Progetto “Finestre sul chiostro”
Progetto “Finestre sul chiostro” – Nell’abbazia di San Pietro di Sorres si è concluso con successo il progetto “Finestre sul chiostro”.
Progetto “Finestre sul chiostro” – L’iniziativa dedicata al canto gregoriano è stata organizzata dalla Fersaco. I corsi sono stati curati da Guido Milanese ed Enrico CorreggiaUn viaggio nell’antica tradizione liturgica del canto gregoriano, tra i silenzi e i tesori culturali di un luogo immerso nella natura, l’abbazia di San Pietro di Sorres, a Borutta.
Tre giornate di approfondimento intitolate “Finestre sul chiostro” che la Federazione Regionale Sarda Associazioni Corali ha inserito nel ventaglio delle iniziative di formazione rivolte a coristi e direttori di coro, organizzate periodicamente dall’associazione che riunisce circa ottanta gruppi vocali da ogni parte dell’Isola.
I seminari e i laboratori che si sono svolti dall’1 al 3 luglio nel complesso monumentale sono stati curati dai docenti Guido Milanese ed Enrico Correggia, studiosi del repertorio medievale.
I partecipanti hanno concluso il loro percorso intonando i canti gregoriani durante la Compieta di sabato e la Santa Messa che si è svolta domenica nella chiesa romanica.
«La Fersaco ha come obiettivo la moltiplicazione delle esperienze di crescita per i propri iscritti – afferma la Vicepresidente dell’associazione, Maria Maddalena Simile – e per questo stiamo diversificando i temi di approfondimento della coralità. In questa occasione abbiamo puntato i riflettori sul canto gregoriano, avvalendoci del supporto di due Maestri come Guido Milanese ed Enrico Correggia.
È stato fondamentale per l’organizzazione dell’evento l’apporto dell’abate Padre Luigi Tiana e della comunità dei monaci di San Pietro di Sorres, che ci accoglie sempre con grande calore e amicizia. Un ringraziamento va anche al sindaco di Borutta, Silvano Arru, che ha voluto incontrare personalmente i partecipanti per un saluto».
Uno dei docenti del corso formativo, Guido Milanese, è professore di storia della musica liturgica presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose a Genova, dove dirige l’ensemble vocale Ars Antiqua.
Ricopre il ruolo di professore ordinario presso l’Università Cattolica ed è docente all’Università della Svizzera italiana. È anche direttore della rivista “Studi Gregoriani” e componente del comitato scientifico della rivista musicologica svizzera “Vox Antiqua”.
«San Pietro di Sorres è forse il posto migliore in Sardegna per organizzare appuntamenti di questo tipo – afferma Milanese – perché è un’abbazia medievale dove le note del canto gregoriano hanno risuonato per secoli.
Il seminario che ho tenuto ha approfondito gli aspetti di base ed era mirato ad introdurre gli elementi fondamentali di questo genere. La risposta dei coristi è stata di profondo interesse».
Un seminario più specialistico è stato tenuto, invece, da Enrico Correggia, studioso del repertorio sacro medievale e rinascimentale, che ha collaborato con varie realtà professionali in Italia e all’estero, tra le quali la Cappella Musicale Pontificia Sistina.
«Mi sono soffermato sugli aspetti relativi ai tropi e alle sequenze, repertori che hanno caratterizzato tutto il mondo medievale occidentale, in particolare l’area del Sacro Romano Impero.
Un percorso – dice Correggia – rivolto a coristi che hanno già un bagaglio di conoscenza del gregoriano.
Questo genere, al contrario di quanto spesso si tende a pensare, non è per soli uomini: le donne hanno sempre cantato questo repertorio, sia nei monasteri femminili che in quelli doppi.
Tra l’altro oggi i gruppi femminili di canto gregoriano stanno aumentando di numero in tutta Europa rispetto a quelli maschili».
I percorsi di studio tenuti dai docenti hanno trovato convergenza in un laboratorio pratico che ha offerto l’opportunità ai partecipanti di vivere l’esperienza del canto di una Compieta (l’ultima preghiera della giornata) sabato scorso e la Santa Messa in abbazia, domenica 3 luglio, alla presenza dei fedeli.
Alla direzione si sono alternati Milanese e Correggia, mentre il repertorio ha toccato stili diversi, dal canto romano-franco alla prosa, sino al canto ispanico e al canto “fratto”, un canto quest’ultimo dalla scrittura monodica che, oltre all’altezza dei suoni, trasmette anche il valore delle note.
Un mix che, al contrario di come spesso viene concepito nell’immaginario collettivo, rende il canto gregoriano una tipologia di musica con sfumature profondamente differenti.