Il Nord Italia ha un grande patrimonio di borghi fantasma. A tal senso si può menzionare quello di Savogno in Valtellina: un’affascinante meta di escursionismo di cui di seguito forniscono alcune informazioni lo storico e scrittore Antonio Mocciola (autore di Le 82 Belle Addormentate) e il Presidente Archeoclub D’Italia Rosario Santanastasio
Antonio Mocciola: “Alla fine il borgo disabitato di Savogno, in Valtellina, non è neppure così in alto; poco meno di 1000 metri. Eppure le sensazioni che si avranno, dopo aver percorso la ripida mulattiera che lo collega a Borgonuovo di Piuro, seicento metri più a valle, sono quasi tibetane. Austero e grigio, Savogno non vede da decenni anima viva in pianta stabile; in compenso si incontrano escursionisti e amanti della natura, qui più rigogliosa e prepotente che mai.
I suoi muri di pietra contrastano con i deliziosi loggiati in legno; le case non sembrano affatto abbandonate da decenni. Costruite distanti dalle stalle, rivelano attenzioni igieniche rare per quegli anni. E di grande dignità sono anche la semplice chiesetta di Sant’Antonio Abate, il minuscolo cimitero, i bei portali delle case (alcune quattrocentesche) e un vecchio lavatoio.
Don Luigi Guanella, recentemente proclamato santo da Benedetto XVI, vi passò molti anni, lasciando ampie tracce della sua opera, dal 1867 al 1875. Oggi, questo antico villaggio che non vide mai strade, e dunque automobili, abbandonato nel 1967, indossa come corona una bella foresta di castagni. Il torchio per l’uva, la vecchia scuola elementare divenuta accogliente rifugio e un panorama struggente sono la ricompensa per i 2886 gradini che avrete percorso per arrivarci.
Una mulattiera che bacia la roccia e sorprendentemente non spezza il fiato, almeno in estate (quando decine di savognesi tornano in paese per ritrovarsi, celebrare riti di comunità perduta da quasi cinquant’anni). La cartolina che lascia nel cuore Savogno è quella di una nobiltà pastorale inviolata, mai spettinata dal tempo e per questo affascinante e definitivamente bella. Una gemma eterna“.
Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale Archeoclub D’Italia: “Oggi il turista unisce i borghi al mare, la buona cucina alla ricerca di luoghi anche isolati e accompagnati dal silenzio. In Valtellina c’è Savogno. Questi borghi, parlano; quelle pietre parlano. Si può ripartire dal turismo ecologico.
Il viaggio è conoscenza, il viaggio è meravigliarsi, il viaggio è emozione! Quante “belle addormentate” abbiamo in Italia. Potremmo risvegliarle mantenendo la loro atmosfera fiabesca che piace molto anche ai turisti stranieri. Borghi che potrebbero essere luoghi di set cinematografici ma allo stesso tempo memoria storica di un’epoca o più epoche e dunque cammini o itinerari turistici. Archeoclub D’Italia sta profondendo un grande impegno affinché tutto ciò possa accadere”.
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