Di seguito il comunicato stampa dell’ADES (Assemblea per la Democrazia Energetica in Sardegna), entità che si configura come uno spazio aperto di confronto sulla questione energetica tra comitati popolari, associazioni, partiti, gruppi politici e singole individualità che si battono a favore di un modello democratico ed eco-compatibile di transizione energetica
“In seguito al conflitto russo-ucraino, la questione energetica è diventata centrale in tutte le agende politiche. Non fanno eccezione quelle delle amministrazioni locali sarde, che il 3 agosto si riuniranno sotto l’egida dell’ANCI – ad Arborea – per affrontare lo scottante tema. Per l’Anci Sardegna è un segno di vitalità dopo un lungo periodo di torpore dovuto ai dibattiti (quelli sì condotti in maniera appassionata) sull’elezione del nuovo presidente e sull’interpretazione autentica dello statuto.Eppure i sindaci rappresentano le istituzioni più vicine ai cittadini e, soprattutto, potrebbero giocare un ruolo decisivo nella costruzione di un corso energetico che sia al contempo giusto sul piano ambientale e sociale.
Ma l’Anci appare lontana dalle reali esigenze dei cittadini. La questione energetica, infatti, non viene affrontata nella sua interezza, nonostante la Sardegna sia sempre più nel mirino dei grandi player del settore (ENI, ENEL, TERNA, ITALGAS e SNAM e società collegate) e delle società dedite alla realizzazione di mega-impianti da fonti rinnovabili: specifichiamo, le fonti rinnovabili sono l’unica scelta possibile, ma gli impianti possono essere realizzati secondo criteri ecosostenibili, gli unici validi, o riproponendo e acuendo sotto altre forme un ulteriore danno ambientale.
Sono, infatti, centinaia le proposte di nuovi grandi impianti industriali di fonti rinnovabili (e decine i progetti per la metanizzazione), così come quelli legati al potenziamento delle linee di trasmissione della rete elettrica (tra cui spicca il cavo Sardegna/Sicilia, Tyrrhenian Link). Tutti tasselli di un unico mosaico in cui la Sardegna appare come una colonia energetica.
Innanzitutto, colpisce che l’Assemblea dei primi cittadini non esprima una posizione di dissenso contro la metanizzazione dell’Isola. Puntare sul gas significa ignorare ancora una volta la crisi climatica. Inoltre, in seguito alla speculazione finanziaria e alle attuali tensioni internazionali, il prezzo del gas si attesta oggi intorno ai 200 euro/MWh. Avallarne de facto l’impiego equivale a far pagare la crisi energetica ai cittadini e alle piccole e medie imprese, già vessate da rincari record sia sul fronte del consumo che su quello della produzione.
A onor del vero va detto che l’attuale presidente dell’Anci Emiliano Deiana aveva inizialmente espresso una posizione (a titolo personale) scettica verso il progetto della dorsale sarda del metano, ma quell’iniziale spunto non ha poi prodotto un approfondimento e una posizione politica dell’Anci.
Un discorso analogo vale per i medi e grandi impianti da fonti rinnovabili: non solo stravolgono il tessuto ambientale e paesaggistico dei nostri territori, consumandone i suoli e pregiudicandone la loro corretta vocazione, ma a tali impianti non è neanche associata una riduzione dei costi sostenuti dagli utenti del sistema elettrico (elevati sono gli incentivi statali e perverso è il meccanismo della fissazione del prezzo all’ingrosso dell’energia, ancorato alla tecnologia più onerosa, vale a dire gli impianti a gas).
Va detto che l’Anci guidata da Deiana si era impegnata contro la realizzazione di due grandi impianti termodinamici nel Campidano di Cagliari e, più recentemente (2020), si è espresso contro il primo progetto di eolico offshore presentato in Sardegna. Ma, in termini di nuovi progetti presentati, gli ultimi due anni hanno fatto registrare un’accelerazione poderosa, contro la quale solo la società civile ha espresso una posizione critica e preoccupata al contempo.
Alla luce di questi problemi, noi non vorremmo che la riunione che si terrà mercoledì ad Arborea partorisca un confronto sul nulla! O meglio un dibattito volto a gettare fumo negli occhi (cosa consueta in campagna elettorale) per continuare a non affrontare la questione centrale dello sfruttamento del nostro territorio.
Come annunciato, l’incontro focalizzerà l’attenzione sulle poche briciole del PNRR (rispetto ai valori complessivi) a favore dei 315 comuni sotto i 5000 abitanti per la realizzazione di comunità energetiche. L’ANCI potrà finalmente affermare di essersi occupata del problema guardandosi bene dall’entrare in partita.
La realtà, infatti, è ben diversa, e soprattutto il sacrosanto sì alle comunità energetiche deve potersi accompagnare a un secco no al Tyrrhenian link, infrastruttura energetica finalizzata solo ad agevolare, incrementandole, le esportazioni di energia oltremare, sancendo così la definitiva trasformazione dell’isola in una piattaforma energetica.
È tempo che l’Anci, su questa questione non più rinviabile, si esprima. D’altronde può avvalersi del valido supporto dell’assessora all’Industria Anita Pili, per la linea del gas, e delle competenze tecniche del prof. Fabrizio Pilo, prorettore dell’Università di Cagliari che supervisiona il master in Digitalizzazione del sistema elettrico attivato nell’ambito del Tyrrhenian lab (l’accordo tra l’ateneo cagliaritano e Terna): in altre parole si chiede una consulenza a chi ha fatto un apposito accordo col gestore della rete nazionale che, come ricorda la stessa università, è promotore e realizzatore del cavo Tyrrhenian link, il nuovo elettrodotto che garantirà l’esportazione dell’energia da fonti rinnovabili verso il continente.
È la stessa Terna ad affermare in un suo recente comunicato che “il progetto Tyrrhenian Lab ha l’obiettivo di istituire, in collaborazione con i tre atenei di Cagliari, Palermo e Salerno, un centro di formazione distribuito nelle sedi delle città in cui approderanno i cavi del Tyrrhenian Link”.
Intendiamoci: non ci sono dubbi sulle competenze professionali del professore invitato, ma è lecito mettere in discussione la bontà di quest’opera (come delle altre proposte in campo energetico che riguardano la Sardegna), sottraendosi a quella che sarà, prevedibilmente, una lezione frontale.
Anche perché il Piano energetico ambientale della Sardegna (PEARS) autorizza a ritenere che non servano ulteriori elettrodotti, e che la riduzione dei consumi, unito a un mix di comunità energetiche e di consumo istantaneo e locale dell’energia prodotta dagli impianti di rinnovabili esistenti siano gli assi attorno ai quali costruire un sistema energetico eco-compatibile che consenta anche una riduzione consistente della bolletta energetica.
Insomma, l’augurio è che la politica faccia la politica, dotandosi di adeguati strumenti di critica e di quella capacità di visione finora non pervenuta.
Va ricordato, infine, che l’ANCI, nonostante le sollecitazioni, anche formali, da parte di alcuni sindaci e comitati cittadini, che chiedevano già dagli scorsi anni (dal 2018) un’assemblea per discutere sul futuro energetico della Sardegna, non ha mai dato la disponibilità.
Seppure con un clamoroso ritardo, riteniamo doveroso che l’Anci metta sul tavolo della discussione la questione energetica in Sardegna, nella sua complessità, e solleciti i sindaci ad esprimere le proprie posizioni nei consigli comunali. Diversamente l’incontro che si svolgerà ad Arborea, come già detto, sarà il confronto del nulla, magari arricchito da tante belle parole prive di contenuti”
Per conoscere più da vicino l’ADES e ottenere maggiori informazioni sulle iniziative da essa promossa: https://www.facebook.com/ades.assemblea