ATTIVISTI IN PRESIDIO A LA SPEZIA PER I CINGHIALI DELLA MAGGIOLINA DOPO IL TAVOLO TECNICO
“Al di là delle decisioni prese, non abbandoneremo il presidio del parco fino a quando i nove cinghiali saranno al sicuro nella loro nuova casa che dovrà essere necessariamente un rifugio”
“Aspettiamo i dettagli sul trasferimento: vigileremo affinché l’area di trasferimento sia realmente un luogo sicuro per i cinghiali e che i controlli sul loro stato di salute vengano eseguiti nel modo meno invasivo possibile.
La sedazione, infatti, resta una procedura molto pericolosa per la vita delle madri e dei loro cuccioli”
Dopo il tavolo tecnico di questa sera a La Spezia tra le istituzioni, il commissario straordinario per la peste suina e i rappresentanti della Lav sul caso dei cinghiali rinchiusi da oltre 15 giorni nel parco della Maggiolina, intervengono gli attivisti che giorno e notte presidiano gli otto cancelli del parco nel centro della città.
“Ci auguriamo che la vicenda segua l’iter che è stato indicato e che possa concludersi positivamente e al più presto con il trasferimento degli animali nel rifugio dell’etologo Francesco De Giorgio, in provincia di Imperia, che ha dato ufficialmente disponibilità ad accogliere le due famiglie di cinghiali, formate da due mamme con i loro sette cuccioli”.
“Al di là delle decisioni di questa sera, non abbandoneremo il presidio del parco fino a quando i nove cinghiali saranno al sicuro nella loro nuova casa che dovrà essere necessariamente un rifugio.
Nonostante l’apertura positiva, infatti, ricordiamo che solo pochi giorni fa sulla famiglia pendeva una condanna a morte e che vicende sospette si sono verificate in questi 16 giorni di veglia, come il cadavere di un cucciolo di cinghiale misteriosamente ed improvvisamente ritrovato nel parco, che però non faceva parte dei gruppi familiari lì rinchiusi”.
“Ora aspettiamo i dettagli sulla gestione pratica del trasferimento dei cinghiali: vigileremo affinché l’area di trasferimento sia realmente un luogo sicuro e che i controlli sul loro stato di salute vengano eseguiti nel modo meno invasivo possibile.
La sedazione, infatti, resta uno dei temi cruciali da definire in quanto procedura molto pericolosa per la vita delle madri e dei loro cuccioli: i rischi sono quelli del sovradosaggio, del pericolo di infarto e di ferite nel tentativo di fuga”.
“Vogliamo ringraziare tutti i cittadini, le associazioni e dei rifugi che fin dall’inizio si sono mobilitati da ogni regione italiana e che ancora resteranno fino alla fine della vicenda: questa apertura è merito loro e della grande solidarietà dei città e dell’attenzione della stampa senza cui qualisiasi tentativo di contrattazione con le istituzioni sarebbe stato inutile”.