I prezzi al dettaglio in Sardegna continuano a crescere più velocemente rispetto al resto d’Italia, con l’inflazione che a giugno registra in regione un tasso del +8,8% contro il +8% della media nazionale. Lo denuncia Adiconsum Sardegna, commentando i dati definitivi resi noti oggi dall’Istat.
“La Sardegna si piazza al terzo posto tra le regioni italiane dove i prezzi crescono di più – spiega il presidente Giorgio Vargiu – I prezzi aumentano in media del +8,8% su base annua, determinando una stangata per i consumatori sardi pari a +2.340 euro annui a famiglia. Peggio della Sardegna fanno solo il Trentino Alto Adige (+9,3%) e la Sicilia (+9,2%)”.
“I dati Istat confermano in pieno gli allarmi lanciati nelle ultime settimane dalla nostra associazione e relativi alla crescita sostenuta dei prezzi al dettaglio in Sardegna, con i listini che aumentano a velocità più elevata rispetto al resto d’Italia – prosegue Vargiu – Le istituzioni locali e nazionali devono attivarsi sia per fermare le speculazioni sui prezzi, specie quelle sull’energia e sui carburanti, e calmierare i listini al dettaglio perché una inflazione così elevata produrrà una erosione dei redditi e una forte perdita del potere d’acquisto delle famiglie, determinando nel 2022 una nuova pericolosa ondata di povertà in Sardegna” – conclude il presidente di Adiconsum Sardegna.
“La corsa al rialzo dei prezzi è frutto di ingiustificabili fenomeni speculativi – continua Vargiu – e di fatto non esiste più il libero mercato sano e concorrenziale ma un mercato esclusivamente in mano agli speculatori internazionali e nazionali. E’ per questo che stiamo chiedendo a gran voce che il Governo ritorni ai prezzi amministrati per un periodo strettamente necessario a combattere il fenomeno speculativo, lo scenario alternativo è drammatico!”