CNDDU: lettera di malessere
Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani, sta in questi giorni ricevendo tantissime segnalazioni sullo stato di malessere dei docenti dopo le operazioni di mobilità.
Il problema più sentito riguarda la classe di concorso A046 – discipline giuridiche ed economiche. Il 90% dei messaggi ha riguardato l’opinabile quando non deplorevole scelta del MI di agevolare le graduatorie GPS invece delle assegnazioni provvisorie. Si ricorda che i docenti fuorisede dovrebbero essere tutelati rispetto una situazione oramai endemica di “esilio” a cui evidentemente non è premura di nessuno porre rimedio. Nemmeno con una crisi economica internazionale alle porte; neanche con il patema di una valanga di tasse che si abbatteranno; meno che mai con l’incognita Covid.Il disinteresse è tangibile; lo sconforto che attanaglia una generazione intera di 50 / 60enni è reale. A Salvatore, un nostro caro collega, va tutta la nostra solidarietà:
“Anno scolastico 2016/2017: la mia classe di concorso A046 è dichiarata in esubero in provincia di Genova avrei dovuto ottenere l’utilizzazione in provincia di Ragusa e nonostante i miei reclami resto immobilizzato a Genova. Chiedo aiuto ai sindacati… senza avere esito positivo;
Anno scolastico 2017/2018: le fasi delle Assegnazioni Provvisorie interprovinciali avvengono in Sicilia in modo anomalo, nel senso che gli Uffici provinciali chiudono le operazioni con date diverse e molte cattedre volutamente vengono assegnate ai precari delle GAE, che sono tanti e che premono per avere l’incarico annuale sotto casa. Nulla di personale, sapevo solo che le GAE dovevano essere eliminate ed invece, anche in questa occasione, non riesco ad avere alcun incarico;
Anno scolastico 2018/2019: come per magia, non avevo speranza, riesco ad avere una cattedra in assegnazione provvisoria, sono rimasto contento;
Anno scolastico 2019/2020: si ripetono le stesse situazioni degli anni precedenti e si perdono svariate cattedre per le assegnazioni provvisorie interprovinciali. Nonostante i ripetuti reclami mi vedo costretto ad adire il giudice del lavoro di Genova, che dopo svariati rinvii rigetta il ricorso e mi condanna alle spese. Nel frattempo il Covid inizia ad imperversare e riesco per pochi giorni a tornare a casa prima che chiudessero tutto;
Anno scolastico 2020/2021: presento la solita domanda di Assegnazione provvisoria interprovinciale, inserendo la 104/92 di mio padre che aveva subito un intervento chirurgico per una neoplasia. l’Ufficio Scolastico pubblica sul suo sito con documenti ufficiali la presenza di due cattedre di Diritto ed Economia politica presso un Istituto di Comiso, una di queste cattedre mi viene assegnata, sono contento e partecipo per una settimana a tutte le attività previste nei primi giorni di settembre, quando il colmo dei colmi, si accorgono di avere sbagliato e mi revocano l’Assegnazione di venerdì, con l’aggravio che avrei dovuto raggiungere Genova il lunedì. Reclamo per capire l’accaduto, si scusano pure… intanto io sarò costretto a prendere congedo straordinario per mio padre, che morirà nei mesi seguenti. Risalgo a Genova a prendere servizio solo per un mese;
Anno scolastico 2021/2022: riesco ad intercettare una cattedra sul sostegno e vengo assegnato nella mia città di residenza; una esperienza nuova, stimolante e travolgente sotto tutti i punti di vista. Pur non avendo il titolo sul sostegno e avendo seguito vari corsi di formazione a scuola, ho cercato di svolgere al meglio la mia nuova mansione con grandi risultati, soprattutto dal punto di vista umano nei confronti dei ragazzi che ho seguito e con ripercussioni positive nei confronti delle famiglie, che mi hanno apprezzato per il lavoro fatto nei confronti dei loro ragazzi, ed interagendo positivamente con l’intera classe e con tutti i colleghi del consiglio di classe;
Anno scolastico 2021/2022: domanda di assegnazione provvisoria interprovinciale regolarmente presentata, inizia il solito conto alla rovescia con le tensioni per l’attesa. Il 4 agosto pubblicano le assegnazioni provvisorie interprovinciali e scrivono a lato non trova, lo sgomento è immane e allora resto ancora in attesa insieme ad altri colleghi su eventuali rettifiche ed integrazioni su eventuali cattedre su posto comune o sul sostegno, con i colleghi interessati; cioè quelli senza titolo TFA sostegno ma con l’anno svolto su sostegno, abbiamo contato che dagli scorrimenti si erano liberate circa 17 cattedre, quindi potevamo intercettarle nel rispetto delle fasi delle Assegnazioni Provvisorie interprovinciali, così come stabilito dal Contratto Collettivo nazionale vigente. Purtroppo in questi due anni si sono abilitati centinaia di docenti sul sostegno presso le Università siciliane, immaginatevi che si stanno moltiplicando a vista d’occhio per creare nuova saturazione, con l’aggravio che anche costoro saranno costretti ad andare al nord… nel frattempo abbiamo reclamato il rispetto delle fasi, abbiamo chiesto aiuto ai sindacati i quali non ci hanno nemmeno considerati, anzi ci hanno detto che tutte le cattedre sostegno saranno tutte accantonate per i docenti precari con il titolo e che per noi non c’è niente, e che dobbiamo rassegnarci a riprendere servizio al nord.
Questo è stato il trattamento ricevuto.
Eppure in molti siamo docenti che abbiamo superato i 50 anni, adesso ci stiamo preparando per partire con l’aggravio di tutte le spese che servono per riuscire a vivere al nord, lasciamo i nostri cari, chi si porta i figli più piccoli… Questa non è vita. Abbiamo chiesto che le fasi vengano rispettate ed abbiamo inoltrato richiesta all’Ufficio Scolastico regionale.
Sono stanco di continuare a subire, di non essere considerato, il mese di agosto tutto rovinato, stress, stress e ancora stress.
Mi devo arrendere. Che possibilità ho?
Lascio perdere tutto, cambio vita a 56 anni.”
Tali interrogativi non appartengono solo a Salvatore, ma sono propri, lo ribadiamo, di una generazione di docenti che ha attraversato l’Italia, fatto sacrifici, rinunciato ai propri affetti, sofferto difficoltà economiche non da poco, per sentirsi superflui o peggio invisibili all’interno di un sistema estraneo alle difficoltà dei cittadini.
Il CNDDU auspica maggiore umanità ed equità nei confronti dei docenti fuorisede, accantonando una volta per tutte criteri di assegnazioni cattedre fortemente discriminatori per chi ha già subito tanto.