Rucchinu, così era meglio conosciuto Rocco, invece di andare a piedi da Lodi a Milano per incontrare la sua bella Gigoggì, andava da Stintino al casolare del Calzolaio, una località presso Campanedda, per incontrare la sua bella Giovannì, la distanza era più o meno la stessa, però Rocco la percorreva a cavallo e Giovannina si dava un gran da fare per rendere la casa colonica più accogliente possibile e per accoglierlo degnamente, spazzando il patio con lo scopone di erica, spolverando i mobili con uno straccio, lavando il pavimento, che non era certamente di marmo, ma di mattoni grezzi marroncini, facendolo brillare e diventare di un rosso porpora, forse migliore di quelli dell’antico Egitto, con un intruglio straordinario che lei stessa preparava “Sannobiddu”.
Questa storia d’amore, la racconta un nipote della coppia, Paolo Piga, che sottolinea anche come per lui, tutti questi preparativi non avessero nessuna importanza, a lui ragazzino di sei anni, era più importante imparare a suonare la fisarmonica come faceva zio Rocco, ormai rinomato suonatore di tutto il circondario del golfo dell’Asinara. “Ancora ricordo l’emozione che provavo specialmente quando ballavo, insieme ai grandi la quadriglia” sottolinea nel riferire i fatti Paolo Piga.
Il destino volle che un sabato del 1942, il pavimento fu lavato in ritardo perché spaventati dall’arrivo degli aerei in arrivo e per paura che venissero bombardati, si rifugiarono tutti sotto il letto. Sentendo il rombo degli arerei che si allontanavano, andarono sul cucuzzolo della montagna e videro che dall’aeroporto di Fertilia, saliva un fumo nero che oscurava il cielo terso di giugno.
Quel giorno, Giovannina aveva ancora in mano lo straccio per lavar per terra, quando vide un’ombra spuntare dall’ultima siepe della vallata e intuendo che era il suo amore, gridò e facendo svolazzare un fazzoletto, per far capire a Rocco di fare in fretta, oppure di nascondersi tra i cespugli di lentisco, per non essere preso di mira dagli aerei.
Infatti, proprio quando si stavano baciando sulla soglia del portone e tutta la famiglia era vicino a loro, videro passare nella vallata un aereo inglese che se ne andava via e il pilota che guardava tranquillamente la scena, come se stesse facendo una passeggiata, scatenando l’ira di zio Antonio, che voleva prendere il fucile e sparagli.