Il piano sardo contro la peste suina è modello importabile all’estero
Il piano sardo contro la peste suina utilizzato in Sardegna può essere utilizzato come modello virtuoso sia da altre regioni d’Italia sia da altri Stati nei quali è presente la Peste Suina Africana (Psa)”.Queste le parole di Franco Sgarangella, Coordinatore unico per la lotta alla PSA, che lo scorso giovedì ha incontrato il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, in un tavolo tecnico organizzato per fare il punto della situazione sulla Peste Suina Africana.
Nella Sala riunioni della Palazzina H di Rizzeddu si è svolto un incontro tra il Sottosegretario alla Salute Andrea Costa, delegato alla trattazione e alla gestione dell’emergenza della Peste Suina Africana, ed i rappresentanti dei Servizi Veterinari delle Asl della Sardegna.
All’incontro, presieduto dal Direttore generale della Asl di Sassari, Flavio Sensi, hanno preso parte il Presidente della Regione Sardegna, Cristian Solinas, l’Assessore alla Sanità, Mario Nieddu, il Presidente del consiglio regionale, Michele Pais, il Direttore Generale dell’IZS Sardegna, Giovanni Filippini e il Direttore Sanitario dell’IZS, Sandro Rolesu, il presidente della Commissione Agricoltura, Piero Maieli, il Prefetto di Sassari, Paola Dessi, e il Senatore Carlo Doria.
“Da un rilevante problema da risolvere, sorto anni fa, e’ nato un gruppo di lavoro multidisciplinare e un modello operativo regionale, diventato oggi un riferimento Europeo. Certamente un metodo eccellente, da replicare in altri ambìti della Sanità Pubblica”, ha detto il Dg della Asl n. 1, Flavio Sensi.
Durante il suo intervento il Sottosegretario alla salute Andrea Costa ha espresso il suo ringraziamento ai Servizi Veterinari e a tutta l’Unità di progetto per l’importante risultato nella lotta alla peste suina e la sua soddisfazione come delegato alla trattazione e alla gestione dell’emergenza della Peste Suina Africana, poiché se l’Unione Europea metterà fine alle restrizioni negli scambi commerciali, questo sarà non solo un volano per il comparto suinicolo isolano, in sofferenza ormai da troppi anni, ma anche un traguardo per tutta l’Italia.
“In seguito al grande lavoro che ha visto coinvolti i nostri Servizi Veterinari che con abnegazione e sacrificio hanno lavorato in contesti e situazioni spesso difficili, ora abbiamo la necessità di non abbassare la guardia ed evitare che il genotipo 2, presente in Piemonte e nel Lazio, venga introdotto in Sardegna. È importante mantenere il livello di bio-sicurezza che le nostre aziende hanno raggiunto, per proteggerle anche da un eventuale ingresso di altri genotipi patogeni.
Tutto questo, come ribadito anche dai rappresentanti della Regione, può rappresentare il volano per un settore economico importantissimo per la regione Sardegna rilanciando le tre filiere legate al suino per la produzione del suinetto, della polpa e dei salumi”, ha concluso Sgarangella.