dal 22 al 24 giugno, una quarantina di esperti provenienti da 11 paesi diversi si sono incontrati a Oristano, nella sede del Consorzio UNO – Università di Oristano in via del Carmine, luogo prescelto per il secondo meeting di progetto, per confrontarsi sulle soluzioni di implementazione e fare un sopralluogo nello stagno di Marceddì – San Giovanni, uno dei sei siti pilota del progetto (unico in Italia).
“L’inverno piuttosto caldo in Sardegna nell’ultima parte e questa forte ondata di calore hanno portato in evidenza una serie di problematiche a catena – ha spiegato Antonio Trabucco, Ricercatore del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC) – tra queste: un possibile anticipo sulla ripresa vegetativa delle colture arboree con conseguente rischio gelate, siccità, aumento delle temperature, incendi, rischi sulla situazione idrica e sul calore dell’acqua, soprattutto negli stagni, con sovrappopolazione di fattori biotici. Una serie di situazioni che vanno affrontate con un adattamento trasformativo in diversi settori, questa è la sfida di TrasformAr”. E se è vero che la comunità scientifica “è ancora molto cauta sul tema e sta raccogliendo i dati a livello nazionale e internazionale, – aggiunge Trabucco – è chiaro però che, negli ultimi 5 anni, ogni anno ha superato la media delle temperature nel periodo dell’anno precedente”.
“Occuparsi di adattamento climatico per la Sardegna è anticipare il futuro su problematiche del nostro presente – continua Gianluca Cocco, Direttore Generale dell’Assessorato della difesa dell’ambiente della Regione Sardegna – TrasformAr si integra perfettamente con le altre attività nella zona di contratto tra i comuni sul tema e con la strategia di adattamento ai cambiamenti climatici della Regione del 2019, oramai un metodo che stiamo implementando di nuove parti con il supporto delle Università, dell’Ispra e dell’Arpa per spiegare cosa è, come si sviluppa e come applicarlo nei piani regionali e comunali”.
I neo eletti sindaci, Massimiliano Sanna di Oristano il 22 giugno in apertura e Sandro Pili di Terralba durante la visita a Marceddì al Museo del Mare il 23 del gruppo di studio e lavoro, hanno ringraziato gli ospiti mettendosi a disposizione per la buona riuscita del progetto.
“Nell’ultimo decennio, il sistema idraulico realizzato il secolo scorso in grado di proteggere le aree agricole urbane si è rivelato inadeguato per via degli eventi climatici estremi – spiega il progetto Alessio Satta, presidente della Fondazione MEDSEA -, con danni crescenti alla biodiversità e alla pesca. Attraverso l’uso di soluzioni di controllo intelligenti, come il sistema di “SMART opening”, posizionato alla foce tra Flùmini Mannu e lo stagno di San Giovanni, sarà possibile gestire il controllo delle piene dei fiumi in uscita o il contenimento dei pesci. Il posizionamento di idrometri e sensori all’interno della laguna consentiranno di avere sotto controllo il livello dei vari parametri (temperatura, pH, potenziale redox, percentuale di ossigeno disciolto, saturazione…). Una stazione metereologica consentirà di implementare un sistema di allerta meteo della protezione civile; non in ultimo verranno dati in dotazione dei mezzi nautici lagunari ecologici (alimentati con energia elettrica) preposti al monitoraggio e all’osservazione dei fondali e parametri ambientali lagunari con la partecipazione dei pescatori locali”.
https://www.sardegnaturismo.it/it/luoghi/ovest/golfo-di-oristano