Amatrice 6 anni fa
“Nemmeno un’ora di silenzio al giorno basterebbe per commemorare ogni tragedia nel nostro Paese”.
“Nemmeno un’ora di silenzio al giorno basterebbe per commemorare ogni tragedia nel nostro Paese.
Nella zona dell’Appennino centrale il 24 agosto del 2016 si verificò un terremoto di magnitudo Richter pari a 6.0 con l’epicentro in provincia di Rieti (presso il comune di Accumoli), ma con ripercussioni anche nelle province di Perugia, Ascoli Piceno, L’Aquila e Teramo.
Un terremoto questo che darà inizio alla sequenza di terremoti dell’Appennino centrale nota anche come sequenza sismica del centro Italia 2016-2017 di AMATRICE, VISSO (evento sismico del 26 ottobre 2016), NORCIA (evento sismico del 30 ottobre 2016) e CAMPOTOSTO (eventi sismici del 18 gennaio 2017).
Risentirono fortemente del terremoto del 24 agosto i comuni di Accumoli, Amatrice, Arquata del Tronto, quelli più vicini all’epicentro.
A sei anni dal terremoto del 24 agosto 2016 non un minuto, e nemmeno un’ora al giorno di silenzio basterebbe per commemorare non solo le vittime ma la sofferenza che ancora oggi avvolge con una stretta crudele i sopravvissuti, i superstiti che hanno deciso di non andare via dalla loro terra.
Una stretta crudele che alimenta la sua forza nella mancata prevenzione sismica”.
Lo ha affermato il geologo Antonello Fiore, Presidente Nazionale della Società Italiana di Geologia Ambientale.
“Tolti isolati casi, i ritardi accumulati nella ricostruzione hanno generato nelle popolazioni locali un diffuso malessere con la desolazione –
ha continuato Fiore – la stanchezza, la frustrazione, la sfiducia e l’esasperazione a dominare gli stati d’animo; malessere che si averte anche nelle istituzioni locali.
Quello che dobbiamo ricordare è che la zona è ad altissima pericolosità sismica come gran parte della catena appenninica.
La stessa area era stata colpita da forti scosse di terremoto nel passato. I principali terremoti storici sono avvenuti nel 1639 (Magnitudo 6.2), 1646 (Magnitudo 5.9) e nel 1703 (Magnitudo 6.9);
ma oltre alle vittime, quello che purtroppo dobbiamo ricordarci nel nostro Paese è la mancata prevenzione del rischio.
Una prevenzione sismica annunciata dopo ogni forte terremoto e mai attuata; una circostanza che è alimentata dall’assenza di terremoti nell’arco del mandato politico, come in questo caso, tanto che nei programmi elettorali nessun partito candidato a guidare il Paese per i prossimi 5 anni pone come punto del proprio programma la prevenzione sismica ragionata e basata su priorità per la mitigazione del rischio sismico”.