Pnrr – Vallascas (Alt)
Pnrr – Vallascas (Alt) – Settore tlc in espansione, ma lavoratori sfruttati, Governo responsabile. “È inaccettabile che il Governo non abbia predisposto adeguati strumenti di tutela per i lavoratori delle telecomunicazioni che continuano ad essere sottopagati e sfruttati nonostante gli ingenti finanziamenti pubblici messi a disposizioni per la transizione digitale.
In questo contesto, la situazione dei 70 operai sardi senza stipendio da febbraio scorso rischia di rappresentare la punta di un iceberg di un sistema nazionale degli appalti caratterizzato dai forti ribassi e dall’assenza di garanzie per i lavoratori”.
Lo afferma Andrea Vallascas, deputato di Alternativa, in merito alla risposta che la sottosegretaria al Lavoro, Rossella Accoto, ha dato ieri pomeriggio in commissione Lavoro a una sua interrogazione sui ritardi nelle retribuzioni dei circa 70 lavoratori, delle aziende sarde Mvm e Effe&C, che operano nel settore delle telecomunicazioni per conto di Tim e Open Fiber, e in quello elettrico, per conto di Enel distribuzione.
“I lavoratori delle due aziende – spiega Vallascas – non percepiscono lo stipendio da febbraio, salvo un acconto erogato non per tutti.
E nella stessa condizione si trovano i dipendenti delle sedi di Roma e Rieti della Mvm.
La situazione è particolarmente critica tanto che alcuni operai hanno avviato le pratiche per richiedere le dimissioni per giusta causa per poter accedere alla Naspi”.
“Tutto questo – prosegue l’esponente di Alternativa – nonostante si tratti di imprese che operano in un settore in forte espansione, per conto di società impegnate in un ampio programma di infrastrutturazione e digitalizzazione del Paese che possono contare sulle ingenti risorse stanziate dal Pnrr per la transizione digitale, circa il 27 per cento dell’ammontare complessivo, di cui 6,7 miliardi per la realizzazione della banda ultra larga”.
“Questa situazione – sottolinea Vallascas – è la conseguenza di un sistema degli appalti che non pone regole alla logica del massimo ribasso e non introduce adeguati strumenti di tutela del lavoro, come è stato riconosciuto dalla stessa sottosegretaria.
Il risultato è che molte imprese per recuperare margini di profitto cercano di ridurre i costi con inaccettabili forme di sfruttamento della manodopera”.
“È assurdo – conclude l’esponente di Alternativa – che il Governo non abbia anticipato l’avvio delle opere per la transizione digitale con dei correttivi alla disciplina degli appalti. Correttivi che, secondo quando ha dichiarato la sottosegretaria, l’esecutivo ha inserito nella bozza del disegno di legge delega per la riforma dei contratti pubblici”.