“Una community dove trovare informazioni affidabili e aggiornate su hotel, locali ed eventi gayfriendly in tutto il mondo, dove gli utenti si scambiano consigli”- così Nicola Usala; programmatore 36enne di Sassari e cofondatore di una startup che oggi conta 350mila utenti mensili da tutto il mondo. Un incentivo alla socialità che vuole creare relazioni e connessioni tra persone.
Come scegliere un hotel in cui potersi esprimere liberamente, un locale gayfriendly in cui trascorrere la serata o un evento per stringere nuove amicizie in una città della quale non si sa nulla? Nasce da questa idea Babaiola (dal sardo, “coccinella”), il punto di riferimento per i viaggiatori LGBTQIA+. Nicola Usala, programmatore 36enne di Sassari, ha iniziato a svilupparla nel 2014 insieme a un gruppo di amici dell’Università di Cagliari: “Ho partecipato al laboratorio sperimentale Contamination Lab; poi, grazie a una borsa di studio, sono approdato al programma di accelerazione della Luiss Enlabs“.
L’idea
L’intuizione di creare un aggregatore per le persone LGBTQIA+ nasce dalle esigenze emerse all’interno del team e da una carenza del mercato turistico italiano. “Ci siamo resi conto che le informazioni sui temi LGBTQIA+ erano difficili da reperire – spiega Nicola -. L’Italia stava attraversando un brutto periodo, con episodi di discriminazione ricorrenti, come quello di una coppia gay mandata via da un hotel”. Da qui la necessità di trovare un posto dove sentirsi al sicuro e potersi esprimere liberamente anche in vacanza. Ma non solo. “Babaiola è anche un contenitore di informazioni aggiornate e attuali”. Ad esempio, propone una guida ai migliori Pride organizzati in Italia e nel mondo tra giugno e luglio. “Ci saranno diversi approfondimenti tematici sulla community. Inoltre, collaboreremo con alcune realtà, ad esempio con il Sardegna Pride, fornendo supporto pratico e organizzativo a chi vuole partecipare”.
Un progetto non originale, ma in crescita
Simili proposte esistevano già all’estero, ma non in Italia: “Qualunque idea tu abbia, sappi che qualcuno ci ha già pensato” ride Nicola. “Basta fare una ricerca su Google per rendersene conto. E se non c’è, significa che non esistono al momento le condizioni pratiche per realizzarlo. Nel nostro caso, mancava ancora una risposta adeguata nel nostro Paese”. La difficoltà maggiore è stata convincere gli investitori di quanto fosse valida l’idea: “Quando lanci una startup devi riuscire a far capire agli altri che dietro c’è un business che ha senso di esistere. Non è stato facile, ma quando hai le idee chiare tutto è possibile”. Infatti, da semplice progetto universitario, Babaiola è diventata un’impresa con un valore di mercato (market cap) di 900mila euro nel 2016 e di 1,8 milioni di euro nel 2018 (ora arrivato a 2 milioni), un network di viaggiatori che oggi conta 350mila visite al mese da Italia, Germania, Regno Unito e Sud America.
Dal web strumenti e canali fondamentali
Babaiola è un progetto che non sarebbe nato senza il web. “Per sfruttarne al massimo le potenzialità utilizziamo diversi strumenti offerti da Google”, spiega Nicola. A partire da Google Workspace per tutta la gestione aziendale interna: “Gmail, Google Meet, Google Sheets, Chat, Drive, Calendar sono il nostro pane quotidiano, senza il quale non riusciremmo a gestire il flusso di informazioni interne e a coordinarci”. Per un’impresa di respiro internazionale, che conta su una vasta rete di collaboratori e fa delle relazioni e delle connessioni il suo punto di forza, la rapidità nella comunicazione è centrale. “Sfruttando la suite di Google per l’organizzazione aziendale possiamo portare avanti più progetti contemporaneamente e dialogare a distanza con i diversi soggetti coinvolti, senza rischiare di perdere documenti o appuntamenti in corso d’opera”.
Per ottenere il massimo dal web, i componenti del team di Babaiola hanno anche iniziato a seguire i corsi di marketing di Google Digital Training. “Grazie ai corsi di Google Analytics il nostro CTO Enrico Garia ha imparato a monitorare i parametri più importanti per la crescita della community: quanti e quali nuovi utenti hanno visitato il sito, da dove provengono, quanto tempo hanno trascorso sulle pagine, quanti si sono poi iscritti a Babaiola”. Dati preziosi che il team ha utilizzato per segmentare le campagne personalizzate di Google Ads, attualmente in fase di implementazione. “Per farci conoscere cerchiamo di ottimizzare al meglio i nostri contenuti. Stiamo muovendo i primi passi, imparando a gestire le parole chiave e a strutturare le strategie di offerta”.
Una delle difficoltà maggiori è stata, ed è tuttora, alimentare la community. “In un primo momento, bisogna riuscire a farsi conoscere”. Ma una volta superato questo scoglio iniziale è arrivato il Covid, e il settore del turismo ha subìto una battuta d’arresto. “Stiamo ripartendo sul serio solo adesso, soprattutto per quanto riguarda gli eventi. Grazie a Google stiamo imparando a farci trovare dagli utenti, come espanderci in altri Paesi, realizzare contenuti e pubblicità efficaci: siamo pronti per il salto di qualità”.
Il punto di forza di Babaiola è la sua capacità di mettere al centro la socialità e le relazioni creando connessioni tra le persone. “Puntiamo sul concetto di social travel, un’esperienza di viaggio su misura costruita grazie ai consigli di altri viaggiatori o di chi vive nelle città di tutto il mondo”. Attualmente il portale non consente di acquistare biglietti o di prenotare una vacanza – anche se ha già attivato accordi con alcune aziende leader del mercato turistico – ma presto lo farà: “Stiamo stringendo una partnership con 181Travel, un tour operator internazionale con sede in Sardegna. Offrire la possibilità di prenotare viaggi su misura direttamente dal nostro sito è il prossimo obiettivo”.