Gli Shardana, antico Popolo del Mare spesso associato agli indigeni sardi, sarebbero riusciti a solcare il mare fino a raggiungere l’attuale territorio di Israele.
A dirlo è l’università di Haifa che ha divulgato i risultati delle proprie ricerche nel porto di Cesarea.
In particolare, gli studiosi hanno rinvenuto dei lingotti di piombo che arrivano dalla zona del Sulcis e che portano segni cipro-minoici.“Nell’ancoraggio di Cesarea sono stati trovati lingotti di piombo con segni cipro-minoici. L’analisi dell’isotopo del piombo ha indicato che il metallo è stato estratto nell’Iglesiente, in Sardegna”.
Così recita l’introduzione dello studio pubblicato dal professore Assaf Yasur-Landau dell’università di Haifa, che ha annunciato così la storica scoperta nella baia della città portuale di Israele.
“È il primo dato materiale della presenza degli antichi sardi in Egitto, nel delta del Nilo” ha confermato al giornale La Nuova Sardegna l’archeologo Momo Zucca.
“Estremamente interessanti sono i segni su questi lingotti, si tratta della scrittura sillabica cipro-minoica del tutto simile a quella ritrovata su un peso di piombo (sempre di origine sarda) a Pyla-Kokkinokremnos. Si tratta dell’insediamento nella tarda età del bronzo (XIII secolo a.C. circa) a Cipro. Aspettiamo i dati archeometrici e stratigrafici, e l’edizione scientifica della scoperta”.
“Ma la notizia è già di per sè straordinaria, perché stiamo parlando di centri importanti sotto il regno di Ramses II”.
Il grande faraone, che regnò dal 1279 a.C. fino al 1213 a.C., è famoso per potersi vantare di aver sconfitto uno dei più agguerriti “Popoli del mare”: proprio gli Shardana. “Pirati che nessuno riusciva a sconfiggere” e che provenivano dal «grande verde», come veniva apostrofato il mare a nord dell’Egitto.
Pirati che – secondo illustri studiosi come Giovanni Ugas – altro non erano che navigatori nuragici. A sostegno della tesi la similitudine tra l’abbigliamento e le armi del popolo dei nuraghi e quelle degli Shardana rappresentati nei bassorilievi egizi che celebravano la loro sconfitta.
Lo studio sembra avvalorare i sospetti di Ugas, specialmente se si tiene presente la scoperta del 1992 di costruzioni molto simili ai nuraghi in terra di Israele.
Gli Shardana infatti, dopo la sconfitta, si stabilirono nell’antico Egitto e divennero la guardia personale del faraone. Sappiamo inoltre che Ramses III, figlio e successore di Ramses II, dopo aver annientato la seconda ondata dei pirati del nord, concesse loro alcuni territori nel Medio e Alto Egitto dove costruire insediamenti.
Un documento (del 1100 a. C.) parla di insediamenti Shardana in Palestina.
“La scoperta accende l’attenzione” – precisa il professor Zucca. “Ripeto, aspettiamo i dati. Però è fuori dubbio la presenza a oriente di popoli che provenivano dalla Sardegna, nell’epoca in cui fioriva la civiltà nuragica. Ma sempre partendo da Cipro”.
È infatti dall’isola del Mare Egeo, fondamentale tappa degli scambi commerciali dell’epoca, che arrivano sempre più reperti di rame di provenienza sarda.
“I lingotti di pelle di bue provenienti dalla Sardegna erano fatti di rame cipriota, il contatto tra le isole è un fatto assodato.” precisa l’università israeliana, citando gli studi di Fulvia Lo Schiavo. “Diversi frammenti di lingotti di rame a forma di pagnotta al Nuraghe Arrubiu, dalla seconda metà del XIV secolo al XII secolo a.C., assomigliano fisicamente e isotopicamente ai lingotti di rame di Neve Yam sulla costa del Carmel”.
Insomma, ne esce un’immagine nuova, lontanissima ormai da quella dei nuragici asserragliati nei loro fortini di pietre dell’isola.
Infine, secondo il grande archeologo Assos Karageorgis “È molto probabile che tra gli immigrati dell’Egeo vi fossero alcuni profughi sardi. Tra i Popoli del Mare c’erano anche profughi provenienti da varie parti del Mediterraneo, alcuni dalla Sardegna, ossia gli Shardana o Sherden. È probabile che questi siano andati prima a Creta e da lì si siano uniti a un gruppo di cretesi per un’avventura verso est“.
Gloria Cadeddu