Jirō Taniguchi: il mangaka poeta
Jirō Taniguchi nasce a Tottori, in Giappone, il 14 agosto nel 1947.I manga lo appassionavano da quando era bambino e così, dopo il diploma del liceo, aveva lavorato un anno come impiegato per poi trasferirsi a Tokyo e dedicarsi alla sua passione. Qui aveva iniziato la sua attività come assistente di Kyota Ishikawa, autore già affermato; gli sarà poi chiesto di creare la sua storia ed è così che iniziò la sua carriera.
Lo stile artistico di Jirō Taniguchi
Taniguchi si distingue profondamente, nelle sue opere, dal classico stile dei mangaka giapponesi: ha letto e studiato il fumetto europeo e questa sua formazione ha influito in modo deciso sul suo lavoro artistico e lo ha reso molto apprezzato soprattutto in Francia che infatti, nel 2011, l’ha premiato con l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere.
Lo stile di Jirō Taniguchi è semplice ma dettagliato e l’autore riesce a far confluire tutta la bellezza che risiede nelle piccole cose attraverso questi tratti semplici ma intensi.
Questo stile artistico asciutto ma deciso si riflette anche nei testi delle sue storie, testi leggeri che sfiorano la poesia. Spesso parti delle sue storie mancano di testo e dialogo e questo elemento, insieme ai disegni precisi e sobri dell’autore, creano una profonda ed intima atmosfera che attira il lettore all’attenzione e all’emozione per i piccoli dettagli.
Quelle cose semplici che ci circondano e di cui dovremo imparare a stupirci giorno per giorno.
“L’uomo che cammina”
Questo racconto di Taniguchi è incentrato sulle passeggiate che un uomo compie tutti i giorni e la storia inizia, infatti, con un uomo che, dopo aver avvisato la moglie, esce per una passeggiata. La scelta può sembrare banale ma Taniguchi è riuscito a cogliere quelle piccole cose di cui dovremmo imparare a godere ogni giorno e che ci rendono, inconsapevolmente, persone molto fortunate.
Le bellezze impercettibili che ci circondano e che, spesso, non sappiamo o non riusciamo a cogliere sono le trascurate realtà che rendono affascinante il nostro mondo.
Le passeggiate sono qualcosa di semplice e naturale che ci connette con noi stessi e con il mondo e ci permette di osservare con attenzione tutto ciò che ci circonda nel suo aspetto più vero e reale, di scoprire sempre nuovi aspetti di luoghi che consideriamo familiari.
I dettagli, gli incontri e il tempo che scorre
L’uomo che cammina si gode tutti i dettagli che la strada gli presenta: dal rumore della porta di casa che si chiude, il profumo che si spande appena viene varcata, i pesci che nuotano nel lago, i gatti seduti agli angoli delle vie.
Le passeggiate saranno occasione di incontri, come con un signore che fa “birdwatching” e osserva la magnificenza di quelle creature; ma anche stendersi sotto un grande albero di ciliegio e godere di momenti di pura quiete e imbattersi in conversazioni con persone che hanno condiviso, come lui, ricordi sotto quel possente ciliegio; creerà l’occasione per aiutare dei bambini che hanno fatto volare il loro aeroplanino sopra un albero e godere, una volta arrampicatovi sopra, di una insolita e piacevolissima vista sulla città.
Il ritrovamento di una conchiglia in giardino, elemento di per sé insignificante, sarà l’occasione per una passeggiata verso la biblioteca e per fare poi una bella nuotata in piscina.
Quando si scelgono strade diverse dalle solite si fanno scoperte inaspettate: un ampio greto di fiume in cui “il tempo scorreva troppo lento; una piccola crepa tra le giornate che passavano indifferenti”.
I silenzi e le atmosfere
Alcune parti della storia, come una passeggiata accanto ad un signore cui l’uomo si avvicina cautamente per la strada, sono completamente senza dialogo ed è forse anche questo elemento a rendere questi momenti così intensi.
Gli sguardi, i movimenti e le atmosfere delle tavole rendono tutto molto personale ed intimo.
Anche andare a buttare la spazzatura è una buona occasione per godere del cielo stellato, di alcuni uccelli che volano sfiorando l’acqua del fiume e della città illuminata dalle luci della notte. Non mancano passeggiate stanche e un po’ annebbiate dall’alcool, o quelle accaldate, rese meno faticose dagli angoli d’ombra creati dai muri o dagli alberi con le loro fronde, e passeggiate in compagnia della moglie.
La bellezza nella semplicità delle piccole cose
La bellezza nella semplicità, in quest’opera del Maestro, risiede nella capacità dell’uomo che cammina di cogliere e vivere a pieno e con intensità ogni momento del presente, anche quello che potrebbe apparire di per sé insignificante.
Quello che in Giappone viene definito “Ikigai”, “una ragione per svegliarsi al mattino”: un concetto che si fonda su cinque pilastri fondamentali: iniziare in piccolo, dimenticarsi di sé, armonia e sostenibilità, gioia per le piccole cose, essere nel qui ed ora.
Questi pilastri si riflettono perfettamente nell’opera del Maestro Taniguchi: le emozioni che le piccole esperienze di ogni giorno possono suscitare attribuiscono un senso intimo, profondo ed immenso alla nostra quotidianità. Ma l’uomo che cammina non respinge esperienze “fuori dai limiti”: entra di nascosto in una piscina per godersi un bagno nudo e una nuotata, oppure sale nel tetto di un alto palazzo per aspettare e godersi le luci dell’alba.
La leggerezza ma anche l’intensità con cui l’uomo che cammina affronta la quotidianità ci permettono di cogliere la vera essenza della vita; godersi ogni attimo del presente e godere delle piccole cose è un buon modo per affrontarla e accettarla.
Jirō Taniguchi e l’Italia
Oltre ai numerosi ed importanti riconoscimenti, in Giappone e in Europa, anche l’Italia non ha mancato di conferirgli premi d’eccezione:
nel 2004, in occasione del Napoli Comicon, ha ottenuto il premio Attilio Micheluzzi (fumettista italiano riconosciuto maestro e importante esponente della storia del fumetto italiano) per la miglior opera straniera;
nel 2010, durante il Lucca Comics & Games, gli è stato conferito il Gran Guinigi (premio che viene assegnato annualmente dal 1967 da una giuria di esperti ai migliori prodotti del settore del fumetto in Italia) con il riconoscimento di “Maestro del Fumetto”.
Il fascino italiano aveva colpito anche il Maestro Taniguchi che aveva creato una graphic novel dal titolo “Venezia”, inizialmente creata per la collana “Travel Book” di Louis Vuitton e poi riproposta da Rizzoli Lizard in un volume unico.
Il Maestro è scomparso l’11 febbraio del 2017 a Tokyo.
Ma la sua particolare eredità artistica che riflette il concetto di “Ikigai” ci lascia un messaggio sempre attuale.
Elena Elisa Campanella