Concita De Gregorio a Nora per il XL Festival “La Notte dei Poeti”
Concita De Gregorio a Nora con il suo “Un’ultima cosa – cinque invettive, sette donne e un funerale”,ritratti di artiste tra parole e note, in cartellone domani, domenica 17 luglio, alle 20 al Teatro Romano di Nora sotto le insegne del XL Festival “La Notte dei Poeti” organizzato dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna.La direzione artistica dell’evento è di Valeria Ciabattoni, con il patrocinio e il sostegno del MiC / Ministero della Cultura, della Regione Sardegna e del Comune di Pula e il contributo della Fondazione di Sardegna.
Sul palco insieme con la giornalista, scrittrice e conduttrice radiofonica e televisiva, editorialista de La Repubblica (già direttrice de L’Unità) Concita De Gregorio, la cantautrice pugliese Erica Mou (Premio della Critica – Sanremo Social 2012), che ha appena pubblicato il sesto album “Nature” (Maremadre) e che firma e interpreta dal vivo le musiche dello spettacolo, per un viaggio nelle vite spesso complicate e difficili, ma non per questo meno interessanti, e perfino istruttive e “esemplari”, di alcune importanti artiste del Novecento.
Focus su creature affascinanti e enigmatiche come Dora Maar, fotografa surrealista, poetessa e pittrice, musa di Pablo Picasso, con cui visse un amore tormentato e Amelia Rosselli, poetessa e musicista, autrice di “Impromptu” e “La libellula”, oltre alle “Variazioni belliche”, gli “Appunti sparsi e persi” e la “Serie ospedaliera”, ma anche di un “Diario ottuso” in prosa, che afferma «v’è il poeta della scoperta, quello del rinnovamento, quello dell’innovamento… [io sono un poeta] della ricerca. E quando non c’è qualcosa di assolutamente nuovo da dire, il poeta della ricerca non scrive».
Carol Rama dipinge conturbanti nudi di donne, con amputazioni e protesi, letti di contenzione e sedie a rotelle, simboli erotici, poi si avvicina all’astrattismo del MAC / Movimento Arte Concreta e realizza i suoi Bricolage insieme materici e antropomorfi, con una cifra originale e sempre vagamente surreale.
Maria Lai inventa i “libri cuciti” e crea installazioni come la celebre opera “Legarsi alla montagna” che rappresenta il legame tra gli abitanti di Ulassai, suo paese natale, e la natura ma anche i rapporti all’interno della comunità, come un grande atto di riconciliazione.
Lisetta Carmi, pianista affermata, allieva di Alfredo They, interrompe la carriera concertistica per dedicarsi alla fotografia, realizzando preziosi reportages, come quello sulla Sardegna, accanto ai ritratti, le varie collaborazioni con giornali e riviste, le foto di scena.
«Mi sono appassionata alle parole e alle opere di alcune figure luminose del Novecento»
racconta Concita De Gregorio
«Donne spesso rimaste in ombra o all’ombra di qualcuno. Ho studiato il loro lessico sino a “sentire” la loro voce, quasi che le avessi di fronte e potessi parlare con loro. Ho avuto infine desiderio di rendere loro giustizia. Attraverso la scrittura, naturalmente, non conosco altro modo». “Un’ultima cosa – cinque invettive, sette donne e un funerale” è quindi un omaggio a cinque “antenate”, cinque figure emblematiche che, ciascuna a suo modo, attraverso la propria personalità e la propria poetica, il talento e l’inventiva, con una cifra peculiare, ha lasciato un segno forte e riconoscibile nella cultura italiana e europea del ventesimo secolo, facendo dell’espressione artistica un’esercizio di libertà. Un’occasione per ritrovare la loro voce, e incontrarle, idealmente riunite sul palco, testimoni di un’epoca e artefici, almeno in parte, del loro destino contro pregiudizi e convenzioni sociali, coraggiose e perfino temerarie ma anche fragili e vulnerabili, piene di fuoco e di passione, disposte (e talvolta costrette) a pagare un prezzo altissimo pur di non rinunciare alla propria vocazione.
«La galleria delle orazioni si apre con quella di Dora Maar, la donna che piange dei quadri di Picasso, che mi accompagna sin da bambina» – rivela l’autrice –. «Poi sono venute Amelia Rosselli, poeta della mia adolescenza. Carol Rama e la sua ossessione artistica per il sesso motore di vita, l’anticonformista che mi ha accompagnata nella giovane età adulta. Maria Lai che ha ricamato libri e tenuto insieme, coi suoi fili dorati, persone, paesi e montagne: la maturità. Infine, Lisetta Carmi, che mi ha aperto le porte di casa sua e reso privilegio della sua compagnia, delle sue parole, della sua saggezza. A queste cinque donne è dedicata un’orazione funebre, immaginando che siano loro stesse a parlare ai propri funerali per raccontare chi sono. Invettive, perché le parole e le intenzioni sono veementi e risarcitorie. Ho usato per comporre i testi soltanto le loro parole – parole che hanno effettivamente pronunciato o scritto in vita – e in qualche raro caso parole che altri, chi le ha amate o odiate, hanno scritto di loro».
Un raffinato gioco metaletterario – e metateatrale – che prende le mosse da “Così è la vita – imparare a dirsi addio” (Einaudi 2012), un saggio almeno in parte autobiografico di Concita De Gregorio, scritto dopo un grave lutto che ritrova, non casualmente, forse, eco nelle vicende di alcune delle protagoniste dello spettacolo, che qui rivendicano il proprio ruolo e la propria indipendenza in una società ancora seppure velatamente maschilista che ha tradizionalmente relegato le donne entro le mura di casa, nel ruolo di mogli, madri e figlie, e per secoli ha posto in secondo piano il lavoro delle artiste rispetto a quello dei loro colleghi. Una curiosa distorsione della realtà, che ha reso più ardua, seppure non impossibile, l’affermazione delle donne nei vari campi dell’arte – come nelle professioni – non senza significative eccezioni che restano appunto tali, mentre a molte sono state negate l’istruzione e la possibilità di compiere studi superiori, privando insensatamente la società del loro prezioso apporto, della loro intelligenza e del loro talento.
Il Novecento è il secolo in cui la parità di genere, già auspicata in passato, inizia a diventare una realtà concreta e insieme si afferma l’idea del diritto allo studio, fondamentale per costruire una società di liberi e eguali: “Un’ultima cosa – cinque invettive, sette donne e un funerale” è un atto d’amore, in nome della dantesca gentilezza muliebre e di riconoscenza, in qualche modo un “risarcimento” a fronte delle discriminazioni consapevoli e inconsapevoli nei confronti dell’universo femminile. Una pièce “corale”, una sintesi folgorante, come in una fotografia di gruppo, delle opere che poetesse e scrittrici, fotografe e pittrici, “rivoluzionarie” loro malgrado, hanno realizzato in un’epoca non troppo remota – eredità preziosa per le generazioni future.
«Questo spettacolo sbroglia la vita dal nodo della morte» – sottolinea la cantautrice Erica Mou: «le vite, di cinque incredibili donne del secolo scorso ma persino le nostre, qui di fronte a voi sul palco. Per interpretarlo sono stata costretta a ritornare all’origine della mia musica, a utilizzare la voce nuda, lo strumento che mi porto sempre addosso ma con cui così raramente resto sola… I movimenti dell’esistenza non sono lineari, nient’affatto, siamo noi che abbiamo deciso di farci cullare dall’idea che il tempo sia una retta che non torna mai all’origine. Questa è una veglia funebre strana, piena di vita, di specchi scoperti e senza punti dopo la fine».
Vi è qualcosa di arcano nel rito laico di una rappresentazione in cui vengono evocate figure di donne e artiste, moderne “guerriere” che hanno dovuto lottare per conquistare il proprio posto nel mondo, a volte contro se stesse e i propri fantasmi, oltre che contro l’ostracismo degli ambienti artistici e intellettuali, per poi gustare il proprio trionfo non tanto nel riconoscimento (tardivo se non addirittura postumo) quanto nella consapevolezza delle proprie capacità: un funerale che in fondo rappresenta un potente inno alla vita – nel bene e nel male.
STASERA – SABATO 16 LUGLIO ALLE 20 – IN SCENA A NORA LE “SUPPLICI”
Il fascino di un’antica tragedia riletta con sensibilità contemporanea: Serena Sinigaglia firma la regia di “Supplici” da Euripide, nella traduzione di Maddalena Giovannelli e Nicola Fogazzi, con drammaturgia di Gabriele Scotti – STASERA (sabato 16 luglio) alle 20 al Teatro Romano di Nora per “La Notte dei Poeti”. Sul palco sospeso tra cielo e mare, tra le rovine dell’antica “città sommersa”, sette attrici – Francesca Ciocchetti, Matilde Facheris, Maria Pilar Pérez Aspa, Arianna Scommegna, Giorgia Senesi, Sandra Zoccolan e Debora Zuin – interpretano le madri degli eroi argivi caduti alle porte di Tebe che invocano l’aiuto di Atene per ottenere la restituzione dei corpi degli uccisi, e gli altri personaggi del dramma. «Il rito funebre» – spiega la regista – «si trasforma in un atto di memoria attiva, un andare a scandagliare le ragioni politiche che hanno portato alla morte i figli e più in generale alla distruzione dei valori dell’umanesimo: che siano le donne a compiere questo viaggio di ricostruzione e conoscenza mi è parso necessario e naturale».
I PROSSIMI APPUNTAMENTI
Tra storia e leggende con “Trame” di e con Rossella Dassu (martedì 19 e mercoledì 20 luglio alle 19) per un itinerario nell’area archeologica dalla chiesa di Sant’Efisio alle torri spagnole, passeggiando tra le rovine dell’antica città sommersa.
Poi un trittico al teatro romano, a partire dai ritmi sincopati e i colori della passione in “Tangos por Astor y Amelita” (giovedì 21 luglio alle 20), un progetto della cantautrice algherese Franca Masu, con Hernàn Fassa al pianoforte e Fausto Beccalossi all’accordéon, per un duplice tributo al grande compositore argentino Astor Piazzolla e alla cantante Amelita Baltar, icona del “nuevo tango”, mentre venerdì 22 luglio alle 20 va in scena la tragedia di “Agamennone” di Ghiannis Ritsos e Eschilo, nell’interpretazione di Massimo Venturiello con Carlotta Procino, Carolina Sisto, Carmine Cacciola, Davide Montalbano, Francesco Nuzzi e Giacomo Rasetti, per una moderna rilettura del mito che mostra il condottiero vincitore di Troia in tutta la sua dolente umanità. E Stefano Massini sabato 23 luglio alle 20 propone il suo “Alfabeto delle emozioni”, dove sulle singole lettere – P come Paura, F come Felicità, M come Malinconia – costruisce delle storie, spaziando da Conan Doyle ad Al Capone, dalla moglie di Giosuè Carducci a Marc Chagall.
Infine un duplice appuntamento con l’arte di Tersicore venerdì 29 luglio dalle 20 con la “danza urbana” di “Room 22” di e con Marianna Moccia e Valeria Nappi (spettacolo vincitore di Danza Urbana Anticorpi XL), una performance che esplora i confini visibili e invisibili e le dinamiche delle relazioni (produzione Funa) e i riti guerrieri di “Zatò e Ychì” uno spettacolo firmato ASMED/ Balletto di Sardegna ispirato al samurai cieco interpretato sullo schermo da Shintarō Katsu e Takeshi Kitano, con Valeria Russo e Lucas Monteiro Delfino (anche autori delle coreografie) e ideazione e regia di Senio Giovanni Barbaro Dattena.
Il XL Festival “La Notte dei Poeti” è organizzato dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna con il patrocinio e il sostegno del MiC / Ministero della Cultura, dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport della Regione Autonoma della Sardegna e del Comune di Pula con il contributo della Fondazione di Sardegna e il prezioso apporto di Sardinia Ferries, che ospita artisti e compagnie sulle sue navi.
INFO & PREZZI
Biglietti
Euripide | Supplici – 16 luglio
Concita De Gregorio | Un’ultima cosa… 17 luglio
Franca Masu | Tangos por Astor y Amelita – 21 luglio
Massimo Venturiello | Agamennone – 22 luglio
Stefano Massini | Alfabeto delle emozioni – 23 luglio
intero 20 euro – ridotto* 18 euro ( * ridotto abbonati CeDAC Sardegna)
Rossella Dassu | Trame – 19-20 luglio
Room 22 – Zatò e Ychì | danza urbana – 29 luglio
posto unico 15 euro
Biglietti residenti
posto unico 12 euro
PREVENDITE: Biglietteria Teatro Massimo di Cagliari – via E. De Magistris n 12 – cell 3454894565 – e-mail: [email protected] ; Box-Office Sardegna – viale Regina Margherita n.43 – Cagliari; online su www.vivaticket.it .