Parità di genere: Bureau Veritas Italia in prima fila per l’occupazione femminile
Parità di genere: Bureau Veritas Italia – BVI riceve, in occasione del primo comitato utile accredia, l’accreditamento per la certificazione per la parità di genere.
Parità di genere: Bureau Veritas Italia – In calo occupazione, imprese e manager femminili.In Italia meno di una donna su due lavora. L’occupazione femminile nel 2020, l’anno dello scoppio della pandemia da Covid-19, è calata al 49% (in Europa le donne occupate sono il 62,7%). Non solo.
La distanza del tasso di occupazione femminile da quello maschile è arrivata a toccare i 18,2 punti percentuali, contro i “soli” 10,1 punti della media europea.
Secondo gli ultimi dati di scaturiti dal Bilancio di genere 2021 il tasso di occupazione femminile scende poi ulteriormente tra le donne giovani (33,5%) e le donne che vivono nel Sud Italia (32,5%).
Congelata anche la crescita delle imprese femminili in Italia: nel 2020 le imprese femminili rappresentano il 21,9% del totale e rispetto a quelle maschili sono di piccole dimensioni, per lo più localizzate nel Mezzogiorno e molto più giovani. Per quanto riguarda infine le società quotate, le donne rappresentano il 38,8% dei componenti dei consigli di amministrazione.
In Italia le donne che occupano posizioni manageriali, secondo le elaborazioni dell’Ufficio Studi di Confindustria Udine su dati Eurostat, sono meno di un terzo, il 29,6%, nel secondo trimestre 2021.
Restano quindi una minoranza: 220 mila contro i 526 mila uomini. La quota maggiore di donne in posizioni manageriali è stata registrata in Lettonia (45,1%), Svezia (44,2%), Portogallo (41,6%) e Polonia (41,4%). Germania (29,7%), Francia (37,8%) e Spagna (33,9%) superano l’Italia come quota di manager donna.
I dati originati e analizzati da fonti differenti sfociano in un’unica conclusione: la parità di genere nel mondo del lavoro e nell’impresa in Italia è ancora lontana.
In quest’ottica segna una vera e propria svolta l’accreditamento a Bureau Veritas Italia sul tema della certificazione di parità di genere in occasione del primo comitato utile Accredia a seguito della pubblicazione della Prassi di Riferimento UNI 125:2022, che ne definisce i requisiti, e della pubblicazione della circolare Accredia, che regolamenta lo schema di certificazione.
Questa certificazione si traduce infatti in un vero e proprio codice di comportamento per le aziende chiamate a confrontarsi con numeri e parametri puntuali beneficiando di un meccanismo premiale in campo fiscale se raggiungeranno alcuni standard.
Con la certificazione ai sensi della UNI/PdR 125:2022, le aziende dovranno confrontarsi con i numeri, misurando una serie di indicatori quantitativi – quali ad esempio il differenziale retributivo a parità di inquadramento.
Per poter essere certificate, le aziende dovranno totalizzare uno score minimo (60% dei “punti” a disposizione), dimostrando di essere più virtuose della media nazionale o di settore, o in taluni altri casi evidenziando prestazioni con trend in miglioramento. Solo al superamento dello score minimo sarà possibile accedere alla certificazione e, conseguentemente, agli sgravi fiscali e alle premialità a essa associate.
Un ulteriore elemento innovativo introdotto dalla norma UNI/PdR 125:2022 riguarda la coerenza degli organismi di certificazione: per potersi accreditare dovranno essere i primi a dare il buon esempio dimostrando che soddisfano i requisiti fissati dalla stessa normativa.
Per Bureau Veritas Italia che aveva già scelto volontariamente di certificarsi a fronte dello schema di Gender Equality GEEIS, si propone quindi una doppia sfida: sul fronte interno, continuare a migliorare le performance sulla parità di genere; sul fronte esterno, raggiungere e soddisfare le richieste di formazione e certificazione sui temi della Diversity & Inclusion che sono esplose, grazie alla spinta esercitata dalla Prassi di Riferimento UNI 125.