La presidente di Ruote Libere, Cinzia Franchini, replica a una nota pubblicata in giornata da Unatras nella quale viene sottolineato che: “É necessario che il Mims (Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibli n.d.r) adotti immediatamente tutti gli atti che consentono alle imprese di poter usufruire, nel più breve tempo possibile, del contributo – pari al 28% degli esborsi sostenuti nel primo trimestre del 2022 – per spese di gasolio, così come previsto dall’articolo 3 decreto Aiuti”. Di seguito il suo pensiero
“Queste parole di Unatras, il coordinamento unitario al quale aderiscono Fai, Confartigianato e Cna, fotografano in modo plastico la distanza siderale che divide queste organizzazioni di rappresentanza (che ormai non rappresentano nulla purtroppo) e le imprese di autotrasporto che dovrebbero rappresentare.
Davanti a una emergenza esplosa quattro mesi fa e davanti a un settore in agonia, siamo ancora al ‘prima possibile’, senza date certe e – per beffa – con anche la felicitazione per il via libera giunto dalla Ue per i 500 milioni.
Non dice Unatras che, prima di vedere i soldi, le imprese dovranno attendere l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, l’ente che può avere contezza di tutti i dati inerenti il primo trimestre 2022 e relativi ai rimborsi accise sui consumi di gasolio delle imprese aventi diritto. Inoltre esse dovranno molto probabilmente prima fare domanda al portale online, attendere che vengano raccolte tutte le richieste e che Roma, a quel punto, decida infine cosa distribuire.
Non dice Unatras che tutta questa babele sarebbe stata evitabile semplicemente non abolendo il rodato meccanismo del rimborso delle accise. Non dice Unatras che se le imprese sono ancora in attesa della chimera degli aiuti si deve al fallimentare accordo sottoscritto dalle stesse associazioni col vice ministro Bellanova.
Il coordinamento unitario Unatras si limita a fare quello che ha sempre fatto: continuare a sottoscrivere le prese di posizione del Governo dicendo al contempo di tutelare le imprese. Un approccio su due tavoli ormai noto. Rappresentanti di associazioni che, al chiuso dei loro uffici rinfrescati, hanno perso ogni collegamento con il mondo dell’economia reale“.
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