Old Enough! e l’autonomia dei bambini giapponesi
Old Enough! è un reality show giapponese sbarcato sulla piattaforma Netflix ad aprile 2022.Presente in Giappone dal 1991 su Nippon Television è un format per noi completamente nuovo:
in questo reality documentario bambini giapponesi, dai 2 ai 5 anni, sono incaricati di portare a termine delle commissioni da soli, accompagnati a distanza e monitorati da una enorme troupe televisiva.
Old Enough! Come nasce il programma
Il reality Old Enough! è sulla piattaforma Netflix in tutto il mondo da aprile 2022 ma la sua storia parte da lontano.
L’idea del programma nasce da un libro illustrato per bambini di Yoriko Tsutsui e Akiko Hayashi pubblicato nel 1976 che racconta proprio l’incarico, affidato ad una bambina dalla mamma, di comprare il latte.
Verso la fine degli anni ’80 il libro viene tradotto in inglese e inserito come spunto in un programma di informazione, “Tsuiseki”.
Questi piccoli frammenti ottengono un discreto successo e diventano, così, un programma autonomo che va in onda in Giappone dal 1991. Ancora oggi vengono mandati in onda degli speciali.
Il reality su Netflix
Per la piattaforma Netflix sono stati selezionati venti episodi nei quali i bambini si cimentano in ogni genere di commissione:
andare a fare la spesa, portare il pesce dal pescivendolo per preparare il sashimi, preparare il succo di mandarino con la frutta appena raccolta nell’orto del nonno, portare la casacca del papà in lavanderia, prendere delle piante dal vivaio o accompagnare a casa una monaca locale.
Una numerosa troupe riprende, accompagna e monitora attentamente i bambini nel loro viaggio.
La particolarità divertente è che la nutrita troupe del programma è “mascherata” con ruoli ed oggetti comuni:
alcuni sono finti elettricisti che nascondono le telecamere nella borsa del lavoro, altri finti giardinieri e così via, a seconda della situazione.
I bambini sono selezionati per il programma dopo un lungo lavoro di valutazione:
si parte dall’ambiente scolastico, in cui vengono somministrati più di 5000 questionari, per poi procedere con un approfondimento della struttura familiare e poter finalmente organizzare il progetto.
Nulla è lasciato al caso.
L’educazione dei bambini giapponesi
I bambini giapponesi ricevono una formazione ed una educazione molto differente rispetto a quella cui siamo abituati in Occidente.
Fin dalla scuola primaria vengono educati e cresciuti con ideali di rispetto, verso l’ambiente e verso gli altri; esiste, ad esempio, un compito, chiamato Osoji, che consiste nel pulire la scuola, i corridoi, i bagni… l’idea è quella di aumentare il loro senso di rispetto e responsabilità.
A scuola non si studiano solamente le classiche e conosciute materie scolastiche: uno spazio importante viene dedicato alla conoscenza delle emozioni, soprattutto nell’ottica di un forte senso di comunità.
Si apprendono, fin da piccoli, le regole per una buona e civile convivenza.
Inoltre, i bambini giapponesi mangiano in classe, insieme agli insegnanti, e si occupano della gestione dei pasti, quindi della loro distribuzione e della successiva pulizia.
Tutti questi elementi fanno parte di un processo di formazione e educazione del bambino che va oltre l’idea della semplice struttura scolastica: la scuola viene considerata come la propria casa, un luogo del quale ci si deve prendere cura come se ci appartenesse.
Una sorta di educazione morale che mira a costruire nei più piccoli un forte senso di comunità che li accompagnerà per tutta la loro vita.
Il senso dell’autonomia…
Al primo impatto di scombussolamento e ansia nel vedere bambini di due anni uscire da soli e gestirsi autonomamente subentra un forte senso di meraviglia e di dolcezza, sempre accompagnato dalla voce narrante che rende l’atmosfera divertente e mai banale.
I bambini, inizialmente intimoriti all’idea di doversi ritrovare da soli a gestire la commissione, scoprono nel cammino la forza di agire e di andare avanti.
Scoprono un senso di soddisfazione nel portare a termine un compito che aiuta la famiglia e alimentano, così, il forte senso di appartenenza alla comunità che li caratterizza.
Non mancano le difficoltà:
nell’episodio 8, ad esempio, un bambino di Hakodate, una città collinare nell’Hokkaido, viene incaricato dai suoi genitori di portare del pesce fresco dal pescivendolo e comprare delle mele per la sorellina.
L’impresa si rivela davvero difficile: il pesce gli cade per strada due volte perché si rompe la corda che tiene la scatola e le mele rotolano giù per le ripide strade della città.
Il bambino, inizialmente, prova un senso di disperazione ma non smette mai di cercare soluzioni al problema:
riuscirà a raccogliere il pesce e portarlo dal pescivendolo e recupererà le mele per la sorellina, portando così a termine la sua commissione e trovando delle soluzioni pratiche ai problemi che si sono presentati.
…unito alla fiducia nella comunità
I bambini sono considerati in grado di agire da soli e di risolvere i problemi pratici che possono presentarsi e che sempre si presentano:
la consapevolezza di essere in grado di trovare una soluzione e di cavarsela superando lo smarrimento e, a volte, la paura o lo scoraggiamento, nutre profondamente il loro senso di autonomia e di responsabilità.
I genitori, da una parte non nascondono le loro preoccupazioni, ma dall’altra ripongono un forte senso di fiducia nei bambini, che recepiscono perfettamente questi segnali e trovano, anche grazie a questo rinforzo dato dalla fiducia dei genitori nei loro confronti, il coraggio e l’entusiasmo per terminare la loro missione.
Ma la fiducia dei genitori è riposta non solo nei bambini ma anche nella comunità:
sono consapevoli che, se i bambini dovessero trovare delle difficoltà, sarebbero sostenuti e aiutati, dai venditori ma anche dai cittadini; una comunità che coopera attivamente alla realizzazione di questo forte senso di fiducia in sé stessi.
Le riflessioni su Old Enough!
Le riflessioni ed emozioni che questo reality suscita sono innumerevoli:
sicuramente spiccano la disciplina ed il rispetto che contraddistinguono questi bambini, il rispetto per gli altri ma anche il rispetto per l’ambiente.
Cinque dei venti episodi presenti su Netflix vedono bambini fare le commissioni in coppia, con amici o fratelli, e mostrano come e quanto sia importante la cooperazione ed il rispetto reciproco.
I bambini non si adirano, portano pazienza e, se necessario, incoraggiano il loro compagno di viaggio.
Un altro aspetto interessante è quello della centralità che riveste la comunicazione:
i bambini interagiscono alla pari fra di loro, quando sono in coppia, e con gli adulti; salutano educatamente, sanno chiedere quello che gli serve, ringraziano e si scusano con gentilezza.
È una scoperta interessante non solo per i bambini ma soprattutto per gli adulti;
un modo completamente differente dal nostro di affrontare la vita e le difficoltà, un diverso modo di considerare e educare i bambini da cui, probabilmente, c’è solo da imparare, a prescindere dalle concrete possibilità di replicare un simile progetto in altri paesi come il nostro.
Il forte senso civico e di comunità rende questo progetto possibile; insieme agli spazi pubblici a misura d’uomo che rendono possibile la loro comprensione anche ai bambini e all’efficiente sistema di sicurezza stradale che consente di muoversi con tranquillità.
Un proverbio giapponese recita:
“Kawaii ko niwa tabi o saseyo” letteralmente “Mandate i bambini carini in viaggio”.
Nel reality vediamo che questo è possibile.
Elena Elisa Campanella